Allo Stadio Pino Zaccheria va in scena l'incontro di calcio tra due delle squadre più blasonate del nostro calcio.
Il Milan scende in campo con la divisa dei satanelli, mentre il Genoa si affida al gallinaccio barese al posto del grifone Genovese.
La squadra che fu di Silvio ieri sera ha festeggiato i suoi 125 anni di storia, nemmeno in questo è risultata prima, ha in compenso messo in mostra tutte le sue Vecchie Glorie che forse sarebbero bastate per battere il Genoa del presidentissimo milanese Alberto Zangrillo, precursore indiscusso di fasce di garanzia e certificati medici.
Tra i tanti volti del passato, non è passato inosservato il fratello di Rijkaard con tanto di meches, e un Ruud Gullit senza le sue proverbiali treccine , che le ha prestate per la storica occasione al neo capitano del Milan, il portoghese Leao, che si è visto in effetti solo per quello.
Una parata di stelle quelle milaniste con alla testa Ibrahimovic, che " è talmente dentro il Milan", parole del portavoce di Sky Peppe di Stefano, che lo svedese ha ben pensato di imitare Roberto Benigni nel famosissimo Piccolo Diavolo, quando davanti ad uno sbigottito, Walter Matteau non si stancava di ripetere che lui, se glielo chiedevano, " entrava dappertutto, anche nelle suore."
Presenti Franco Baresi con la mano alzata a ricordare i fuorigioco che chiamava sempre al posto del guardalinee, il presidente Scaroni che ha ricoperto più cariche economiche e politiche di Andreotti, l'indimenticabile Furlani autore dello scatto prodigioso sotto la gabbia dei rossoneri a Marassi nel giorno del ladrocinio di Pulisic, la cui assenza oggi si è sentita eccome.
Assente invece Leandro Meani, non uno dei tanti Lentini dell'era del Berlusca, ma colui che aveva i rapporti con gli arbitri ai bei tempi, in quanto è dovuto correre a casa, non perché sua figlia avesse rotto le acque, ma in quanto aveva dimenticato il cellulare e il numero di telefono di Rocchi, oggi provvidenzialmente collocato sotto la voce Paolo Bergamo.
A lanciare i cori in curva sud del Milan ,non più Lucci impegnato con le inchieste giudiziarie e in cerca su Immobiliare .it di una bella cella a San Vittore, assente Salvini impegnato a comporre precettazione per il prossimo sciopero fissato a breve, è parso di vedere tra la folla, in loden e cappuccio l'indimenticato assassino Simone Barbaglia in gita premio.
E soprattutto non c'era più Galliani con le sue grida, per la disperazione del regista che non ha trovato nemmeno il figlio, scomparso appena il padre è passato al Monza.
A rappresentare il Milan quindi c'era solo lui il povero Fonseca, che la settimana scorsa dopo aver richiamato e sgridato alcuni giocatori, ora si aspetta di essere a sua volta richiamato e forse esonerato.
La Rivoluzione non dei Garofani del portoghese, non ha prodotto nulla se non un paio di panchine eccellenti e Paulo ha già pronto il biglietto di ritorno con la Tap destinazione Braga, dove ha già allenato, in quanto nella cittadina a pochi km da Oporto, ci sono delle panchine spettacolari dove poter discutere e discorrere di calcio con gli abitanti locali.
Presente anche Mauro Tassotti, lo specialista delle difese ai tempi di Sheva al Genoa.
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Contro questo stellare Milan , il Bari pardon il Genoa sembrava quel l'inquilino che si sveglia la mattina, si affaccia alla finestra, vedo che c'è nebbia e freddo e si chiude in casa con guanti, giacca e cappello di lana.
Guai ad uscire dalla metà campo propria, il che equivale a non mettere mai il naso fuori dalla stanza da letto.
Chi è abituato al freddo polare e dovrebbe essere pronto a queste situazioni, era il norvegese Thorsby, che da quando è stato riscattato obbligatoriamente dall'Union Berlino, sta trovando una nuova giovinezza a furor di presenza da titolare.
Non solo, in quanto la nota marca Breil, gli ha la settimana scorsa proposto un nuovo spot sulla falsariga di quello di Haaland con i salmoni norvegesi:
"Toglietemi tutto", recita la prima parte dello spot, "ma non passatemi il pallone con i piedi che non so che farmene."
Il simpatico norvegese è in preda ad un dilemma calcistico che sfocia nell'esistenziale:
Chi gli ha detto anni fa nelle lande scandinave di darsi al calcio, e da dove gli sia nata questa passione.
La cosa ancora più invereconda è che in Norvegia si è saputo chi abbia ispirato Breivik, ma non chi sia stato lo scopritore delle doti calcistiche di Thorsby.
Forse un maestro di sci di fondo?
Lo stesso si potrebbe farlo a Badely:
"Chiedetemi tutto ma non di correre".
Il Milan che ha ricordato anche i tempi di Giusy Farina, ha prodotto un tentativo di autorete da parte di uno che sia chiama appunto Milan, un colpo di testa all'inizio della ripresa che ha fatto segnare presente a Leali, e due occasioni da parte di Morata, mossa della disperazione da parte di Fonseca quando non si vuol vincere.
Il buon Alvaro Morata Vitali che vanta più follower su Instagram che dribbling riusciti nella sua lunga lunga carriera, dopo quel sinistro alto , ha avuto la più colossale delle occasioni, ma un esitazione gli è stata fatale:
Nel momento in cui stava calciando, ha pensato ad Alice Campello, a quale fotogramma mettere sul profilo e nel momento in cui ha calciato da tre metri, ha colpito l'unico palo nelle vicinanze.
Con Leao che nell'intervallo aveva messo le treccine di Bob Marley sperando avessero più sciolina, con un paio di innesti nella ripresa che nemmeno Fonseca conosceva, mancava solo l'ultimo tassello affinché la festa dei 125 anni avesse un buon fine:
Che l'arbitro Guida la guidasse in nome della nuova norma del codice della strada:
"Non fatevi male".
E così ha fatto , non fischiando due rigori che ai tempi di Silvio, Enrico, Meani e Capozucca si fischiano pure senza Var.
Unico problema per Guida era lo stesso di quando Totò scese alla centrale ai tempi di Totò Peppino e la Malafemmena.
"Non prendere freddo "
E c'è riuscito alla grandissima grazie anche ai the caldi di Caressa all'intervallo.
Quando poi per una distrazione improvvisa che poteva costargli punti e soldi per il nuovo codice della strada, ha fischiato a pochi minuti dalla fine del termine una punizione dal limite, ha osservato bene Martin e si è raccomandato guardandolo soltanto, di come tirare la punizione dal limite:
Alta.
A difendere i pali della porta del Milan, c'era Maignan il quale con una divisa tutta nera da becchino, non ha fatto altro durante tutta la partita di mettersi ai limiti dell'area di rigore e aspettare , semmai fossero arrivati, gli attaccanti del Genoa , per abbatterli a ginocchiate come fece con Ekuban la scorsa stagione.
Stesso dicasi per Fofana sicuramente il miglior in campo a non farsi mai vedere, ed ad essere quasi mai nominato dai telecronisti italiani e stranieri presenti sulle diverse piattaforme streaming.
Noi che siamo abituati a quelle noiosissime partite della Premier League, che propongono desolanti 0-0 e non questi spettacolari 4-4 come ieri sera, abbiamo messo in moto un esperimento:
Perché non guardare la Lega Italiana Tim facendo finta che sia Premiere League?
Come si faccia è presto detto:
Segue.
Ianna