GrifonRoma
Ciao e grazie per la risposta. Confesso di essere un po’ a disagio col “voi”… dobbiamo stare tutti attenti in quanto le scimmie sapiens sapiens, quali siamo, tendono a dividersi in bande e fare disastri.
La pensiamo diversamente sull’allenatore ma rimaniamo noi 😉
Riguardo alla società cerco di confrontarmi con quanto di meglio ho visto nella mia vita professionale, cercando di immaginarlo applicato al calcio ed osservando gli altri. Avessi più tempo mi piacerebbe proporre delle analisi su altre realtà (Bologna e Torino selezionando piazze con similitudini a noi oppure modelli come Udinese e Sassuolo per capire insieme se qualche pratica di piazze “sanguisuga” potrebbe fare al caso nostro).
Il passato ogni tanto sgorga come provocazione per gli ipercritici.
Detto questo occorre fare attenzione a non idealizzare i 777. L’errore di trasporre i desideri su soggetti reali non lo dobbiamo più commettere. Personalmente perdono gli errori di percorso ma sono talebano sulle linee generali, condividendo alla grande quelle da te citate (mercati fatti di investimenti all’80% e di cespiti al 20%) e riduzione progressiva del debito. In questo contesto colgo la prima differenza con la tua vista: la continuità gestionale, non dogmatica e cieca, la ritengo un valore anche in area tecnica. Considerare il gruppo squadra del Genoa stabile, dopo lo tsunami della B ed i mercati limitati dalla campagna dismissioni e dal sostegno della cassa a discapito degli investimenti, non mi pare corretto. Questo influenza il mio giudizio sia su società che allenatore, perché i famosi terzino destro e seconda punta li avrebbe presi anche lui di certo, ma non hanno potuto darglieli.
Arriviamo al tema di quanto altri avrebbero potuto fare con questa rosa ed al confronto con i competitor.
Prima di tutto do ragione a Paolo: alla fine sono passati tre mesi, un periodo troppo breve per non essere influenzato da fatti contingenti come infortuni e sfighe (o patte di culo se confrontiamo).
Hai ragione quando, estendendo all’anno scorso, classifichi Gila come “conservatore” ed i gusti non si discutono, però bocciarlo senza appello o addirittura auspicarne l’allontanamento a Giugno dopo che ha finora portato a casa la pagnotta in una situazione complicata, lo giudico quantomeno ingeneroso. Soprattutto perché la società ed i giocatori lo seguono.
Torniamo ai modelli gestionali, visto che sei un “collega”. Se hai un AD o un direttore generale, un capo funzione, che si porta dietro gli azionisti o i responsabili e gode della fiducia dei collaboratori, soprattutto quelli di talento, lo valuti immaginandone la continuità o programmi la sostituzione senza aspettare completi il piano industriale per vedere i risultati? Personalmente attenderei, sempre vigile sui potenziali sostituti, ma fiducioso di quanto potrà realizzare.
Capisco e l’ho ammesso che questi principi possono avere un aspetto dogmatico, soprattutto se applicato ad un contesto strampalato come il calcio dove la soggettività ed il caso la fanno da padroni. Ma è appunto nella complessità che la barra dritta funziona meglio, tagliando con l’accetta gli elementi soggettivi.
Per fortuna non sono io a decidere. Mi denuncio volentieri nel giudicare, sbagliando sicuramente, il futuro con l’influenza di quarant’anni di decisioni sclerotiche da parte di gestioni assassine. Diffido se intendo (anche qui magari in errore) si vorrebbe valutare il presente sognando un futuro ancora immaturo o peggio paragonando il Genoa 2023 a contesti stabili o mondi diversi confondendo le aspirazioni con la realtà.
In sintesi, mi piacerebbe si tifasse in pace senza mangiare tonnellate di bromuro quando siamo in una situazione positiva in evoluzione a partire da un disastro annunciato. Auspico in società tengano gli occhi aperti per decidere serenamente in primavera e sono in disaccordo totale con chi, legittimamente per carità, considererebbe Gila un morto che cammina a dicembre. Se così fosse, a Villa Rostan od a Miami, e se la cosa si respirasse in campo, lo riterrei l’ennesimo suicidio per la stagione in corso a livello di risultato potenziale.
Un abbraccio