Anche il tempo si è dispiaciuto quando è ripartito tornando alla solita normalità della nebbia padana.
Ad accoglierlo invece c'era un bellissimo sole e un clima mite, tanto che appena giunto a Vicenza in dolce compagnia, si è affrettato a dire che da oggi e per tre giorni lo si chiami pure " Mister Palladio".
Pensavo mi accogliesse nella lounge bar dell'hotel a Cinque Stelle di fianco al Teatro Olimpico ,con un aperitivo alla frutta in vista, con tanto di ombrellino hawaiano variopinto e la buccia di arancia del Madagascar, ed invece niente.
Lo ho trovato invece in fondo Via Roma, a due passi dalla stazione, al punto vendita della Despar vicentina a disquisire con una cassiera:
"Eh belin i punti al Market di Caricamento me li scaricano perchè voi qua no?".
Con un carrellino modello calle veneziana in dotazione alle vecchiette che scalano ponti e ponticelli, Mister No, pardon Palladio, era carico non di uva ma di borse targate Despar.
Popcorn e patatine in onore di Nino D'Angelo, prodotti al 50% che la commessa del reparto gli ha confezionato in esclusiva solo per levarselo dai maroni e via verso il centro dove ho sperato almeno in uno spritz all'Aperol da 3.5 nemmeno al tavolo.
Passeggiando placidamente malgrado l'ora di solito dedicata alla pennichella o al cantiere sotto casa, intravede un bistrot, il Garibaldi, con una G gigante dai prezzi pure abbastanza contenuti per la città e la Piazza, carina e pulita uguale uguale ad un caruggio di Genova, ma al vedere, da lontano, il costo di un primo, 14 euro ,Mister No afferma che ne conosce "uno più defilato e migliore".
Sarà un altro Despar.
Un ottimo gelato servito da una commessa gentilissima forse proveniente da Saturno, rompe il ghiaccio.
Oso chiedere due palline sul cono e non in coppetta e Marco non fa una piega.
"Bancomat o Wallet?"chiede la signora che ci aveva appena fornito due ottimi gusti al caramello salato e arancia di sicilia.
Mister Palladio, estrae dalla tasca del giubbotto, un fazzoletto bianco con dentro tutte monete da 50 centesimi.
Ne tira fuori 9 per un totale faraonico di 4 euro e 30 per tre palline di gelato e mezza gratis.
La giornata è bella , Vicenza non è dissimile dalle altre città venete fatta eccezione per la sola Venezia, e Mister Palladio mi chiede dove l'indomani nella città del Santo potrebbe andare a mostrare ancora il suo fazzoletto bianco.
Gli fornisco un paio di indirizzi , tra cui un baretto tipico veneziano di fianco al Pedrotti dove servono una moltitudine di panini a scelta.
Una sorte di bacaro veneziano, ma lui è fissato per i tramezzini come lo è per la Tabasco e per la Tierney, li avrà letti sulle guide Michelin del 1980 che ha a casa, senza sapere che a meno di 2.50 non ne trovi, che se accompagnato pure da uno spritz a Piazza delle Erbe, ci vuole una carta da 20 euro altro che monetine svaligiate nel salvadanaio sotto il letto.
Talmente bella Padova che ieri verso Prato della Valle ha incrociato un banchetto della Lega, il quale proponeva una firma per il terzo mandato a Zaia.
Affascinato dalla sua bellezza, invaghito dei tramezzini e pieno di spitz al Fernet (costano di meno ma non lo sapeva), senza pensarci ha firmato per la ricandidatura di Luca Zaia alla Regione Veneto.
Un gesto encomiabile da valergli forse la cittadinanza onoraria.
In attesa del treno che mi riporta a casa, Mister Palladio non si cimenta su mia espressa richiesta in discussioni Keynesiane applicate guarda caso al Genoa ( «Il capitalismo non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso e non mantiene le promesse. In breve, non ci piace e stiamo cominciando a disprezzarlo. Ma quando ci chiediamo cosa mettere al suo posto, restiamo estremamente perplessi"), glissa sul suo Maynard e si limita solo ad esprimere il timore che anche Martinez faccia le valige ,lasciandomi nella stessa indifferenza che mi provoca sapere se Calenda supera il 3&%.
Abbagliato dagli schemi del Gila che hanno visto addirittura l'islandese prendere palla dai limiti dell'area, non si espone sul rinnovo del croato di cui presto si regalerò la maglietta con il numero dei suoi anni.
Sarà il primo a comprarla nel nuovo store ufficiale del Genoa in centro città per la gioia dei Genoani,gaudenti finalmente non di indossare le maglie di chi rimane, ma di chi va via.
E pazienza seppur a distanza di un paio di mesi.
Ieri sera una mano galeotta mi fornisce il nome della Trattoria vicentina in cui è andato Mister No:
Appena aveva saputo del rinnovo di Badeli, forse anche anche di Ekuban e del rinnovo a vita di Sabellao , che dalla gioia voleva offrire la cena alla sua compagna.:
Antipasti di baccalà mantecato, cichetti vari, bigoli in salsa. vicentina, polenta e soppressa,baccalà alla vicentina e un altro paio di secondi si avvicendavano al tavolo 9, malgrado la compagna lo pizzicasse da sotto il tavolo a ricordargli poi il conto finale, che lui, imperterrito mangiava e ordinava come le ripartenze al fulmicotone orchestrate dal Gila sotto la guida del suo vice, pare un ex Zemaniano.
Alla fine quando il proprietario della Trattoria , un omone di 120 kg che funge anche da buttafuori, si è presentato vista la cadenza e il dubbio della fuga, a Mister Palladio ridiventato Mister No per l'occasione, gli è venuto un colpo:
350 euro:
In suo soccorso è arrivata la compagna con un bonifico istantaneo direttamente da Corte Lambruschini a nome Manfredi.
Alla domanda dell'oste, "Volete un amaro, no grazie appena preso", che impugnava la ricevuta come uno scalpo, (nessuno aveva mangiato e speso tanto da anni in quella trattoria) e cosa poteva offrirgli come dolce, Marco ha rispolverato la mitica battuta di quando si andava a mangiare dai Tre Euros:
"La bustina dello zucchero, grazie"
Bei tempi.
La colazione in quel BB di Vicenza in cui lavora un mio ex collega ha avuto un piccolo incidente diplomatico:
Pare che alla richiesta del quinto cappuccino la barista, una avvenente signora sulla settantina, abbia risposto in modo sgarbato e in veneto stretto a Mister Palladio, il quale però si sarebbe rifatto infilando una ventina di marmellatine confezionate all'albicocca frutto da sempre privilegiato e utili per il futuro.
Al momento di pagare il conto, per sua fortuna la stanza era già stata saldata con una prepagata temporanea di Intesa da parte di sua nipote.
Malgrado l'inclemenza del tempo almeno nel suo giorno d'addio, la tre giorni di Mister No si può definire positiva.
Uscito dopo lustri dal triangolo Caricamento-San Vincenzo- Fontane Marose, scoperto che c'è un mondo fuori anche in Veneto, unico rammarico è stato non aver preso il FrecciaRossa per Genova, senza cambiare a Milano, treno che per altro hanno messo solo da un paio di anni.
Scendere in Centrale e trovare il treno per Ventimiglia, per i genovesi è come pagare un pranzo per 20 persone.
Tranquillo Marco. i treni per Genova partono tutti dal binario 19 e il tuo arriva fin sulla Spianata Castelletto.
Ianna