Estenilson Questa forte convinzione per cui il Genoa agli occhi di alcuni è un'ecosistema a sé stante, troppo importante e grande da poter essere scalfito da chiunque non conosca come funzioni dall'interno, cozza un pó con l'idea di essere una piazza talmente grande per cui qualsiasi tipo di esperimento, di innovazione o di mutamento sia impraticabile di default.
Io non lo so se questo essere restii verso qualsiasi cambiamento sia dovuto da fattori culturali, non faccio l'antropologo quindi mi astengo da giudizi, da questioni di brutte esperienze passate ( vedasi scorso presidente) o da chissà cosa, ma, mi perdonerete ancora, per me rappresenta davvero un grosso ostacolo e un grande assist alla mediocrità che ci ha accompagnato per tanti anni e non ci meritiamo.
Cerco di svilupparti un po' più ampiamente il mio punto di vista.
Premesso che ti parla uno che sarebbe andato a schiantarsi con Spors e Blessin anche in B.
Però non si può non considerare il contesto in cui si fanno certe scelte.
Seneca diceva che l'uomo che ha subito un naufragio teme anche l'acqua ferma.
E se conosci un pochino la storia del Genoa questo ambiente dal dopoguerra in avanti ne ha viste di cotte e di crude, le classiche "cose da Genoa" che pensiamo succedano solo qui.
È un ambiente spesso autoreferenziale, quasi religioso, dove i genoani guardano solo il Genoa, parlano solo con genoani e conoscono le altre squadre e gli altri giocatori solo se giocano o hanno giocato contro il Genoa. Un ambiente calcisticamente molto ignorante diciamolo. Che alla prima sconfitta si sente già retrocesso, "tou lì", mi pare di sentirlo.
Che si preoccupa perché l'Empoli ha preso Didi Nicola.
In questo ambiente le cose non le cambi calando dall'alto una scelta impopolare, che possa passare anche attraverso sconfitte propositive.
Le puoi cambiare solo se insieme a un allenatore chiamiamolo "esteta", o "dogmatico", una società forte e capiente sceglie giocatori giusti per lui e per il suo gioco, di livello superiore, e che ottiene risultati che consentano a questo ambiente di diventare un fattore aggiunto.
Non siamo Sassuolo, nel bene e nel male, certi "esperimenti" qui non riescono, d'altra parte un Retegui o un Messias a Sassuolo non ci avrebbero messo piede neppure se avessero giocato in Conference.
Non avendo, visti gli ultimi sviluppi, una società forte e capiente, io ritengo sia giusto e necessario seguire un'altra strada per il Genoa, che è quella che stiamo seguendo: giocatori buoni (ma non così superiori alle altre), allenatore non dogmatico, poche partite perse, pochi gol subiti, consolidamento nella categoria.
Io non sono gilardiniano di ferro ma penso che con queste premesse contestarlo oggi sia da pazzi.
Pensa quanti punti avrebbe un esteta con Ekuban e Puscas uniche punte disponibili. Io ritengo ne avrebbe fatti ben pochi. Il Gila per tre mesi ha avuto solo loro e per me ha fatto un mezzo miracolo.