La voce di un imprenditore rumeno interessato al Genoa mi ha riportato davanti al mio personale schedario mnemonico. Ho aperto una decina di cassetti. Partiamo col dire che Romania e Genoa, messi a fianco, non mi conducono a pensieri particolarmente felici. D'altronde sono talmente tanti gli scacchi subiti dal Genoa nella sua lunga storia, che ad ogni nome di luogo possiamo accoppiare un fatto o un ricordo angosciante. La mia memoria, comunque, parte da un fortissimo Dan Petrescu lasciato andare da Spinelli per liberare il posto da extracomunitario all'immarcescibile Kazu Miura. Ne è passata di acqua sotto i ponti ma mentre Dan Petrescu non è più extracomunitario, Miura continua ad essere un calciatore. Come dimenticare poi la caviglia di Niculescu? Ricordo due gol all'esordio: come Retegui, un pizzico peggio di Stabile. Fu la caviglia ballerina a negare al centrattacco un futuro nel Genoa ma fu la stessa caviglia a generare il mito, che sempre rimarrà per i nati tra gli anni Settanta e gli Ottanta, di questo attaccante prodigioso (un gol al Real Madrid in estate) colpito dalla maledizione rossoblù. A fianco a Niculescu come dimenticare Adrian Mihalcea? Uno di quegli amori di gioventù che non si scordano mai (vedi alla voce Goosens). Se chiudo gli occhi me lo vedo ancora tirare di controbalzo dal limite una parabola che scende in maniera fisicamente ineccepibile dalle parti della traversa. Gol? Legno? Fuori? Boh, dimenticato. Sempre dalle parti di quegli anni come dimenticare Paul Codrea, signore del centrocampo e Florian Nastase corpo solido della difesa, volati a Palermo in seguito a un saccheggio, saraceno, di Zamparini. Nastase un Dragusin ante litteram. Di trottolino Sava, un Bruno Conti nappizzato, il Conti Sava, si potrebbe definire, avete già detto. La sua incidenza tecnica non è stata neppure pari a quella di Rambaudi, Vecchiola e Pirri, ed ho detto tutto. Sempre nell'intorno di quegli anni si diffuse la voce che il fallito Dalla Costa avesse messo su, con Fabrizio De Poli, un business delle bare provenienti proprio dalla Romania. Non più felici i ricordi rumeni degli ultimi anni con il trio Dragusin, Dragusin, Puscas che, a diversi livelli, ci ha lasciato un po' di amaro in bocca. Attendo fiducioso nuovi sviluppi magari per trasformare questo karma sfortunato che ci lega alla Romania. O meglio, per trasformare radicalmente questa sindrome di Paperino che ci attanaglia da 80 anni. In bocca al lupo...viva il lupo... Mannaro