"E la seconda è già andata! "
Questo è stato il primo commento a caldo al goal di Gytkyaer .
Lo stesso dicasi quando Davis segnò il gol decisivo dell'Udinese contro il Frosinone, al che quasi all'unisono, si alzò un coro di soddisfazione sotto forma di web, prima del famoso "Il Tramonto dei Pc":
"E la prima è andata".
Ma procediamo con ordine:
Da due sere finalmente i tifosi lagunari possono affermare tranquillamente di avere il Venezia ,come terza o forse anche quarta squadra del loro cuore.
Tra gobbi dalla nascita , vedove di Silvio e Beneamati ultra 65enni, da oggi in qualche calle tra Rialto e Santi Apostoli, si potrà dire:
"Mi son del Venexia ciò".
Che strani questi Veneziani:
Hanno in parte risolto il problema dell'acqua alta con il Mose, hanno introdotto il contributo di accesso per i non residenti che costa 5 euro per 29 giorni del 2024 , a cui si deve aggiungere la tassa di soggiorno a tutti i turisti che visitano la Serenissima per importi da farci pure qualche Finanziaria.
E meno male che da pochi giorni il Consiglio di Stato ha abolito la tassa d'imbarco da 2.5 euro all'aeroporto, senza considerare il prezzo di una doppia in un dormitorio a Mestre che non costa meno di 180 euro.
Agli eredi di Marco Polo e di Goldoni e concittadini di Massimo Ira Cacciari, non resta altro che sognare la loro città senza le invasione barbariche dei turisti, orde di pecoroni che vagano tra campi e campielli senza meta, assaltano i vaporetti, invadono le corsie preferenziali per i residenti ,ma si trovano senza quasi accorgersi una squadra di calcio in Serie A in uno stadio che andrebbe bene ai tempi delle Repubbliche Marinare.
Il tutto senza considerare la Reyer, che a momenti andava pure in finale di basket malgrado giochi a Mestre dentro una struttura in cui ci sono 30 gradi di temperatura e centinaia di trombette come se sul parquet ci fossero non atleti ma elefanti indiani.
Il più contento di tutto ciò non può che essere il Sindaco, il quale si divide tra l'Umana Agenzia interinale, appunto la Reyer, in attesa di sapere che fine farà quella vicenda e quell'isolotto che voleva cedere al magnate di Singapore, e che fiuta affari e soldi come un cane da tartufo, con la squadra arancioneroverde di nuovo nella massima serie per chissà quanto tempo ancora.
Mitici veneziani che quando vanno a Sant'Elena, si godono lo spettacolo in vaporetto di Piazza San Marco dalla Punta della Dogana ,e per i più volenterosi andando rigorosamente a piedi, fino ai Giardini passando per via Garibaldi e i Giardini della Biennale.
Chissà se anche a Mestre sono felici del successo dei cugini veneziani.
Mestre che è diventata la capitale all'estero del Bangladesh, dove Corso del Popolo somiglia a un vialone di Dacca, di tutto questo i veneziani di serie B, non sono tanto felici, dopo che la società lagunare anni fa, fu salvata da Zamparini, il quale prese per i capelli anche il Mestre (acquisendone il titolo sportivo), per poi farne una sorte di fusione ripartendo dalla C, regalando loro una striscia di Arancione nei colori sociali.
Un po' come se il cuoco quando mette a bollire la pasta, lancia una manciata di sale doppio nell'acqua già bollente.
E' stato quello di domenica sera, senza dubbio il trionfo di Paolo Vanoli, indimenticato mancino del Venezia, famoso perché era l'unico terzino che riusciva a crossare con i capelli davanti agli occhi.
Talmente innamorato di questa sua caratteristica, che poi ha inforcato un paio di occhiali neri che gli cadono sistematicamente sugli occhi, così come quando crossava dal fondo.
In attesa dell'ennesima Regata Storica con i variopinti colori del Venezia, in tutto questo i tifosi delle altre squadre, tra cui la nostra , si godono a modo loro il momento:
Uno dei questi immancabilmente, è il Mister da Campetto di Biella.
Egli nelle ultime settimane del campionato appena finito, si è reso protagonista di un dilemma interiore che pare possa anche ispirare una serie tv:
Indeciso tra le le numerosissime offerte ricevute quando il Genoa era già praticamente salvo, ha tenuto sulle spine il Popolo (web)del Genoa e il Direttore Generale Marco Prestolini, soggetto che quando fu acquisito dal Genoa in seguito al golpe della corrente mediterranea, molti tifosi copiarono la famosa frase di Renzi ai tempi di Stefano Fassina:
"Ottolini chi?"
Non c'era giorno che egli non chiamasse Alberto da Biella, per sapere se avesse sciolto la riserva, manco fosse il candidato repubblicano alla Casa Bianca.
Fu a quel punto che Gila ispirato da un film di Totò, quello di quando mostrò ad Ignazio detto il Torchio, un mazzo di carte, in cui c'erano 40 Assi di bastone, invitando il bandito a scegliere una carta che poi avrebbe ovviamente indovinato.
Per sciogliere il dilemma del Genoa, a parte un piccolo irrisorio e simbolico ritocco dell'ingaggio, con l'aggiunta di qualche bonus compreso quello di un calcio nel culo fin sulla luna alle prime quattro sconfitte di fila, il Piemontese andò dal fioraio di sua fiducia e ordinò una margherita da 10 petali e la mise in un vaso d'acqua attendendo il momento giusto.
Si recò sul balcone della sua residenza e sotto tutti i petali del fiore scrisse:
Resto, resto, resto.
Proprio come fece Totò con il mazzo di carte pieno di Assi di Bastone.
Quando Prestolini lo chiamò, stava sfogliando il terzultimo petalo e in vivavoce annunciò che era giunto all'ultimo petalo e che a momenti avrebbe svelato la scelta decisiva:
"Resto, non resto, Resto!."
"Si direttore resto", si affrettò a dire, "ho appena sfogliato la margherita ed è uscito il petalo che mi aspettavo."
Prestolini fece un salto di gioia che toccò il soffitto e telefono subito all'Ad, il quale era al bar di sotto a bere un mojito con rigoroso ombrellino hawaiano.
Solo il giorno dopo potè comunicare a Blabla che Gila aveva detto sì, come quando qualcuno sull'altare sta per sposarsi, o come il mitico Uomo Dal Monte quando assaggiava un Ananas e dava l'Ok.
E veniamo alla fine al Frosinone, squadra che a parte i tifosi del Latina non dovrebbe essere antipatica a nessuno, suscitando al massimo ilarità per il dialetto ciociaro e i colori sociali che potrebbero ricordare la sciagura Sheva e il comico allergico alla giacca e cravatta pure quando va a chiedere soldi e armi.
Ed invece ai Genoani suscita qualche rancore ma buone prospettive.
Rancore perché impedì il primo posto in B proprio in terra laziale, dopo un campionato in cui i ciociari dominarono dall'inizio alla fine, ma soprattutto, essendo tutti discepoli ed adepti di Gilardson, avevano intravisto nel Frosinone appena retrocesso i potenziali nuovi acquisti del Genoa, che potevano fare al caso loro.
Tutti rigorosamente in prestito, diversi provenienti da Madre Juve, dove Prestolini ovviamente fece i primi passi nella culla di Madama, non ultimo Sulè, uno che potrebbe teoricamente sostituire Gudmundsson se non avesse messo le mani a posto e rischia con la sua mancata cessione, di far aumentare il debito della società e non continuare a tentare di abbatterlo in semplici comode rate modello Aiazzone da qui al 2050.
Se va bene e non ci mollano prima scappando a Cuba da Miami.
"Sto godendo come un porco per la retrocessione di De Francesco. Te no?", mi arrivò scritto alla fine dell'incontro allo Stirpe. Ma come mi sono chiesto, se il buon Eusebio malgrado la proverbiale sfiga, il passato breve al doria, e la vocazione quasi maniacale ai tentati suicidi sportivi di cui è capace, stai godendo?
Sulè e l'espulsione di Bani mi illuminarono come Archimede in Paperino.
"E la terza quindi quale sarebbe" si potrebbe domandare qualcuno ?Non è un problema che ci riguarda, in quanto prima con il Sassuolo, (un tiro in porta due goals ,record mondiale di Culardino) e l'ultima partita contro il Bologna che si giocava le ultime speranze di andare in Champions League schierando tutti i titolari, non ha lasciato dubbi e ha già tracciato le linee guida del prossimo campionato.
E' bastato che Vitinha baciasse il simbolo del Genoa, ma forse si stava solo pulendo il naso, per far dire all'allenatore che "le strategie di mercato", (sue), " erano già delineate:
"Ecco il prestito che fa per noi", avranno pensato i genoani afflitti da Gilardite acuta.
Il vice di Caridi ha quindi chiamato Prestolini, ed ha impartito la direttiva al Direttore Generale:
Diverse cambiali a lunga scadenza e un mutuo ventennale a tasso fisso dello 0.5 % e sarà nostro.
In attesa che Entusiasmo Ekuban accetti il prolungamento e la dilazione del suo ingaggio, passando dai 3000 euro al giorno ai 300 al minuto per altri due anni, che Badelj rinvii per altri tre anni il ritorno in patria, che a Sabellao facciano un contratto per battere solo le rimesse laterali anche quelle delle squadra avversaria, ma specificando di passare la palla a i suoi compagni, e che la Campagna di Russia, pardon di Genoa, è bella che conclusa.
Una è fatta, il Frosinone, la seconda, Udinese pure non appena Cannavaro finisce di girare gli spot televisivi sul prosciutto Baretta e le Skechers.
La terza squadra uscirà tra Empoli se confermano il mister da Bordo ring e una delle lombarde, lago compreso.
Dopo aver spezzato le reni alla Salernitana e al Frosinone, non dovrebbe essere impossibile scamparla contro il Monza e il Como.
Restano solo due dubbi:
Racimolare tra "una rosa che vale tra i 100 e i 120 milioni", quattro palanche per iscriversi al campionato e stabilire il titolo della serie tv ispirata a Gilardson prossimamente su Netflix se aumentano gli stipendi agli attori.
Un'idea di titolo ce la avrei:
"Fermati Andres!"
Con sottotitolo:
"Altrimenti facciamo brutte figure"
Aggiungerei se c'è spazio, magari alla fine della prima puntata:
"Non c'è un Euro".
Ianna