mashiro
Condivido molti dei punti che hai sollevato, e in particolare trovo centrale il tema della mancanza di chiarezza. Più che parlare di “dichiarazioni”, preferisco pensare a un “programma” che, se esiste, è stato comunicato in modo frammentario e poco coerente. Le “mani eccessivamente libere” che la dirigenza si è riservata, in assenza di un patto chiaro con la piazza, generano inevitabilmente frustrazione.
Detto questo, anche seguendo il tuo ragionamento sulla confusione strategica, tu stesso affermi che ci salveremo comodi. E qui nasce il mio tentativo di interpretare le scelte: mi pare, al netto di tutto, che l’obiettivo reale sia proprio una salvezza tranquilla, ottenuta con il minimo indispensabile, in attesa di varcare un rubicone che è prima di tutto finanziario e societario. La crisi di liquidità legata a 777/A-CAP ha imposto un consolidamento, e la proprietà sembra convinta di averlo attuato con l’inserimento di profili come Ellertsson, Otoa, Gronbaek, Stanciu, Ostigard, Mercandalli, Carboni e Colombo, in sostituzione di Pinamonti, Zanoli, Bani, Matturro e Miretti.
Non si vuole puntare sull’“usato sicuro” — inteso come ingaggi pesanti per giocatori in fase calante (Zapata o lo stesso Simeone, soprattutto “post” grande baldracca) — e non si ritiene praticabile l’inserimento di profili come Ngonge, almeno per ora. E mentre la piazza reclama un acquisto di grido, il timore diffuso è che invece si arrivi all’ultimo minuto con una cessione dolorosa, magari proprio di uno dei pochi elementi che accendono l’entusiasmo.
Aspettiamo il 31 agosto a mezzanotte, facendo gli scongiuri, ma anche i due o tre mesi successivi per capire se il campo darà ragione a loro o a chi, come te, teme un limbo tra tranquillità e patema. E su questo, ti dirò, sono d’accordo.
Quello che invece non condivido è la narrazione della “stessa solfa da tre anni”. In tre anni siamo passati:
• dalla convinzione di poter investire 100 milioni l’anno,
• al crollo del progetto dei fondi speculativi,
• al passaggio di proprietà (contestato in tribunale).
E tutto questo senza stravolgimenti tecnici, come tu stesso riconosci. La novità, semmai, è che il Genoa sta cercando di navigare tra sofferenza e anonimato senza l’assalto alla diligenza, e questo — per quanto possa non entusiasmare — è un cambio di paradigma. Noioso quanto vuoi, ma fondamentale se pensiamo al futuro.
Quello che manca, e che personalmente mi infastidisce, è la mancata dichiarazione esplicita di questa strategia. Ma forse, in un ambiente schizofrenico dove si passa dal paradiso all’inferno per una papera o un pareggio ad agosto, anche questo silenzio è parte di una prudenza calcolata. Ambiente, tra l’altro, popolato di squali e nemici di ogni risma che basta una timida speranza di ripresa da una retrocessione in C per sentire i tamburi del nemico (tante bellissime cose 🦉 a loro ma anche, e soprattutto, ai parassiti malcelati tra i presunti “nostri”).
Io credo che siano stati fatti compromessi, e che siamo a metà del guado. Non è il sogno, non è l’incubo. È una transizione. E se non ci piace, almeno cerchiamo di capirla.
Se questa transizione porterà in un limbo infinito o interromperà il percorso, non lo sappiamo entrambi… è un tema di fiducia che tu hai perso in base a un’aspettativa diversa dalla mia. Ne abbiamo dibattuto decine di volte, e qui divergiamo — ci mancherebbe altro, spero sia legittimo — perché tu ritieni che i fatti e i protagonisti abbiano tradito aspettative e programmi, mentre io aspettavo il disastro. Mi “accontento” per ora di questa belin di navigazione a vista, a patto di vedere migliorare la situazione della società, ritenendo questo fatto la vera chiave per poter sperare nel futuro.
Di Blasquez e Sucu interessa il giusto 😉… il Genoa CFC costituisce per me una realtà che trascende i protagonisti temporanei, e pretendo unicamente che sia tutelata e migliori, indipendentemente dal giudizio del momento su chi la sta gestendo… i “custodi”. Questa è la lezione impartita dal Sig.Enrico Preziosi e divento matto quando leggo qui sopra paragoni o, addirittura, velati rimpianti.
Sul “tanto peggio, tanto meglio” di determinati sfoghi — chiunque li esprima — non seguo. Molto romantico, capisco, ma anche no: perché di testimonianze e manifestazioni d’orgoglio ne avrei anche le tasche piene. I 28 mila meritano chiarezza, quello sì. Che a prenderli per il culo si sono dati un gran da fare da ottant’anni a questa parte. Il giorno dovesse palesarsi l’ennesima presa in giro, sia mai, vengo a prenderti e ci facciamo esplodere insieme…