Da 60 anni il Bologna non calca il palcoscenico della Coppa Campioni; si appresta a farlo il prossimo grazie alla perseveranza della proprietà, l’ingaggio di Sartori e la fantastica cavalcata del buon Thiago, allenatore a noi ben noto in campo e fuori.
Un miracolo sportivo figlio anche di fattori esterni, a partire dal tracollo del Napoli scudettato e la crisi contemporanea della Lazio a fine ciclo con troppi giocatori decisivi demotivati e imbolsiti. Del resto ogni anno si assiste a qualche flop anche se le squadre medie (Atalanta esclusa fino a che genererà 100 milioni di plus annuali per la gioia del conto in banca del vate) fanno una fatica bestiale a salire il gradino tra la decima e la quarta piazza e diventa difficile persino qualificarsi in Europa League.
Tant’è il Bologna è riuscito, anche abbastanza tranquillamente, a qualificarsi in barba a pronostici e disponibilità economiche… wow! figata pazzesca e speranze accese per i tifosi di piazze come la nostra bisognose di conferme rispetto a politiche societarie corrette e lungimiranti anche se implementate altrove.
Il fatto Thiago abbia deciso di cambiare aria senza nemmeno aspettare la fine del campionato mi è, però, andato per traverso pesantemente pur essendo ormai avvezzo a qualsiasi genere di porcheria in questo calcio maledetto dove nessuna evidenza di campo riesce a contrastare il mero interesse economico dei protagonisti. La tentazione di elucubrare su aspetti etici è fortissima, seppure sono usualmente ritroso e dovendo ammettere di aver seguito pochissimo rischiando di perdere dettagli magari importanti per una corretta lettura della situazione.
Da fuori rimane un po’ di amaro in bocca, non per il Bologna di cui interessa zero ma per il calcio in generale, sempre più cinico e incapace di uscire da logiche puramente mercantilistiche anche quando, razionalmente, dovrebbero essere evitate. Perché quest’annata sarebbe rimasta comunque nel CV di un allenatore ormai considerato potenziale dal calcio che conta è avrebbe potuto “permettersi” di rimanere a Bologna per completare il ciclo aperto.
Non voglio iscrivermi al partito dei benaltristi ma davvero questa vicenda non riesce ad andarmi giù e la simpatia per il personaggio in questione ha virato in indifferenza se non peggio.
Tante belle cose a lui e alla rubbe… spero, senza esagerazione ma convintamente, in un flop clamoroso e in un pronto esonero.
Scignoria!