Grande apprensione alla vigilia della partita. Soffro all'idea che il figlio di Bortolazzi sia stato convovato per accompagnare i giocatori all'ingresso in campo. Per un bambino trovarsi a pochi metri da Milinkovic-Savic potrebbe rivelarsi un trauma psicologico gravissimo.
Purtroppo giocano anche gli avversari e ad un Genoa che appare definitivamente più mobile e più disteso in campo si oppone un'ottima disposizione tattica del torinista Vanoli, che in precedenza non mi aveva mai impressionato per acume.
Il primo tempo si trascina con un paio di occasioni per parte e molti dei nostri sotto tono, primo fra tutti Badelj, oltre allo snervante Miretti al quale dovrebbe essere proibito calciare le punizioni e toccare palla nella nostra metà campo. Il secondo tempo è incommentabile, vista la quantità di orrori tecnici dell'una e dell'altra squadra. Andrebbe fatta un'autopsia sui palloni, casomai ci fosse un marchingegno all'interno per renderli incontrollabili. Si finisce senza sussulti e con un'insensata protesta dei nostri per i tre fischi finali con possesso palla dopo un corner battuto da Miretti con quasi 30 secondi di tempo perso per sistemare la palla. Raramente ho visto una partita come questa dove nessuno meritava la vittoria. Vieira inanella la terza partita senza prendere gol su azione e questa è forse l'unica nota positiva, ma non si capisce ancora se sia merito suo o della mitica moglie di Piero che magari ha sfidato la pioggia. Ora le partite difficili sono finite. Si profilano le sfide facili contro Milan e Napoli, dove tutto quello che viene è lusso sfrenato.
Terza apparizione di Balotelli, che prima o poi piangerà lacrime di sangue come le madonnine degli imbrogli religiosi. Io non sono sicuro che abbia toccato un pallone che sia uno, ma il dibattito è aperto.