Che cos'è la Nemesi? Da oggi la risposta è facile. È il colpo di testa di Vasquez che fa piombare il San Paolo nell'angoscia e premia un Genoa sceso a Napoli per giocarsela. Segna il più "Genoano" dei giocatori in campo nella partita del campionato in cui ha sofferto di più e preso le prevedibili imbarcate contro la strapotenza fisica di Lukaku. 40 punti dedicati a Mashiro da tutta la squadra.
Entrava in campo il Genoa mentre nella Maestranza di Siviglia irrompeva il quinto toro della leggendaria corrida di Miura che chiudeva la Feria. Non avrei mai immaginato di guardare il Genoa con un altro schermo in parallelo, come i grandi esperti che pontificano dopo aver visto spezzoni di partite su non due ma tre o quattro schermi in parallelo. Pepe Moral, un anziano torero alla fame, uno di quelli che per sfiga nera finiscono nelle pieghe del dimenticatoio e che hanno una sola opportunità all'anno di scendere nell'arena, si giocava la vita e probabilmente la carriera con questi tori che da 200 anni seminano il terrore e che provengono direttamente, senza mai essere stati incrociati e annacquati, dalla preistoria. E mentre Pepe consolidava le sue ansie di trionfo, ho visto bene Lukako fare volare via Vasquez con una sbracciata, come fosse un ragazzino, e infilare la palla in porta. Ho visto i due tunnel consecutivi nella stessa azione dei nostri che preludeva al gol, su geniale imbeccata di Messias, colpo di testa di Ahonor e autorete di Meret. E mentre Pepe Moral, il diseredato eroico, dava la vuelta al ruedo (il giro d'onore) per il meritato trionfo, ho visto altre cose. Che Ahonor ha affrontato l'esame con decisione, che un paio di volte Masini si è fatto contagiare da Messias nella malattia di non liberarsi della palla, che Norton Cuffy sta facendo più che bene le prove da titolare, che Otoa può crescere visto che le sue prime esibizioni, seppur interlocutorie, mi sembrano più sicure delle prime prove di De Winter, per dire. Per l'occasione la squadra scende in campo per giocare e gioca, cavoli se gioca!
Intanto all'intervallo il tramonto cala su Siviglia e la corrida ha fine. Faccio in tempo a pensare che Blazquez se l'è persa e che non sa che cosa ha perso, lui che l'aria di Siviglia l'ha respirata.
Nel secondo tempo la pressione del Napoli si fa veemente, ma riesce a cavare un gol solo per una delle tante giocate fuori categoria di Mac Tominay e un guizzo da applausi di Raspadori. Ma i nostri non mollavano, soprattutto Norton e Ahanor, oltre a Frendrup e Masini chiamati a un superlavoro oscuro ma prezioso. Entrava bene anche Martin, come un pimpante Venturino e il solito baluardo Bani. Ma l'ultimo a mollare era Vasquez, probabilmente furioso per la sua difficile partita. Si lanciava in area, perdere per perdere, e segnava. Era destino.
Complimenti alla squadra. Il Napoli non può recriminare, perché il Genoa, seppur in maglia nera, non ha rubato un punto facendo le barricate e sparando palle in tribuna. Ha pareggiato ed ha anche provato a vincere giocando. Chapeau!