Mister_No
Ciao Marco. Devo ammettere di essere spiazzato da tutto questo interesse per il tennis, dopo aver vissuto lustri in cui dichiararsi appassionato era considerato, largo circa, alla stregua del collezionismo di farfalle.
Ah che nostalgia per Borg e Panatta, “non si può vedere più” manco fosse la Formula 1, nel confronto impietoso tra i tempi eroici di Jill Villeneuve o Ayrton Senna rispetto alla buridda tecnologica e regolamentare odierna. Questo nel migliore dei casi, diversamente ti guardavano con tenerezza pensando alla mitica sfida Fantocci vs Filini: “batti lei…”.
In tutti questi anni ho sperimentato sul campo e da spettatore le dinamiche mentali di uno sport solitario per eccellenza e altamente ripetitivo, dove impercettibili modifiche di movimento e atteggiamento determinano enormi effetti sul risultato, spostando la larghezza e profondità della palla di “quei” cinque centimetri che fanno la differenza tra un vincente fenomenale e il punto della partita per l’avversario. Come il rovescio di Sinner sul 15-40 del quarto set sul match point.
Per questo motivo fior di campioni, come Jimmy Connors e Novak Djokovic per fare due esempi (in mezzo a migliaia) tra i più vincenti di due epoche lontanissime, hanno sempre cercato di spostare l’equilibrio mentale dell’avversario che, in maniera anche infinitesimale, ha cambiato l’esito di partite tirate sul filo del rasoio.
Nel “mio” tennis di quarta categoria si assiste a veri e propri psicodrammi individuali con gente che in allenamento spacca le righe per perdersi clamorosamente in partita dove appaiono come incapaci assoluti per un fattore prettamente emotivo.
Tutto questo per dire che la becera faziosità “nazional popolare” giustamente stigmatizzata nel tuo post con tutta la solidarietà per la giornalista non va confusa con il fastidio verso chi, tra il pubblico di Parigi e l’avversario in campo, ha giocato quest’arma per risollevare una partita oggettivamente persa. In maniera pesante e antisportiva dal momento in cui hanno interrotto ripetutamente il servizio sul lancio di palla con il chiaro intento di innervosire Sinner in un match giocato sul filo dell’equilibrio.
Alcaraz non si è limitato ad aizzare gli applausi sui punti splendidi che gli ammiro per primo da sempre, ma ha chiamato il tifo “contro” durante i cambi campo e in diversi momenti topici della partita con esplicito sfruttamento dell’ostilità dei francesi nei confronti di un ragazzo fin troppo educato e Austriaco, come direbbe qualcuno, per meritare un trattamento come fosse Bartali al tour de France.
Per questi motivi ho disprezzato, pur capendo, il pubblico e Alcaraz mentre il tifo per Sinner è aumentato a dismisura come il dispiacere nel vederlo sconfitto in quel contesto.
Riguardo invece allo sciovinismo italiota e l’inflazione del tennis nei prossimi anni, sono già rassegnato da tempo. Ho già preso e sono in attesa di ulteriori lezioni da parte di personaggi che non hanno mai preso una racchetta in mano né visto una partita in vita loro ma che stanno studiando alacremente abbeverandosi alla fonte di Sky TV per future, eruditissime, montagne di cazzate.
Riguardo a Sinner, saranno uccelli per diabetici quando dovesse trovarsi a perdere qualche partita o fare una legittima leggerezza nella vita personale, perché l’eroe gettato nella polvere dal piedistallo fa tanta cassetta… quante volte ci siamo passati?
That’s showbiz my friend…