Il Corriere della Sera nel 1997 annuncia il Genoa acquistato dalla Royal Air Lux del Principe Jean de Luxemburg e del finanziere Patrick Perrin, una pioggia di miliardi sta per cadere sui rossoblu.
Due anni dopo, nel 1999 la Gazzetta dello Sport rilancia l’offerta avanzata da un gruppo ligure-lombardo-svizzero-cinese. I potentissimi fratelli Chang, finanzieri di Hong Kong si apprestano a trasformare il derelitto Genoa di Mauro e Scerni nel preludio ndr.15 in do minore di Fryderyk Chopin.
Non contenti di sparare puttanate colossali suonando il violino sui nervi scoperti dei genoani, ecco comparire - ante litteram -la “Holding” Morningside. Si sgomita tra le cordate anglo-svizzere-cinesi. In Cina a quei tempi, chi pensava a investire denaro veniva internato nei campi di rieducazione e sottoposto alla “sorveglianza totale”, ma tant’è.
Nessuna ragionevolezza sembra in grado di frenare gli spudorati pretendenti al premio Pulitzer, fino allo scoop degli scoop dei primi mesi del nuovo millennio: il curatore dell’eredità del cane Gunther IV, beneficiario diretto di Gunther III, è determinatissimo a lanciare il bastone da riporto sul prato del Ferraris per sollevare il morale della povera bestia in crisi esistenziale. L’immenso Roby Scotto interroga il cronista, tra grasse risate e un concerto di gnere, fuori dalla Nord… “Porcellaaa, e il cane Gunter???”
Poco più di un anno dopo, la Repubblica rilancia tre volte alla settimana l’imminente ultima firma per sancire l’acquisto del Genoa da parte di una cordata inglese orchestrata dal vulcanico Ricky Sogliano, coperto d’oro nero dallo sceicco Mohamned Bin Butti.
Il bonifico è fermo per non meglio precisati motivi di natura tecnica, non partirà mai dalla Banca Popolare di Lodi per la disperazione di migliaia di beline (in testa il sottoscritto) a tormentare la tastiera marroncina dell’epoca, maciullata dai reload. Finimmo per accogliere in trionfo Nube che corre senza far caso scendesse da una corriera (probabilmente senza aver pagato la corsa).
Non contenti ci hanno successivamente propinato, creduti senza dubbio alcuno da orde di luassi, improbabili battaglie a suon rilanci tra Malacalza e il gruppo (nel significato genovese del termine ovvero nodo inestricabile della lenza da tagliare perdendo amo ed esca) di Giancarlo Morelli e Spartaco Landini finanziati da una misteriosa ereditiera (arridaie) di origine imprecisata.
Epopee di alti funzionari con il conto in HSBC, nuove cordate organizzate dall’amatissimo Massimo Mauro voglioso di rivincita, fino a Emanuele Filiberto determinato a reclamare il tesoro di casa Savoia e il Quirinale attraverso l’acquisto del Genoa per cambiare la storia d’Italia.
Non fosse tutto vero crederei alle minchiate odierne del Sig.Gelasio, puta caso… sarà meglio per tutti affidarci a @Ianna da Avellino che inforcherà un Flixbus con destinazione imprecisata per recarsi davanti a un tribunale fallimentare che conosce solo lui, tra Genova e New York.
Qualcuno di migliore di quella rumenta di Preziosi a Treviso, raccoglierà le macerie del Genoa CFC per iniziare l’infinita rincorsa dal Ligorna.
Piuttosto di andare dietro all’ennesima sequela di minchiate da parte di gente con questo CV, spariamole noi e affidiamo la panchina al Guru ❤️
A essere capaci, sarebbe davvero da dargli retta e piantarla di assistere agli spettacoli inverecondi di Gilardino e Vieira per tifare LFC o lo squadrone di turno della “bremmier Lig”. Purtroppo mi gravano tutti pesantemente sul belino e ho solo il Genoa.
È la stella che vogliam…