AleR
Ciao AleR.
L’aspetto mentale è, insieme, la grazia e la maledizione del tennis.
Non è soltanto questione di solitudine e pressione, capaci di far emergere impercettibili lacune tecniche che improvvisamente fanno peggiorare i colpi durante la partita. Il problema diventano i punti importanti, il 30 pari del nono gioco o il break point dove la racchetta pesa il triplo e il cervello si annebbia.
In quei momenti emerge la sana ignoranza oppure la consistenza tecnica nei fondamentali, servizio e risposta e ancora la feroce determinazione che ti fa indirizzare lo scambio per portare a casa il punto.
Sotto quest’aspetto Nole Djokovic è il migliore di sempre. Per il dominio dominio mentale nei confronti sul malcapitato di turno ha aggiunto, per la verità, mezzi e mezzucci che non sempre lo hanno fatto amare come meriterebbe ed ha sempre desiderato: unica vera delusione di una carriera fantastica. Sfrutta ogni fattore, compreso il pubblico, per caricarsi e scaricare un energia mentale pazzesca in grado di annichilire chiunque.
Solo Nadal sulla terra lo ha messo spesso in soggezione da questo punto di vista.
Il tutto non deve però ingannare, insieme alle troiate dei globe trotter e i ricamini a rete su colpi a trenta all’ora con le palline bianche, sul tema tecnico: visto al rallentatore il rovescio di Nole è spettacolare, una magia di equilibrio e baricentro in grado di scaricare energia cinetica sulla palla attraverso il peso del corpo e un movimento perfetto di braccia e polso ad imprimere, con il “flip”, una rotazione tanto pulita quanto assassina quando accelera sul rimbalzo dall’altra parte del campo. Il rovescio bimane incrociato migliore di sempre insieme a quello in controbalzo di Agassi.
Il dritto, sovrapposto, è identico a quello di Roger contro il quale pagava in termini di servizio e gioco al volo. Esteticamente peggio che andar di notte confrontato al cigno di Basilea, come chiunque altro… noblesse oblige.
Sul servizio ha un grande slice, centrale ma soprattutto a uscire da destra ma non gioca il kick in cui Roger era maestro e aiuta grandemente sulle percentuali dei punti sulla seconda palla mentre a rete viene soltanto a prendersi il punto anche se negli ultimi anni, con avversari molto inferiori, ha variato utilizzando il serve and volley.
Infine il tempo sulla palla in risposta, sublime, che gli consente di impaurire anche grandissimi battitori e vincere centinaia di games decisivi. Unico neo lo smash, nessuno è perfetto.
Sia lui che Roger hanno subito il dritto in spin di Nadal sulla terra; impossibile per chiunque controbattere una palla che salta due metri girando come una trottola impazzita, fortunatamente un po’ più giocabile sul cemento.
Infine l’elasticità… come fa a piegarsi così tanto a trentasei anni senza rompere tutto costituisce un mistero della scienza. Questo gli consente colpi in difesa, soprattutto col rovescio, che solo recentemente Charlie Alcaraz è stato in grado di avvicinare.
Non a caso è il più vincente di sempre pur avendo avuto una concorrenza spietata al netto degli ultimi due anni: chapeau.