"Il modo migliore per arrivare a Marsiglia è dal mare: d’altronde dal Mediterraneo la città è nata, quando il marinaio focese Protis e la principessa ligure Gyptis si sono innamorati. Dalla loro unione si è creata un’apertura tra Nord e Sud: un porto accogliente, la riva gemella di un’altra sponda spesso dimenticata. Marsiglia è una città reale, che comprende moltitudini di persone, odori, sapori, suoni, le periferie e le speculazioni; esiste però anche un’altra Marsiglia, più mitica e ideale, se non ideologizzata, quella che prende forma dalle parole di Jean-Claude Izzo, figlio di un immigrato italiano, scrittore e giornalista impegnato in politica.
Nei suoi racconti e nei suoi romanzi, la città mette in scena la sua doppia natura di accoglienza e rifiuto: la Marsiglia del chourmo e quella borghese, la città del passato mediterraneo e quella che si sforza di protendersi verso un futuro europeo. Qui, risulta impossibile rimanere neutrali, Marsiglia allontana o irretisce senza vie di mezzo, costringe a schierarsi come fa Izzo, e con lui il suo alter ego Fabio Montale, insieme alla moltitudine di personaggi che lo circondano animando un golfo brulicante di vita."
Fin qui il commento di uno che scrive.
Ma sentirla? Farla propria?