"5", "10" e "20"
Al calar della sera di giovedì scorso ne aveva raccolti 55 da 5 centesimi e una trentina da 20 centesimi.
E li aveva messi tutti nella sua biscioeta.
In un primo momento, aveva pensato pure di raccattare qualche moneta da 1 o 2 centesimi, ma ci avrebbe messo più tempo a raccoglierne che a contarle, e allora si concentrò sui pezzi "grossi".
Ad oggi il conteggio parla di quasi 25 euro, giusto il costo di un risotto allo zafferano di Dacca , e forse un insalata senza radicchio di Rossiglione..
Per il pedaggio, la benzina e la sosta all'autogrill , si affidava alla dea fortuna acquistando semmai, qualche gratta e perdi denominato Masone città mondiale della Pioggia 2025.
Flavyn Mason ormai aveva un solo obiettivo da mesi:
Non quello di andare a Marassi a salutare il Genoa per l'ultima partita della stagione, manca dal Ferraris da un Genoa Brescia nella Sud giocata un pomeriggio feriale, quando senza i tornelli e i QR code riuscì a intrufolarsi sotto la gonna di una prosperosa concittadina che non ha più rivisto dal quel giorno, in quanto è più probabile veder Orietta Berti cantare alla Festa del Primo Maggio "Finchè la barca va" che essere sfiorati da tre raggi di sole a Masone, non a pianificare le ferie quando in estate la sua ditta di Edilizia Acrobatica chiude per sette giorni a cavallo del 15 Agosto, non dai vetri da pulire perchè non ce ne sono e scarseggiano pure le cacche dei piccioni, ma in quanto lui aveva un solo scopo:
Ritornare a Lugano , rivarcare il confine con la Svizzera e incontrare semmai il nonno di Heidi.
Aveva saputo per via traverse, che un nuovo pranzo si sarebbe svolto da qualche parte, e da allora aveva escogitato un piano, anzi diversi e tutti con grande strategia tanto che alla biblioteca di Masone aveva preso in prestito, il libro preferito del suo idolo Gasp., l'Arte della Guerra di Sun Tsu, e che non aveva ancora restituito, costringendo la madre a pagare libro e multa per il ritardo nella restituzione.
Lui che aveva le cosiddette maniche larghe, che non badava a spese, e da poco si era fatto ricucire il buco nelle mani dai soldi che gli uscivano dal palmo , che ogni mattina aveva dovuto smettere di raccogliere le banconote da 5 euro, che spuntavano sul ramo d'albero del suo appartamento in Via Palindromo 9, aveva avuto una sensazionale idea:
Sul Rock che prende ogni mattina alle 6-45 da Masone Centrale, Flavyn Mason aveva escogitato un piano geniale:
A casa si era stampato dei piccoli bigliettini modello da visita, aveva recuperato quei pupazzetti che escono dagli ovetti Kinder e atteso l'arrivo del treno.
Questo era il progetto ideato per sei lunghi mesi, fino alla data in cui ci sarebbe stata la nuova cena.
Alle 6.50 con i canonici 5 minuti di ritardo era salito sull'ultima carrozza , atteso che il capotreno salisse sulla prima, aspettato che i passeggeri si sedessero tutti, e chi tra sonno arretrato e il maleodorante odore dell'alito senza dentifricio, aveva dato inizio al suo piano:
Aveva scelto tutti i passeggeri con il posto libero al fianco, e aveva lasciato mentre loro si abbacchiavano in cerca della posizione giusta, il bigliettino con il pupazzetto:
"Sono Flavyn Mason della edilizia acrobatica di Masone.
Chiedo piccolo contributo per partecipare alla cena a data da destinarsi.
In cambio ,offro consulenze acrobatiche per le vostre finestre e in casi eccezionali anche per balconi."
E qualcosa aveva racimolato.
Flavyn credeva tanto nel progetto che aveva elaborato contando le pecorelle sul soffitto.
La ditta andava bene tra tasse da pagare, iva arretrata, incontri all'agenzia delle entrate, crediti inesigibili e la data di chiusura per cessata attività o fallimento coatto, non era poi così vicina.
Si era solo ricordato di conservare una fune, non sia mai che gli potesse servire per qualcuno , per il curatore fallimentare o per chissà cosa altro.
Ma come spesso accade , qualcuno non si sa chi, fece la soffiata e una sera al binario della stazione si presentò senza preavviso Gianna, la sua compagna nonché indimenticabile commessa della Primark di Masone:
La avevamo lasciata che era prima infermiera, poi contabile di Flavyn fino a diventarne la segretaria.
Aveva un sogno nel cassetto Gianna:
Passare capo reparto alla Primark con la possibilità di non vestire più i manichini, ma mettere solo a posto le centinaia di capi di abbigliamento che la popolazione di Masone e dintorni, misurava e poi gettava sugli scaffali o a terra .
Quando Gianna seppe del progetto ambizioso della futura gita fuori porta di Flavyn, e di cosa faceva sul treno delle 6.45 per Brignole e soprattutto di essere stata ancora una volta esclusa dalla gita che avrebbe fatto con piacere, chiese due ore di permesso, e lo attese in stazione:
Gli aveva messaggiato che quella sera si sarebbero visti in stazione, dato che lei non poteva uscire mai prima delle 20 , ma quando il treno stava arrivando in stazione, la voce elettronica "Fare attenzione alla linea gialla" a Masone non esiste, si nascose nell'androne del sottopassaggio in modo talo da poterlo vedere ma senza che lui la potesse notare.
Vide che la cercava con lo sguardo, girandosi a destra e a manca senza vederla, poi prese il cellulare e lo vide che componeva un numero, il suo.
lo fece squillare ma non rispose, lo fece suonare a vuoto per due tre volte.
Quando vide Flavyn dirigersi verso l'uscita lei era già dietro un pilone e attese il momento giusto che svoltasse l'angolo:
con un braccio di un manichino preso in prestito dal reparto uomo della Primark di Masone, e ben nascosto dentro la borsa Ikea con solo le dita sporgenti , gli diede un colpo all'altezza del ginocchio, prima destro, poi sinistro, che Flavyn rantolò a terra come un tronco d'albero della foresta amazzonica.
Dalle tasche dei pantaloni e dallo zaino Temu che il nostro eroe aveva comprato ad 1.99, caddero tutti i pupazzetti gialli e rossi che gli servivano l'indomani sul Rock.
Gianna mentre lui stramazzava e si contorceva al suolo, infilò le mani nella tasca della giacca del suo pseudo compagno, ne aveva una dozzina di quei bigliettini ,un giubbotto del suo bisnonno risalente alla Prima Guerra Mondiale e alla celeberrima battaglia tra i guelfi e ghibellini dell'altopiano di Masone , glieli buttò tutti, nessuno escluso sul selciato, lì strappo e li calpestò fino a distruggerli tutti , uno ad uno.
Andandosene via imperita Gianna gli urlò dietro:
"Non ti sposo più.!"
Ma di questa sua proposta raccapricciante di cui nemmeno lui sapeva nulla, non ci aveva mai pensato e di cui era completamente all'oscuro, ne scriveremo appena uscirà dal Nosocomio di Masone, dove è ricoverato da tre giorni con fratture multiple, e appeso al soffitto con corde lacci e lacciuoli non ultimo la sua fune della Edilizia Acrobatica sezione di Masone .
Ianna