Como è sempre un mix di sentimenti per i tifosi Genoani. Ancora vivo il ricordo di Edo. Vieira dispone in campo una squadra solida e motivata che sembra imbrigliare i cascatori di Fabregas. Ma ci sono due fattori che fanno pendere subito il risultato dalla parte dei lariani: uno è la presenza di un fuoriclasse capace di inventare colpi contro cui nessuna tattica può opporsi, l'altro è Martin le cui debolezze difensive sono state viste da Fabregas che gli ha messo contro un pellegrino corridore. Subito il gol, cambia l'impostazione tattica. Stare agganciati al risultato che solo la sfiga evita a Masini di riprendere a due passi dalla porta. L'obiettivo di arrivare all'intervallo col minimo scarto è comunque conseguito. Si tratta solo di non subire altri gol, in funzione di un ultimo quarto d'ora all'arrembaggio.
Rimane il grosso problema della nostra fascia sinistra, dove Martin non ce la fa. Cosa deciderà Vieira nell'intervallo?
Non decide niente, non cambia niente, ma infila una pastiglietta di sonnifero nel the di Khun, il velocista della loro fascia destra, che nel secondo tempo non combina più niente e lascia campo libero a Martin.
Il Genoa preme e impedisce al Como di sciorinare le trame noiose del noiosissimo Fabregas. Purtroppo manca la qualità nell'ultimo passaggio e, con mia sorpresa, non si materializza il previsto regalo del trappolone Ramon, quello che deve mangiare tanta pastasciutta prima di fare il difensore in serie A. Poi arrivano gli attesi cambi per il serrate finale, che non sono le stelle costosissime del Como, ma i Messias, Ekhator, Ekuban e Carboni. Tanti calci d'angolo calciati peraltro male da da Martin, ma anche tanta pressione. E alla fine il regalo del disorientato Ramon arriva sotto forma di espulsione. Sugli sviluppi tacco di Messias per Carboni, che la accarezza, la mette in mezzo dove Norton Cuffy si proietta, autopalo di un comasco e gol di Ekuban sulla ribattuta.
Eccoci. Altro che calcio champagne dei lariani e dei loro 200 milioni, altro che possesso palla del 70%, c'è in campo un Genoa operaio che ti fa cagare ogni giocata con sofferenza, caro profeta spagnolo. L'unica differenza, per 90 minuti è stata rappresentata dalla qualità, ma se voi avete Nico Paz noi abbiamo Ekuban. Non sapete chi sia? È l'uomo della lotteria, quello dei gol inattesi.
Bene, un punto, un'esibizione di volontà e di compattezza di squadra e soprattutto un sospiro di sollievo: in pochi giorni ci siamo liberati dei due allenatori più rompicoglioni della serie A. Fabregas e Tudor, perennemente coi piedi in campo a dettare i tempi e a tentare di condizionare l'arbitro. Per un po' di mesi non li vedremo.