Sunnyboy253 Che bella la nuova maglia. Dale Genoa dale Boca!
Un ragazzo aveva due sogni:
Far parte del club del 98% ed entrare a Marassi.
Per il primo obiettivo ci ha messo relativamente poco tempo per la giovane età, non dimenticando di ricordare "la popolazione non rappresentativa italiana".
Il famigerato 2%.
Il secondo obiettivo stranamente è un pò più difficile da realizzare ma ci sta provando.
In navigazione incognito durante le dure ore al lavoro di ufficio, e appena prima di sognare la sera, fantastica:
"Dov'è che non lo vedo.
Ah si eccolo laggìù."
Belin mancano tre ore e già sventola, vabbè ci provo:
"Scusami sono Marco, perchè sventoli quella bandiera?
Guarda sotto il mio giubbotto, la ho appena comprata, quasi 100 euro e ho quasi finito la collezione della Kappa.
Ho comprato di tutto, mi mancava questa.
Visto che colori sgargianti?
Sembrano i colori della Svezia, anzi no del Parma, o se proprio vuoi restare in attualità, in quelli dell'Ucraina.
Mi dici come ti chiami almeno?"
Lui lo guarda stupito e dopo averlo squadrato bene , sbiascica un silenzioso e quasi irritato, "Manolo".
Il giovane tifoso che si aspettava chissà che, lo saluta e va via.
Uno squillo del cellulare lo avverte quasi simultaneamente:
"Il Genoa Club Argentina sconfessa la scelta marketing della maglia del Boca come quarta maglia del Genoa. "
E ancora:
"Oggi siamo stati contattati da tifosi del Genoa provenienti da tutta l’Argentina che si sono indignati per questa decisione"
Il presidente onorario del Club del 98% non capisce o non si rende ancora conto.
Pensava di essere tra tanti ed invece è lui solo.
Con Manolo.
Si gira indietro e Manolo sventola imperterrito la bandiera gialloblù.
Lui si guarda la maglietta e quasi gli sembra che al posto del Grifone ci sia il simbolo che appare sulle magliette di Zelenzky.
"Ho buttato nel cesso quasi 100 euro".
No, 98 per la precisione.
Quando si avvia su per la Nord qualcuno che conosce ma che non ha mai visto gli grida dall'alto:
"No sosi nada!!".
Non distingue nulla, compresa la voce.
E nemmeno la maglia di Francescoli che non vedrà mai.
Ianna