Zatopek
Il giudizio sugli anarchici difficilmente può essere obiettivo, trattandosi di movimenti la cui base è fondamentalmente individualista nella prassi, anche se orientata, in molti casi ma non tutti, alla difesa del "bene comune" dei più deboli afflitti dal potere. Rimprovero a Pasquale di fare spesso riferimento alla cronaca traendone conclusioni generali. Personalmente non ammiro Cospito, dato che a mio modo di vedere chi compie atti anti-sistema dovrebbe rivendicarli e accettarne le conseguenze, altrimenti ai miei occhi appiono vuoti di significato (Curcio, senza mai aver ucciso nessuno, ha accettato l'ergastolo a bocca chiusa, assumendosi la corresponsabilità delle azioni dei suoi compagni). Ma partire dal singolo caso Cospito per tranciare un giudizio che coinvolge tutti gli anarchici non mi sembra corretto.
Detto questo, trovo sempre stimolanti le "divagazioni" di Pasquale, anche quando certi riferimenti, vuoi per le storpiature dei nomi, vuoi per allusioni a vicende poco chiare per chi non segue la TV italiana, richiedono faticose ricostruzioni a posteriori.
Per esempio, in uno dei post degli ultimi giorni, ha citato Bruno Vespa. A causa del monopolio ingiustificato della RAI sulle partite della nazionale italiana, l'altra sera mi sono collegato dopo decenni di latitanza su RAI 1. E ho scoperto, con mia somma sorpresa, che Bruno Vespa c'è ancora. Esiste! E non solo esiste, ma invece di fare il giornalista che pone domande, fa l'uomo di parte che non interroga Conte o la mia Elly, ma confuta in modo inappropriato e anti-professionale le loro opinioni. Cosa che evita di fare con esponenti del partito della sua figlioccia e addentellati, nemmeno con Vannacci. Incredibilmente il figlio del Duce è ancora in sella e imperversa, non lo avrei masi sospettato.
L'altra cosa che non capisco di Ianna è l'idiosincrasia per i prestiti. Io adoro il prestito con diritto. Mi sembra un modo intelligente di acquistare un giocatore dopo aver valutato se si inserisce nell'ambiente, beve moderatamente, non si sputtana sui social, non molesta i compagni. Io userei il prestito con diritto anche se fossi pieno di miliardi. Pensa che bello se la concessionaria della Porsche o della Panda accettase che ti tieni l'auto per un anno, valuti se risponde alle tue attese, paghi l'assicurazione, la benzina e le gomme e, se non ti soddisfa, vaffanculo e gliela rendi.
Se mi eleggessero dittatore, metterei l'obbligo di riscatto anche sul matrimonio. Sai quanti drammi si eviterebbero. Magari con un termine più ampio, diciamo 3 anni, ai termini dei quali arrivederci e grazie, oppure si rinnova con pieno convincimento e così facendo si acquisisce anche il diritto di mettere al mondo figli. Perché a me continua a rimanere inspiegabile il motivo per cui serve una patente per guidare l'auto o per pescare, mentre chiunque può mettere al mondo figli senza nessuna cognizione di causa e nessuna prospettiva di futuro, oltre che senza nessuna reale protezione del piccolo inconsapevole da parte dello Stato.
A meno che non si segua il suggerimento di Platone: che esistono persone ideali per procreare figli belli e sani ed esistono persone ideali per educarli. Un'ipotesi che odora di razzismo, ma non priva di saggezza.
La campagna contro Gilardino, sempre a mio personalissimo parere, sbaglia obiettivo. Il ragazzo si è trovato in un mare tempestoso, obbligato a studiare da allenatore mentre allenava. Invece di fare lo splendido, ha scelto la via del lavoro. Non ha voluto rischiare, ma anch'io, quando mi hanno affidato la prima regia "istituzionale", ho messo da parte lo sperimentalismo dell'avanguardia, dove le eventuali cazzate erano gratis, e ho preferito motivare gli attori anziani, fare sentire protagonisti i consulenti musicali, i tecnici delle luci, i cameraman, passare serate a cena e dopo cena con loro, per arrivare a un prodotto basilarmente professionale, su cui poi innestare le idee originali. Che Gilardino queste idee originali le abbia in serbo non è dato sapere, ma le basi le ha messe, senza indulgere nel trucco del "bel calcio" che non si sa cosa sia, soprattutto quando perdi.
Ero invece molto deluso e incazzato per la gestione iniziale dei 777, prima sborona, poi minimaslista con l'affido a proconsoli ammanicati con l'ambiente. Ora che emergono le notizie dal Belgio, dal Brasile e dai tribunali, comincio a capire perché.
Ma senza Ianna, la vita è noiosa. Lo metto per iscritto.
La madre dei miei figli si chiama Ludmilla e aveva grande propensione per l'improvvisazione creativa e l'imprevedibilità. I ragazzini avevano coniato una massima, ispirata da una pubblicità: "Dove c'è Barilla c'è casa. Dove c'è Ludmilla c'è casino". Non l'ho mai considerato un insulto, ma un grande complimento per la loro mamma. Altrimenti è noia. (cit)