Dunque la società ha deciso di muoversi. Sucu ha tolto dal magazzino un prezioso cilindro di legno e l'ha usato per impalare 8lini. Se avrà le sufficienti disponibilità economiche (il legno costa caro) ne sacrificherà un altro per impalare Vieira. Sono mosse importanti ma che rimangono sullo sfondo. Non esiste tempo per tergiversare bivaccando in una sorta di interregno. Da lunedì, prima che sia troppo tardi, deve assolutamente cominciare un nuovo campionato per il Genoa. Balle che non si sappia chi ci sarà in panchina. Chiunque sia deve fare capire alla ciurma che deve remare o in alternativa andare a fondo con la barca.
Probabilmente a Reggio non siederà in panchina il nuovo tecnico prescelto per l'operazione salvezza. Ma la fame di punti da ottenere digrignando denti letali importati dalla Transilvania deve vedersi già nel capoluogo reggiano, che è terra di formaggi e di salumi, non di piastrelle. Si dovrà cominciare a vedere lì il Genoa corsaro che guarda in alto per scalare la classifica.
Finalmente l'obiettivo è chiaro e un obiettivo chiaro facilità il successo dell'impresa.
L'obiettivo non è più il centroclassifica e nemmeno la salvezza.
L'obiettivo ora è: fare due punti più del Verona, fare due punti più del Pisa, fare 4 punti più del Lecce (o 3 battendolo in trasferta). Un obiettivo da stampare sulle pareti degli spogliatoi e nella testa dei giocatori. Di quel che fanno gli altri non ci frega niente.
Due punti più di Verona e Pisa, tre più del Lecce in 29 partite. Solo questo. Il resto, mancia.
Poi lo spagnolo a gennaio farà vedere cosa può inventare. Mi auguro un bel repulisti di trequartisti fighetti e un paio di innesti d'esperienza e identità, tipo scambio alla pari (ingaggio incluso) Leali-Perin, che non è fantascienza con scadenza a giugno, o ElSharawi-Martin, o perfino (qui mi rovino la reputazione) Martin-Goldaniga. Insomma un paio di pretoriani che conoscono il Genoa e sanno sintonizzarsi con l'anima della Nord. Poi il centravanti, che è il più facile dei problemi, Il panorama nostrano è talmente desolante che un miglioramento è sicuro anche raccattando dal bidone dell'umido.
Cominciamo a tirar fuori le palle nel lunedì emiliano, poi si vedrà.
Dentro i guerrieri:
Leali, Sabelli, Vasquez, Frendrup, Masini, Norton, Thorsby, Ellertsson, Vitinha, Fini, Ostigard e chi se la sente di lasciarci un menisco come undicesimo. Non importa come schierarli, non importa lo schema, un 451, anche un 10-0-0 purché sui ribaltamenti si lancino in 5/6 assatanati ad aggredire l'area avversaria. Italia-Germania, mondiale 2006, parole di Lippi: 8 a difendere nella nostra trequarti, uno a raccogliere la palla uscita dalla difesa, uno alto a rilanciare l'azione, 5 che a questo punto lo seguono come fulmini con la voglia di fare male.
Contro il Sassuolo e i suoi 247 tifosi io non chiedo niente di più.