Come quando sbagli a toccare un tasto del telecomando, cercando chissà cosa vedere, mi sono imbattuto per appena , e sono bastati, 15 minuti, in una rete locale genovese, che di settentrionale non aveva nulla ,ma aveva tutte le sembianze di un canale meridionale, di quelli che sbraitano, si agitano per nulla, con una chicca ,anzi due veramente prelibate, che valevano il prezzo del canale sbagliato.
La prima sembrava un allucinazione, ma era vera:
Erano anni che non vedevo le palette dei voti!
E la cosa strana era che le avevano alzate alla fine del primo tempo!
Come Giochi senza Frontiere o in quei programmi demenziali, in cui fanno esibire bambini ignari, anziani ignavi e giocolieri esibizionisti per chissà quale record o divertimento.
Il secondo da lì a poco, era il pezzo forte:
Un intervento tecnico, non da studio ,ma questa volta da casa e non più da sotto il bar della tribuna.
Con tanto di maglietta del Brasile , occhialino finalmente ben posizionato e soprattutto lenti pulite, sembrava Zagalo con maglietta verde modello Vinted oro, che dispensava giudizi e mosse tattiche come se allenasse Pelè e Jair.
Ed invece erano Messias e Norton Cuffy.
A fine partita per mera curiosità ho risbagliato tasto, e per un attimo durato due minuti esatti, mi è sembrato di vedere Napoli Canale 21.
Una sceneggiata genovese con tanto di toni accesi dello pseudo conduttore, inviti più o meno verbali a "mostrare gli attributi" alla prossima partita e un tono da ultimatum manco se il Genoa fosse il Venezia.
Mancavano soli i pugni sul tavolo e l'incitazione alla rivolta sociale del Grifone.
Il tutto a beneficio di telecamera per "un'audience sentimentale", che dovrebbe essere salito come l'Hotel Reverie dell'ultimo episodio di Black Mirror.
Al suo fianco, alquanto imbarazzata la biondina , oggi eccezionalmente coperta agli anteriori, che leggeva deliranti messaggi di genoani che profetizzavano cambiamenti drastici futuri.
E' stata l'unica cosa "sobria" in una sarabanda che non sapeva nemmeno di comicità chissà quanto involontaria, ma che irradiava una profonda tristezza via etere.
Ianna