MAU69 Riguardo etica e morale. Se ne parla troppo, dimenticando che, se sostituissimo i due termini con il semplice concetto di bontà comportamentale, la valutazione si limerebbe di molto.
Buongiorno Mau e buona pasquetta.
date le premesse, tra residenze fiscali e concordati preventivi, siamo naturalmente finiti a parlare di questo. Il tuo punto di vista è nobile, il concetto di bontà ci porterebbe di nuovo al giusto secondo leggi morali, ma ho l'impressione di avertelo menato abbastanza.
Il cortocircuito tra coscienza individuale e collettiva, la necessità del riconoscimento sociale di quanto ritenuto "buono" dall'individuo porta al relativismo.
Ho più volte citato Fabrizio De Andrè sul tema e non lo farò ulteriormente: mi limito a condividere, a modo mio, la necessità individuale di ricercare il "buono" senza però illudersi "più del troppo" (cit.Mashiro) che i comportamenti conseguenti siano riconosciuti e condivisi rispetto agli schemi valoriali degli altri. Questo perché la continua evoluzione delle costruzioni teoriche che li sottendono, e le sensibilità, i contesti, metteranno sempre in crisi il riconoscimento di questi valori.
Alla fine è quello che succede in questa discussione, dove si ci confronta di cosa sarebbe buono, quindi giusto, quindi morale in merito al comportamento su temi fiscali e sull'utilizzo delle leggi.
Troveremo sempre qualcuno più giusto di noi a farci la lezione... avessimo la possibilità di osservarlo in privato, in molti casi, potremmo farci delle sane risate.
Questo conflitto eterno non lo risolveremo certo sul muretto dato che i sapiens lottano da sempre (e non smetteranno mai) elucubrando teorie tradite dalle pratiche.
Per quanto mi riguarda provo a essere altruista, a dare senza pretendere comportandomi nel rispetto di regole e le leggi e privilegiando le persone in difficoltà. Con tutte le mie contraddizioni, frustrazioni e dubbi rispetto a cosa mi trovo a fare in ambito personale e sociale.
Ho imparato a privilegiare i fatti seppur perdutamente affascinato dal potere della parola (quindi del ragionamento come dicevo ieri).
Tra uno che teorizza presunte bontà altrui, dando per scontata la propria, preferisco chi opera concretamente tentando di farlo, correttamente, nel suo interesse: non sopporto, ad esempio, il ragionamento secondo il quale non si dovrebbero fruire i vantaggi di legge per il bene del Genoa CFC per poi lamentare i mancati acquisti e auspicando onerosissime dismissioni. Si finisce per teorizzare il fallimento o la più dura austerità, più o meno consapevoli degli effetti concreti non tanto sui risultati sportivi ma sugli stessi creditori che, all'effetto pratico, lo prenderebbero in quel posto.
Il dilemma personale di operare per il bene è proprio quello di saper accettare la totale mancanza di riconoscenza ("malattia del cane che non si trasmette all'uomo") da parte del prossimo.
Ho provato svariate volte - con tutti i limiti - a fare del bene senza chiedere nulla in cambio... sai cos'è successo? la prima volta l'interlocutore pare adorarti, la seconda generi un'aspettativa mentre dalla terza scaturisci la convinzione queste azioni siano meritate e, se non dovessi riuscire oltre per qualsiasi motivo, sarai vittima di risentimento per non aver soddisfatto quanto ritenuto dovuto: che delusioni caro MAU!
Probabilmente non sono abbastanza lucido per rendermi conto di essere io stesso protagonista di comportamenti simili verso gli altri nell'eterno conflitto tra tensioni ideali e pochezza umana. Almeno ci provo, cerco di essere lucidamente consapevole e praticare la reciprocità verso chi si comporta bene con me.
Un abbraccio sincero.