PieroVoje61
Villiam era un carissimo amico, oltre che un grande professionista. Quando stava a Como ci vedevamo ogni giovedì sera per parlare della prossima partita e giocare il sistemino al totocalcio.
In un ripostiglio teneva non so quante centinaia di quaderni scritti a mano fitti fitti, con le caratteristiche di gioco delle squadre e i dati tecnici dei calciatori. Come tiravano, da che parte si giravano, come si posizionavano sui calci da fermo, una mole di dettagli anche insignificanti, ma enorme. La partita me la raccontava in anticipo, con due o tre scenari possibili. E ci azzeccava quasi sempre.
Al totocalcio abbiamo fatto, negli anni, tre tredici di fascia medio bassa (max 6 milioni, che erano comunque soldi) e parecchi dodici. Mai colpi ricchi perché si giocavano le probabilità, senza voli pindarici. E spesso, quando c'erano partite che interessavano la lotta salvezza, telefonava a mezza Italia: "La giocate o pari d'accordo?". A quei tempi la patta d'accordo andava molto di moda. L'X fisso, quando era il caso, lo beccavamo sempre.
Poi è stato uno degli allenatori di portieri migliori al mondo. Nalla trafila che ha fatto come collaboratore di fiducia di Ancelotti ha cominciato allenando Buffon al Parma e ha finito al Real Madrid. Credo che il suo più grande risultato sia stato quello di avere trasformato la sciagura Dida in un portiere. Dopo l'ultima champions vinta con il Real di Ancelotti si è ritirato nella sua Fellegara, frazione di Scandiano, dove ai tempi del Milan si era costruito una villa per la famiglia. Siccome era alla fine di una strada, il Comune ha invertito il senso perché la sua abitazione avesse il numero 1.
Un figlio di contadini, semplice e rude, rimasto legato ai suoi antichi valori fino all'ultimo. Non riesco a pensare a lui senza che scendano i lacrimoni.
PS. Sospetto che l'arbitro Colombo sia il figlio di un dirimpettaio di Villiam, la cui moglie era praticamente di casa in quanto amica della moglie di Vecchi. Il marito, Colombo non ricordo il nome, era il classico leccaculo che amava vivere all'ombra dei calciatori. Usava l'amicizia della moglie per intrufolarsi e lo odiavamo tutti. Il sospetto mi viene perché favoleggiava che avrebbe voluto una carriera da arbitro per il figlio (che allora era un bambino), affermando che era più facile e sicura che quella di calciatore. Età e frequentazioni del padre rendono il sospetto plausibile. Purtroppo non ho più agganci per verificare, ma se devo basarmi sull'antipatia basale dell'arbitro in questione, scommetto che è ereditaria.