"Se decidi di fare l'arruffa popoli che la butta in caciara in ogni discussione sei libero di farlo, suggerirei di lamentarti di meno se la gente ti risponde per le rime.
Siccome ho profonda stima della tua intelligenza, profonda stima, mi sembra che sia un ruolo un pelo limitante.
Hai profonde conoscenze di tante cose, sei capace di tradurle in scritto in modi che appassionano tutti e strappano una risata...anche meno. Senza offesa."
Caro Giulio,
tanti anni fa nella mia città del cuore dovrei voluto far nascere e crescere i miei figli, dove avrei voluto abitare forse (se ci arrivo) vivere, almeno un anno di pensione, andai ad uno spettacolo di Teatro Nero.
Esso consisteva in pochi semplici cose, ed era di una modestia strutturale ma di una passione incommensurabile all'occhio:
Una piccola pedana, pochi posti a sedere in galleria, uno stropicciato sipario rosso tenuto su miracolosamente, ma soprattutto l'apparizione di uno o più carneadi attori, illuminati solo da una piccola e tenue luce, che mostrava il loro volto.
Erano gli anni della Rivoluzione di Velluto nella sola nazione al Mondo, che ha sancito una scissione con un referendum ,senza nessun spargimento di sangue:
Nemmeno una goccia.
Nella lingua allora per me incomprensibile di Jan Hus, nella Patria che mi ha fatto capire la differenza tra il Socialismo reale e l'utopia Comunista, guardando quello spettacolo recepii un messaggio che ancora oggi faccio mio, che stasera capto e adotto per questa circostanza.
A poco poco su quella pedana cigolante, i volti e non le sagome, dopo leggere comparsate di parole, si defilavano e si succedevano uno alla volta, nel silenzio e soprattutto nella penombra, che rendevano il tutto estremamente affascinante.
Gli improvvisati attori si recavano con passi leggiadri ai lati del palco, nel buio terso della pedana vuota, nemmeno accompagnati dai riflettori soffusi.
Non ho mai capito allora cosa dicessero, e cosa volevano in realtà dimostrare.
Poi quando decisi di vivere nella Città Magica per soli ahimè nove mesi , tornai in quel Teatro piccolo e nascosto, appena dietro Narodni Divadlo (un Nome un programma), con maggior padronanza della lingua e lessi su una stropicciata locandina, cosa davano quelle sera :
Il Teatro dell 'assurdo di Ionesco.
E capii quasi tutto, di cosa dissero ed essenzialmente cosa, volevano trasmettere.
"Il teatro è, per Ionesco, un campo aperto ove tutto è possibile rappresentare, anche ciò che sembra non avere né testa né coda, come frasi senza senso, ripetitive e contraddittorie.
Il teatro di Ionesco è una parodia del linguaggio, è l’attenzione non è rivolta al carattere dei personaggi, ma al vissuto quotidiano, monotono eppure pieno di imprevisti, vuoto e amaramente deludente, capace solo di farci consapevoli dell’assurdità della nostra esistenza."
Tutto questo lungo e noioso preambolo per spiegare alcuni concetti:
Premessa doverosa:
Alla veneranda età di 60 anni, in pieno Sunset Boulevard, in ripida e inevitabile parabola discendente, scrivo queste parole per una volta senza vittimismo, permalosità o acrimonia verso nessuno.
In totale e rara tranquillità d'animo.
In piena consapevolezza e sincerità voglio pubblicamente ammettere, una volta per tutte senza convincere nessuno, che Gilardino allenatore del Genoa, lo devo vivamente ringraziare in quanto mi ha aperto gli occhi e me li tiene ben svegli malgrado siano come quelli di Matthew McConaughey in True Detective.
Se non ci fosse stato Gila e il suo gioco, non mi sarei mai accorto che la passione e il fervore per il Genoa si fossero cosi affievoliti e tramontati come mai in 30 e più anni di orgogliosa militanza rossoblù.
Un pò per rendere l'idea, è come se non mi tirasse più, nemmeno se rivedessi Licia Maglietta in Pane e Tulipani a Venezia o Charlize Theron in Burning Plain.
Il Genoa oggi ,e con lui Ottolini, Ekuban, Zangrillo, Josh, i 777, la Nord ,le vedo con lo stesso interesse, dalla stessa distanza che separa Mira da Marte.
E la mia curiosità delle questioni societarie, è pari a zero.
E' come se vivessi in miniera e vedessi la luce del sole, dopo un giorno interno ad aver scavato carbone.
Ininfluente e disinteressato totalmente.
Il mio(ennesimo) ritorno sul "Muretto" lo devo essenzialmente a "timide" richieste di writers, tra cui questa che mi ha persuaso:
"Non c'è più ironia senza di te...solo conti, bilanci, strategie commerciali finanziarie, sembra una chat di commercialisti".
Mi sono convinto a riscrivere qualche belinata, non per la mia volontà di apparire, non come altri di prevaricare a tutti i costi dall'alto del ruolo, non per il mio narcisismo virtuale, men che meno di convincere chicchessia con le mie strampalate teorie "folkloristiche", ma unicamente, di tentare di condividere, concetti, emozioni alla mia maniera, con il mio modo esecrabile e condannabile, personale e pittoresco modo di scrivere.
Nulla di più, nulla di meno.
Se, ed è acclarato ed inconfutabile ,che ho sempre avuto qui e altrove la piena totale libertà di espressione, anche di spaziare sulla politica e sul dileggio sarcastico, a volte "sopra le righe" , non puoi farmi notare, seppur bonariamente, con il bisturi in mano e una siringa di anestico che "se decidi di fare l'arruffa popoli che la butta in caciara in ogni discussione sei libero di farlo."
Mi sembra un tantinello esagerato ed ingeneroso.
E' come se te , di punto in bianco, e solo dopo 20 anni, mi portassi nella tua Sartoria, dal tuo Sarto e mi volessi regalare un vestito, ma le misure, il colore, il tessuto ,e anche la taglia, indipendentemente dalla mia volontà e del mio gusto, me le decidi e ritagli te al consumo e al cospetto di una platea che non è da te rappresentata e che in fondo , gestisci solo.
E' come se al Direttore della Novaja Gazeta , gli dicessero di continuare a tenere aperto il giornale, ma che debba ospitare solo interventi della Zacharova e le illuminanti prediche del Cardinal Kyrill.
Il riferimento alla Pravda che te dirigi, non è affatto casuale.
Pertanto mio caro, come posso pensare di rapportarmi al tuo invito, di convivere con questo tuo "spassionato" diktat, indossando un vestito che mi vuoi cucire su misura, con posizioni più chiare e meno folkloristiche, cambiandomi i bottoni, il colletto e forse anche l'acconciatura, aggiungendomi dopo che ti sei infilato i guanti bianchi, sul bavero della giacchetta, una spilletta che fa riferimento alla mia "intelligenza"?
Inverecondo.
Sono stato in più di 20 anni di esperienza web , poco monotematico, a volte serio (qualche decente post lo ho pur scritto), a volte scherzoso, a volte pesante, a volte permaloso, e diciamo ,se mi passi l'autocelebrazione, abbastanza poliedrico.
Un pò con le dovute proporzioni e per rimanere in tema Genoa, uno alla Frendrup, che va in tutti i ruoli ma mai il portiere e mai il centravanti, ruolo che credo ti si addice alla grande , che ti sei scelto, tirando sempre e calciando da tutte le posizioni, tutte le punizioni, e tutti i rigori.
Alla Retegui insomma.
Se sono tutto questo e il contrario di tutto, con alti e bassi, ma senza cadute di stile e offese ,verso nessuno, MAI, anche e soprattutto verso chi non conosco personalmente, credo che sia davvero il caso di ritornare al Narodni Divadlo e chiedere al gestore del Teatro, per una volta, per l'ultima volta, di non sedere più in Galleria, ma salire sul Palco e recitare una piccola parte:
Poche parole , pronunciate male con un accento più napoletano che altro, sincere e di cuore come sono sempre state le parole che ho scritto in più di 20 anni.
E sono davvero tante, troppe direi.
Non oso contarle, inorridisco a pensiero di quantificarle.
Le potrei condensare in una semplice piccola frase:
"Dekuju vam ze jste cetli"
Grazie di avermi letto!
E poi gradatamente, lentamente e inevitabilmente , proprio come quella prima volta che lo vidi fare, defilarmi , allontanarmi lateralmente, come ho già fatto privatamente e definitivamente, lasciando la scena, spero almeno questa volta, per sempre.
I cavalli di ritorno su un campo di calcio, o su un palcoscenico musicale, sono deleteri, inutili, patetici .
Ed io che amo i cavalli te lo posso certificare.
Non lascio nulla, nemmeno una piccola eredità digitale.
Mi accontento di un buon ricordo sperando, ne sono certo, della stima e dell'Amicizia di poche persone.
E' come esser voluto andare in vacanza in 15 tutti insieme, per poi rendersi conto che sarebbe stato meglio andare al massimo in tre, con persone da affinità e comunione di intenti simili alla mia.
Lascio a voi tutte le discussioni sul "nostro" Genoa, tutti i personaggi passati e futuri, i giocatori che verranno e che saranno ceduti, i tifosi da Ztl come sono diventati tanti Genoani oggi, e i giovani rampolli a suon di Instagram a caccia di like.
Sono già contento che in Nord non ho più visto Maglie Nere.
La prima volta che ho visto il Genoa, era in un derby da 0-0 e piansi quando vidi la Gradinata Nord.
La trasferta più importante la feci da solo a Treviso, al Tribunale, giorno che un'Avellinese (e foresto) come me , evitò il fallimento del club più antico di Italia.
La più bella fu a Ravenna ,la prima in serie C, perchè partii da Avellino all'alba e la sera ero al lavoro in hotel a Venezia.
La più irriverente al cospetto e sotto lo sguardo incredulo dei miei genitori, nel settore ospiti della mia città, in occasione di un Avellino Genoa.
La più emozionante in campo sotto la Nord nel derby di Mutarelli,
La più commovente il giorno dei funerali del Professor Scoglio, andata e ritorno in un giorno solo in treno.
L'ultima volta che sono venuto a Genova è stato con il Bari ed ero con mio figlio.
E con lui non ce ne saranno più altre.
Avevo pensato di venire la prossima volta il giorno dell'esonero di Gilardino.
Se invece dovessi tornare, e se il 2% me lo consentirà, sarà quando gioca il Doria, così potrà andare a salutare il resto dei miei Amici, e finalmente scoprire Masone che sarà come andare a New York dal mio, nostro Guru.
Quindi caro Giulio, Auguri al tuo sito davvero sinceramente, non ti lascio nulla se non la compagnia delle tue discussioni , in compagnia di valenti ed eccellenti writers, compresi impiegati postali che sotto dettatura sanno scrivere solo telegrammi e.......
Ritorno al mio Sport preferito:
"Leggere pensare e scrivere"
Troverò forse altri lidi, oppure me ne andrò nella mia isola con Robinson, perché come ha scritto Milan Kundera , "La vita è Altrove".
Con stima.
Pasquale.
Ianna