Nuovo Cinema Inferno
Quando già scorrevano i titoli di coda, qualcuno cominciava ad uscire prima per evitare la calca, certo che la trama si sarebbe spenta senza sussulti, il regista occulto del Nuovo Cinema Inferno, ha deciso che ci volesse un colpo di scena finale.
Anzi due:
Prima un fendente al corpo che ha lasciato al suolo il nostro eroe dello schermo e poi, non contento, ha messo in scena lo stesso personaggio di sempre, che come nel film precedente non ha saputo dare una svolta e forse un sequel al film di ieri.
E' come quando nella tua testa , guardando un film ti costruisci il tuo personalissimo finale, ed invece ne arriva un altro, quello già scritto da un copione impietoso e crudele.
In quel cinema, per uno strano gioco del destino o forse solo per un gioco della memoria cadente , alla fine mentre defluisci, ti è sembrato che in quel cinema ci sei già andato e la pellicola di ieri è la stessa che avevi già visto un paio di anni prima.
L'uomo dal bell'aspetto imperturbabile e tenebroso, non sa che dire e non soprattutto sa che fare.
Lui è un uomo di scrivania mica di campo.
L'uomo con il berretto non si rende conto della situazione , si guarda intorno non a cercare qualcuno, ma a capire il perchè, attendendo che quello al suo fianco gli spieghi cosa è successo.
E cosa deve fare, dove deve firmare.
La "maschera" è immobile come una statua , impugna la sua Samsonite e riparte .
Nuovi colloqui prima e dopo lo attendono.
Gli spettatori che hanno pagato il biglietto non si aspettavano questa fine.
Il film a lunghi tratti era piaciuto e pensavano che l'assassino sul finale non si presentasse , e credevano in un finale meno cruento.
Nei titoli di coda, mai cosi lenti , neri su sfondo bianco, non si capisce se appare la parola The End oppure Arrivederci alla prossima puntata.
Si sa solo che gli attori saranno sempre gli stessi e che il lieto fine, o la fine del film, è solo rimandata per far posto all'agonia o chissà, ad una nuova serie, che come è noto non sarà mai bella e riuscita come la prima.
Non ci resta che pagare un nuovo biglietto e accomodarci possibilmente senza pop corn, in una sala nella quale pensavo non mi facesse più male tornare, e nella cui non volevo più trovare posto.
Ianna