Non ti puoi allontanare tre miseri giorni dall'Italia che al ritorno, appena sbarcato, ti viene voglia di dirottare l'aereo e tornare indietro.
Non perché il giorno dopo devi tornare al lavoro, il che è già un valido motivo per farlo , ma perchè appena atterri e stai salendo sul bus che ti riporta a casa, vedi sul retro l'immagine dell'Innominabile e forse ti viene il sospetto che sei salito sul 4 e non sul 31H.
Ed invece no, ti giri intorno e vedi che su tutti i bus del tuo circondario, quel ghigno stupido è onnipresente e ti viene il dubbio che il pilota ti abbia sbarcato a Firenze Peretola.
Si proprio lui, colui che aveva giurato che se avesse perso il Referendum si sarebbe ritirato dalla politica, è più in sella che mai.
Il tempo di riorganizzarsi ed eccolo pronto con il suo moto ondivago, utilizzando 250 milioni per imbrattare e confondere i cittadini sui vari bus di tutta Italia.
Lui che non si sa cosa abbia mai detto, che incassa pure da Bin Salman mandante acclarato dell'assassinio impunito di Jamal Khashoggi, te lo ritrovi dietro sul bus verso Marghera.
E' come se ad Avellino ci fossero i poster di Ciriaco sul bus che porta ad Atripalda, e a Genova le gigantografie dietro il 34 che arriva a Marassi, con la faccia di Gilardino con su scritto "Al Genoa con Gila".
E allora per scacciare questi incubi terrestri, prendiamolo idealmente quell'aereo e torniamo da dove eravamo partiti , per essere "dans le bouquet des fleurs"
Marseille!
Marsiglia sembra una donna appena conosciuta che ti da appuntamento l'indomani e te non vedi l'ora di presentarti sotto il portone di casa sua a corteggiarla , pronto ed impaziente per uscire con lei.
L'arrivo in volo è spettacolare, in quanto se sei fortunato puoi vederti dal finestrino la Costa Azzurra con Cannes e il suo tappeto rosso , l'elegante Nizza , fino a quando il pilota fa una rotta strana per atterrare nel piccolo aeroporto di Aix en Provence.
Il venticello leggero allieva già la sostenuta temperatura:
Ci sono solo scarsi 30 minuti per arrivare a Saint Charles, se non vuoi arrivarci in treno passando prima brevemente per Vitrolles.
Tutte le stazioni sono più o meno sono simili, ma quella di Marseille si affaccia su un gran viale, appena sotto una lunga scalinata che ti indica senza saperlo, che quella è la via principale che ti porta dritto al suo cuore.
La città è come un bouquet di rose colorate:
La rosa bianca è il Vieux Port in cui praticamente ti tuffi dentro il suo lungo porticciolo a ferro di cavallo, pieno di imbarcazioni compreso uno che ti fa saltare tutto il traffico e approda ad una fermata sul lungomare "più bello d'Europa".
I soliti alberghi che offuscano il paesaggio a mare, non ti impediscono quella lunga piacevole passeggiata , con la riva a pochi metri e provvidenziali e strane panchine a costeggiare il percorso.
La rosa blu è appena più avanti, tutta intorno al Museo, con una stradina interna, un piccolo passaggio quasi impercettibile, che se percorsa al calar del sole ti invoglia come quando da bambino chiedevi a tuo papà un altro giro sulle giostre.
Giovani coppie si arrampicano su quelle rocce che si inerpicano sul Boulevard, si scambiano effusioni con il tramonto che si affaccia lentamente e non puoi far altro che rimembrare la tua bella gioventù.
E poi c'è la rosa rossa del Panier , una moltitudine di viuzze, cortili, salite e discese, tutte contraddistinte da murales e piccole grandi scritte illuminate:
Art , Culture.
E là, proprio in fondo ad una di essa ,scopri di essere arrivato nell'inconfondibile 13 Coins reso famoso da Jean Claude Izzo.
Entro sul calare della sera e cerco disperatamente una foto che lo ritragga, che simboleggi che qui su questi tavoli, ci ha descritto la sua Marsiglia,ce la ha fatta innamorare solo leggendo le sue pagine, il suo Panier, quello che forse non c'è più, ma che ha così mirabilmente descritto:
“Marsiglia non è una città per turisti.
Non c’è niente da vedere. La sua bellezza non si fotografa. Si condivide. Qui bisogna schierarsi”.
La barman me lo conferma mentre prepara una tapas che di francese non ha nulla, e mi siedo su una sedia rossa immaginando che da lì a poco venga Fabio Montale a chiedermi se ho visto Lole.
Il Blu della rosa sono senza dubbio Le Corniche , un angolo di Paradiso marino, che puoi guardare dall'alto come un Panorama e dal basso come una cartolina che tieni tra le mani, scendere nelle ripide scale e sorteggiare un Pastis tra le barche dei pescatori e il primo sole che si affaccia sul porticciolo.
Al Vallon des Auffes, il Bus 82 non ha dietro il volto di Renzi
Una toccata e fuga in Rue Du Prado a rivedere il Velodrome dove purtroppo l'Om non gioca, dove di fronte un negozio di supporters Marsigliesi ti accoglie con a terra a mo di tappetino le maglie del Lione e degli odiatissimi parigini.
La Plage, la ruota panoramica che tengo lontano, Borely, il parco, l'ippodromo dove jockeys italiani montano purosangue francesi, sono l'apice dell' apoteosi , il loro odore, la corsa verso il traguardo,le loro inconfondibile gesta, il cosiddetto Mondo a parte.
Un ultimo giro a Le Panier, e giù verso la Cattedrale che ti accoglie maestosa e osserva Marsiglia dal suo alto, fanno da preludio alla esplosione di colori che solo questa città ti sa offrire:
Nel bel mezzo di un giro in centro, basta imboccare una stradina limitrofa allo store dell'Om, a fianco della Maison Empereur e ti ritrovi in meno di 10 secondi, in un altro contesto completamente diverso da quello appena attraversato:
Ora sei in uno e più mercati, invasi di tutto quello che puoi desiderare in una piazza.
Sembra di essere stato catapultato a Napoli, ma qui a Marseille, in mezzo ai suoi suoni, alle sue voci e ai volti inconfondibili di magrebini , francesi, italiani, è come trovarti in una casbah variopinta , fino ad intravedere lassù, appena davanti a te, una strada in salita che ti sembra Spaccanapoli, la quale ti conduce quasi per mano, come due fidanzatini, di fronte ad un nuovo inspiegabile scenario:
Un girotondo di locali multietnici, in cui puoi trovare di tutto, dalla Bouillabaisse al rivenditore di Pastis, al pizzaiolo arabo e al Centro Sociale che ti offre bar e cinema nella stella sala.
Un multiculturalismo, una miscellanea di facce e costumi, un coagulo di lingue diverse , tutte racchiuse in una piazza, in una città:
Notre Dame du Mont.
Tutto questo e altro ancora, compreso zone lontane e sconosciute è Marseille.
Un edicola mi sbatte in muso la prima pagina del giornale più bello del mondo:
L'Equipe.
"Om des salaraires de champions."
Si fa la classifica dei guadagni mensili e annuali dei giocatori di tutta la Ligue Une e si scopre tra i tanti , oltre agli allucinanti milioni per Mbappe, anche i 450 per Correa accompagnato dall'introduzione emblematica:
"Beaucopu d'argent pour rien."
Per mera curiosità cerco pure il nome dell'attuale prestito e prossimo acquisto del Genoa, Vitinha, ma non lo trovo forse perchè pare sia già stato acquistato dal Grifone, con quali soldi non si sa , ma con vari sconti e bonus è facile immaginarlo.
Il prossimo summit di mercato tra Pablo non Escobar, 8 vini Prestiti & C., è già in calendario per abbassare il costo dell'ennesimo affare targato 777.
"Questa era la storia di Marsiglia, la sua eternità, un utopia.
Un luogo dove chiunque , di qualsiasi colore, poteva scendere da un treno, da una barca, con una valigia in mano, senza un soldo in tasca, e mescolarsi al flusso degli altri.
Una città dove , appena posato il piede a terra, quella persona poteva dire:
"Ci sono . E' casa mia".
Ops rieccomi sul bus , mi ero appisolato.
Il faccione stupido di Renzi è sempre là, almeno è dietro, ed io non vedo ora che venga già domani e possa stavolta, per davvero, riprendere quell'aereo per Marseille verso quei versi:
"Non capirete niente di questa città se rimarrete indifferenti alla sua luce".
Ianna