Jena a me l’inno di Mameli piace molto
Eh no, hai fatto un'esegesi del testo?
Retorica degna della peggiore tradizione carducciana, contenuti indegni di una democrazia moderna, con una simbologia d'accatto, elmi, spade, falsi eroismi vari, nessun riferimento a valori autentici, primo fra tutti la pace, secondo la solidarietà.
Evocare dio per incolparlo di averci reso "schiavi di Roma" (cioè di un'idea astratta dell'Impero romano, è piuttosto ridondante. "I bimbi d'Italia si chiaman Balilla" è da mostra dell'orrido. Anche l'evocazione della vittoria, intesa come dea Vittoria, cioè la dea sanguinaria che ti fa vincere in battaglia, è da esaltati. Anche "stringersi a coorte" è un invito alla battaglia, indegno della Costituzione di una Repubblica che ripudia la guerra. La terza strofa finalmente fa un fugace riferimento all'unione e all'amore, anche se non vengono inquadrati nella visione di uno Stato laico, ma dipinti come veicoli per imboccare "le vie del Signore". E subito dopo fa capire che l'unione con Dio non serve ad amare, ma di nuovo a vincere.
La musica è di Novaro. Può piacere o non piacere, ma qui si discute del testo di Mameli. Va bene che è genovese, va bene che la sua vicenda personale è meritoria, ma a me quel testo fa leggermente schifo. Un presidente come Pertini avrebbe dovuto commissionarlo a Faber, genovese per genovese.
Furbescamente l'inno spagnolo è senza parole (Marcia Reale), così evita riferimenti storici imbarazzanti.
Quello tedesco di Hoffman, sia pur nobilitato dalla musica di Heidn (Inno Imperiale composto inizailmente per la principessa Sissi e poi adottato come inno degli Asburgo), è un concentrato di nazionalismo abbastanza patetico, che celebra la nazione, ma anche le donne e il vino di Germania. Alla fin fine, pagato dazio alla retorica, è però dignitoso.
La Marsigliese di Rouget de l'Isle è un canto che sembra sgorgare dal cuore, trascinante, appassionato, coinvolgente. Rievoca un clima rivoluzionario che sa di rivoluzione permanente, di ripudio di ogni tirannia. È un afflato popolare, come dev'essere un vero inno. Peccato che non sia stato preso ad esempio da chi tuttavia ha voluto imitare la bandiera.
Fosse per me, l'inno italiano, ammesso e non concesso che non lo si cambi, dovrebbe essere suonato ma non cantato, soprattutto da atleti stonati.