Andrea85 Probabile che il giocatore occhialuto fosse Annibale Frossi, stella dell'Ambrosiana e medaglia d'oro alle Olimpiadi berlinesi del 1936, e poi nel dopoguerra, da allenatore di molte squadre tra cui il Genoa, cultore dello zero a zero, che definiva "la partita perfetta".
Comunque anch'io quest'estate, a bagno in una spiaggetta cittadina, ho parlato con un uomo, un'istituzione nel quartiere, che mi ha raccontato del suo primo Genoa visto dal vivo, alla prima di campionato del 1946/47, in quei Distinti minimal che c'erano all'epoca. Fu un 4-0 al Brescia, e il giovanotto mi ha recitato la formazione e i marcatori, tra cui Dalla Torre (In diagunale di mancina che natru paegiu nu l'ho ciù visto inta vitta).
Poi mi ha raccontato di una caduta in Vespa nel 1954, mentre andava nell'entroterra per un torneo di biliardo, delle fratture multiple e dei conseguenti siparietti con l'infermiera (con tanto di nome e cognome), che io ci dicevo che la volevo sposare, e quella mi diceva che finché non mi vedeva in piedi non poteva dirmi di sì, perché ciaveva paura che ero troppo piccolino, e difatti io sono alto un metro e un cazzo, e nu ghe n'aiva coaè de fame vedde in pé.
Infine è tornato sul Genoa, sul terzetto dei bidoni argentini venuti da noi a far quattrini, sulla vicenda di Boyé e signora, e sullo scherzetto fatto nel 1956, all'ultima giornata, da Frizzi e Carapellese alla Fiorentina scudettata e imbattuta. E anche lì mi ha recitato le due formazioni, prima di salutarmi e dare due bracciate a delfino.