Ragionando a mente fredda appare evidente che, sia nella dirigenza sia nel settore tecnico, ci sono problemi di non facile soluzione che si annodano tra loro.
Trovo molto ingenuo parlare di formazione e di gioca questo, gioca quest'altro, senza provare ad andare alla radice di una situazione che si è ingarbugliata oltre ogni logica previsione.
Ritorneremo sul punto più avanti, ma anticipo subito il mio convincimento che nella dirigenza non ci sia nessuno, e sottolineo nessuno, che capisca veramente di calcio, che capisca di calcio italiano e soprattutto che capisca di calcio a Genova.
Comincerei dal settore tecnico, che è quello che spiattella più verità rispetto alle sensazioni.
La realtà è quella di un fallimento totale del progetto tecnico. Detto in parole più crude, il fallimento delle presunzioni di Vieira. La scelta di un modulo propositivo ha prodotto grande confusione e un continuo rimescolamento di formazione, con almeno una mezza dozzina di giocatori che si pestavano i piedi nello stesso ruolo. Era una mia paura espressa qui sopra dopo la partita con la Juve, se non erro, convinto che l'alternanza senza un'idea definita di titolarità alla lunga avrebbe prodotto crepe nello spogliatoio, non solo per deprecabili motivi di orgoglio, ma anche per più accettabili motivi di autostima e sicurezza. Carboni, Messias, Cornet, Ellertsson, Norton, Grobaek, Malinovsky, Stanciu, Vitinha, più Venturino, Thoersby, Cuenca e Fini, provati una volta qua, spostati una volta là o inchiodati in panca, non erano e non sono un bel quadretto. Parliamo di una dozzina di anime perse. Hai voglia di mantenere la coesione che serve per vincere sputando sangue. Mi chiedevo, mesi fa, se Vieira avrebbe saputo gestire la situazione, ma evidentemente no, se ancora ieri ha proposto l'ennesima formazione diversa. Significa che non ha chiaro chi sia utile al suo modo di giocare e significa in particolare che ha fatto l'errore sacchiano di ritenere secondario l'affiatamento rispetto al rendimento del singolo. La famosa e facile obiezione del mercato a 0 euro non regge, perché a 0 euro puoi prendere profili di giocatori diversi e ben più utili in ottica salvezza. Basta guardare nella rosa della stessa Cremonese, o del Verona o del Cagliari. Profili sbagliati. Da chi? Non certamente da Sucu e BBB, la cui responsabilità è relativa alla disponibilità economica, non alla scelta tecnica. E non credo neppure di Ottolini, bravo a vendere ma non il tipo di DS che si impiccia di moduli e di tattiche. Quel tipo di scelte le ha fatte Vieira, con l'unico vincolo di promuovere l'inserimento dei giovani del vivaio. È l'unico in grado di proporre un'idea di calcio e quindi profili di gocatori secondo lui utili. La mia sensazione, peraltro, è che sia stato ingaggiato con un ruolo molto ampio, quasi da manager del settore tecnico, all'inglese. O quel ruolo se l'è preso, fa poca differenza. Siamo l'unica squadra su 20 che schiera un centrocampo con due soldatini da contenimento incapaci di qualsiasi barlume di brillantezza. Non è questione di 0 euro, è proprio questione di fisionomia. Visto ieri Payero, che recupera palloni, si inserisce, picchia e non fa mai il passaggetto scontato. Ma anche un Mazzitelli o in passato il triste Rigoni erano 0 euro con qualche skill diversa dal grigiore del passaggetto laterale al compagno più vicino che te la ripassa. Loro e nessuna alternativa o quasi, salvo l'arrivo folcloristico di Onana in extremis. Sembrano tutto, fuorché scelte fatte da qualcuno senza l'avallo o la precisa richiesta dell'allenatore. Se Ottolini, di sua iniziativa, ti presenta uno sproposito di trequartisti e tre soli mediani così, si becca del cornuto perfino dall'allenatore più modesto e più precario, altro che il divo internazionale PV. Le idee di gioco del tecnico si sono sfaldate partita dopo partita, esperimento dopo esperimento, giostra dopo giostra di ruoli. La partita di ieri doveva rappresentare l'inizio di un piano B: il piano salvezza. Invece di nuovo si è girato intorno a un convincimento confuso già nella testa dei giocatori.
Tutti invocano la sostituzione, che non arriva. Perché? Probabilmente perché Vieira è l'unico a incarnare quella che si potrebbe definire "competenza tecnica" e perché il suo ruolo, nel progetto della dirigenza, era molto più ampio di quello di allenare e motivare. Cambiare lui, in assenza di un D S che mastica calcio e non solo bilanci, potrebbe dunque significare buttare a mare tutto e mandare in crisi le premesse e gli obiettivi.
Ed eccoci alla Dirigenza. L'idea era portare avanti un progetto basato su due capisaldi: risanamento e permanenza in A. Si potrebbero aggiungere gli accessori (stadio, strutture sportive, marketing, comunicazione e soprattutto cura del settore giovanile). Ma la sensazione IMHO è che né l'Ad né il Presidente abbiano competenze e certezze calcistiche, preferendo pertanto delegare poteri. E Vieira sembravaa loro la persona giusta per andare in direzione Fabregas o Gasperini, piuttosto che ripetere Shevchenko. Fallimento. E ora? Ora si ritrovano anche la grana Ottolini, che prende tempo per aspettare le mosse della Juve e lascia comunque intendere che, se la Juve chiama, se ne andrà. Se la Juve non chiama, resterà, ma zoppo nella stima e nell'anima. Nessuno di loro ha minimamente compreso cosa significava la partita di ieri e l'indignazione dei tifosi. Non conoscono il Genoa, né loro né Vieira. Per insana coincidenza anche l'approvazione del bilancio e l'affare Zangrillo a poche ore dalla partita hanno contribuito ad aumentare la confusione nella testa dei tifosi, dell'allenatore e, presumo, dei giocatori. Ora si ritrovano nella difficile alternativa di stracciare il loro stesso progetto, rifondare il tutto con un nuovo DS e un nuovo allenatore, o prendere su il pallone e scappare a casa.
Non vedo niente facile, neppure se con un colpo di reni l'armata Brancaleone tornasse da Reggio con un risultato positivo. L'abbandono del progetto, già inviso a molti, su cui BBB ha incentrato la sua strategia, non sarebbe solo un incidente di persorso, ma un baratro aperto sul futuro immediato. La speranza è che tutto questo sia solo uno dei tanti brutti sogni che costellano 80 anni di agonia genoana. Se Sucu e BBB hanno palle di proporzioni disumane è il momento di mostrarle al mondo, e per prima cosa ai tifosi inferociti.