LajosDetari
Prima di ogni altra cosa, non ce l’ho con nessuno e tantomeno con te: anzi, nutro un pregiudizio positivo verso chiunque scriva su QdM, fatta eccezione per rari casi in cui non ho problemi a rimarcare le mie critiche. Di contro, sono sempre pronto a prenderle di persona, perché il dissenso è il sale della discussione, purché si mantengano educazione, buon senso e una comprovata fede genoana.
In pratica, quindi, dissento solo in casi molto rari consapevole di non avere verità “pret a portaire”.
Da settimane leggo i tuoi post, tutti improntati a ricordi, evocazioni e richiami preoccupati, e sempre con un’accezione negativa, basata su fatti in divenire o su illazioni di cui, ammetto, sono prevenuto fin dall’inizio. Mi riferisco alle indiscrezioni giornalistiche di cui diffido non perché infondate, ma perché servono interessi di società concorrenti in posizione di forza o di agenti di calciatori “malintenzionati” nei confronti del Genoa CFC per ovvi motivi di natura commerciale.
Dell’umore generale mi importa poco, non per presunzione, ma perché, dopo anni di confronto, ho imparato a riconoscere il fenomeno di uniformazione del pensiero, che rischia di distorcere la discussione.
Riguardo al “de profundis”, potrei estrarre molte delle tue metafore ed esclamazioni. Anche dai post in cui sostenevi la ragionevolezza della cessione di Honest. Tuttavia, hai sempre richiamato il dissesto societario e prospettive negative (se non nefaste), commentando un mercato ancora a metà del suo percorso naturale. Non sono d’accordo.
Secondo me — e rispondo anche a Layos con la “y” — si tratta semplicemente di un difetto di aspettative: avrei preferito, e ritenevo necessario, un maggior impegno negli investimenti per preservare il valore a garanzia del debito.
Anche la cessione di Honest come primo atto della sessione estiva è oggettivamente deprimente, e l’ho sempre sostenuto.
Non condivido invece il “tanto peggio, tanto meglio” che ho letto nell’ultimo mese: ne comprendo le ragioni, ma non le condivido, almeno finché non vedrò un depauperamento della rosa che metta a rischio il rapporto tra debito e valore commerciale dei giocatori — vero parametro da monitorare insieme a costi e fatturato. A chi ritiene che queste grandezze non si traducano, alla fine, nelle soddisfazioni che traiamo seguendo la squadra non saprei che dire.
Ritengo, infine, pretenzioso concludere e sentenziare rispetto alle operazioni già definite prima di averne evidenza sul campo.
Con rispetto per le opinioni altrui,