4Mazzi posso discutere anni sull’evoluzione dei materiali e del gioco a patto non vengano etichettati come inguardabili pallettari…
Se si tratta di tennis, di fronte a te mi inchino come di fronte a Gessi Adamoli se si tratta di calcio.😜
Però, permettimi, non mi sono nemmeno sognato di parlare di pallettari. Anzi, ho confutato le nostalgie per il tennis dei miei tempi adducendo che i materiali e l'atletismo esasperato hanno favorito la potenza, rendendo praticamente impossibili gesti esteticamente pregevoli che si praticavano in passato. Non solo materiali e fisicità hanno favorito la potenza, ma anche la tecnica è andata in quella direzione. I Laver, i Santana e da noi i Pietrangeli usavano, come tutti, il rovescio a una mano, che aveva la sua poesia. Ma poi è arrivato il rovescio a due mani, come è arrivato lo stile Fosbury nel salto in alto, e quella poesia viene fratumata da un'încomparabile potenza e precisione. Tu forse sei troppo giovane per ricodare che si serviva in semi-rotazione sul piede sinistro piantato a terra. Staccare i piedi dal suolo non ci pensava nessuno, o forse qualcuno, ma veniva paragonato ad una scimmia. I servizi attuali hanno una potenza molto superiore ai servizi liftati dei campioni di una volta. Infatti allora si giocava in risposta coi piedi sulla linea, ora Medvediev si posiziona vicino al cesso del club. Si è passati dai 100 km/h di Sirola (che sembrava potente) e dal servizio a schiaffo talora utilizzato da Gardini, ai servizi a 200 e passa km/h dei campioni attuali. Hai voglia di rispondere poetico e soave. Il colpo tecnico in risposta è centrare la linea di fondo campo. La mia idea è che si può rimpiangere il tennis di una volta, come si rimpiangono molte cose, ma quel tennis è stato inesorabilmente superato dall'evoluzione atletica e tecnica. È così, punto e daccapo. Hari ha fatto scalpore correndo i 100 metri in 10" netti. Pareva impossibile. Con quel tempo oggi una finale olimpica la vedi col binocolo. Piste più performanti, allenamenti mirati, scarpe con effetto elastico, ma soprattutto altro. Hari e Berruti avevano un po' di muscoletti delle cosce e per il resto un fisico da ragioniere (Brera inventò il termine "abatino" attribuendolo a Berruti, prima di passarlo a Rivera). Oggi i velocisti hanno montagne di muscoli dove una volta nemmeno ci si sognava che servissero: nei bicipiti, nelle spalle, perfino sul collo, per non dire delle cosce che sembrano prosciutti induriti. Guarda le foto degli anni 60 e 70 e capirai che anche il fisico delle persone comuni è cambiato di brutto. Ripeto: quel tennis non è morto per colpa dei pallettari, di quelli della mala o della pubblicità. È morto perché l'evoluzione lo ha reso impossibile.
Riguardo al bullo spagnolo, vero che sa fare di tutto e bene. Ma le smorzate, le volée e tutto il repertorio riesce a farle perché ha doti atletiche che gli permettono di arrivare coordinato laddove la maggior parte dei colleghi nemmeno ci prova ad arrivare. La capacità atletica rende possibili le sue qualità. In questo tennis sarà spesso e a lungo tra i migliori. Non lo discuto. Posso discuterlo esteticamente: per come si veste, per come gestisce, per come si atteggia, per me è la cosa più distante che posso vedere su un campo da tennis e la cosa più vicina ai quadrumani che saltano sugli alberi. Riconosco le sue doti, ma mi sta sui coglioni, come mi stavano sui coglioni Mancini e Cassano, anche se erano bravi. Anzi, mi stavano sui coglioni di più proprio per quello, perché anche Tonelli mi stava sui coglioni ma almeno era un brocco, poveretto.
Però c'è ancora un dato da considerare. Lo spettacolo. Ci sono tennisti che esaltano il pubblico per la loro capacità di fare spettacolo, nel bene e nel male. E la TV li rende molto appetibili. Questo sposta di molto i giudizi. Ci sono numeri 1 o 2 meno appetibili dei numeri 20 o 30, soprattutto nel tennis femminile. E tu sai bene che circa il 50% e passa dei proventi dei tennisti di richiamo (e golfisti) viene dalle sponsorizzazioni.
Con questo, non rinneghiamo il passato, anzi ricordiamocelo bene e apprezziamolo il giusto, ma guardiamo avanti. Tutto lo sport è in costante e rapidissima evoluzione.