La notizia del giorno è che abbiamo consolidato l'ultimo posto, liberandoci dell'ingombrante presenza del Pisa. Ci resiste il Lecce, il cui allenatore ha vaste esperienze di retrocessioni, ma la corsa per arrivare ultimi è tutt'altro che chiusa. Sia chiaro, se devo retrocedere, voglio retrocedere ultimo, e anche di un bel po'. Mi voglio risparmiare l'umiliazione di dipendere umoralmente, nelle ultime giornata, dai risultati di Cremona o di Parma. Preferisco andare giù come un piombo, con le nostre giovani plusvalenze in campo, da noi e in un'altra mezza dozzina di squadre.
C'era chi confidava in un colpo d'ala a Torino, o in un colpo di culo. Dimenticando che il colpo di culo lo avevamo già avuto e sprecato domenica scorsa e che per averne un altro ci servirà aspettare mesi. Si è visto nel finale. Questo Torino sembrava troppa roba per noi. Schiera un solo trequartista, ma vale più dei nostri 5 o 6 che si alternano con alternanti fortune. La nostra classifica rimane quella immeritata della scorsa settimana. Prima o poi questa sequenza finirà e la prospettiva è che tra poco si trasformerà in una disastrosa classifica del tutto meritata. Perché quel che si spreca raramente ritorna, neppure a Natale.
Eppure era cominciata bene.
Mentre molti favoleggiavano sull'esigenza di fare passi avanti per scalare la scala del successo, la soluzione era molto più semplice. Per vincere finalmente una partita era necessario fare un passo indietro, tirare fuori dal cestello della merenda un panino al salame e gustarlo in santa pace. Altro che caviale e tartufi. C'è chi si rovina per schierare Modric, Leao, Lautaro, Nico Paz, Yldiz, DeBruyne. Ma anche noi siamo in grado di calare l'asso, quando serve. Il nostro asso di chiama Thorsby. Basta lui, vicino a un ragazzo che studia da centravanti con alcune skill del vero centravanti, già da ora, e il gioco è fatto. Un passo indietro, un bella riga nera e spessa sui nomi suggetivi di una mezza dozzina di trequartisti dai piedi buoni e dal sacco scrotale vuoto ed ecco qua un Genoa modellato su quello dello scorso anno. A pensarci, Ottolini poteva andare in vacanza da giugno ad agosto e non stressarsi a non fare mercato, tanto era uguale. Il Genoa dello scorso anno bastava e avanzava. Gol di Thorsby e rigore sbagliato da Jeff per eccesso di sicurezza, forse.
Non solo. Il Genoa teneva botta sia sul piano del gioco sia sul piano della grinta per oltre un'ora. Poi il Toro metteva Lazaro e Ngonge e pioveva dal cielo una sciagurata deviazione di Sabelli che valeva il pareggio. Purtroppo usciva Simeone, che Ostigard conosce come le sue tasche e non gli fa toccare palla, e la nostra difesa va in bambola su calcio d'angolo. Nel finale clamorose occasioni sventate da Paleari. Quando si arriva vicino o oltre il 90° per il Genoa cala la notte delle streghe: rigori sbagliati, pali, traverse, portieri che parano anche i missili di Putin.
Non poteva andare diversamente visto che il Torino è sponsorizzato da Suzuki, che domenica scorsa ci ha costretti allo 0-0.
Siamo sempre in attesa del famoso "piano B" di Vieira, a meno che non sia il piano per scendere in B.
Allegria!