È lunedì, il primo giorno della settimana, il giorno del rientro al lavoro di chi, non essendo turnista, ha passato il fine settimana a casa.
Il lunedì non si può fare tardi la sera.
Non può farlo chi lavora, non può farlo lo studente, non può farlo chi, magari ha un colloquio per trovarlo, un lavoro, non può farlo chi deve fare una visita medica, non può farlo un bambino che, almeno ai miei tempi, andava a letto dopo carosello.
Nel mondo attuale, carosello non c'è più da lustri ma, la pubblicità è decuplicata ed è ovunque e, sempre nel mondo attuale, lunedì sera, si gioca anche il campionato di calcio.
È una colonna di auto, pullman, addirittura qualcuno in moto, composta da genoani che salgono in massa nella ex capitale morale d'Italia, Milano, immortala benissimo nei film di Totò (a Milano fa freddo) e di Alberto Sordi ( El panettun, El nebbiun, El magun) ma anche da Teocoli, Abatantuono, Jannacci, Cochi e Renato ...
Milano.
I genoani arrivano, sistemano le auto, i pullman, le moto e salgono l'infinito elicoidale e riempiono, stipano, occupano il "settore ospiti"
Mi giro intorno, guardo, osservo e, una strana euforia mi pervade: coppie di anziani, donne mature a quartetti, uomini in comitiva, famiglie intere, ragazzi e bambini.
Belin, penso, belin ripeto, belin realizzo: belin ci sono tre generazioni.
Tre generazioni a cantare, a ridere, a sventolare, a stendere le sciarpe.
Sono al settimo cielo e mi godo questa meraviglia ...
Grazie a tutti voi
Piero