AA proposito di AAron
Quest'anno ho fatto due fioretti:
Uno serio e uno molto meno.
Il secondo è stato quello di non vedere nemmeno un'immagine, un gol , una traversa del magnificente campionato di calcio targato Gravina &. C.
E non per lo scandalo pilotato per la SamBdoria dello scorso anno, o perchè lo sponsor del campionato di B è lo stesso dei Multicolors in sfregio a qualsiasi deontologia sportiva, ma in quanto vedere anche le gesta del calciatore pagato 12 milioni netti all'anno, o del mister che per 8 mesi incassa tre milioni di euro quanto l'intero Pil della Moldavia, è uno scandalo indegno e lo stomaco non reggerebbe nemmeno se lo Geffer mi pagasse il taxi ogni mattina alle 5 quando vado al lavoro.
Quando posso guardo solo il Genoa, che non è un rimedio alla sonnolenza da divano, ma almeno è meno peggio di ingurgitare Amaro Unicum per uomini forti.
Dopo l'era Gilardino in cui non avevo bisogno delle ZZZquil per essere campione di qualcosa, di Viera che illuminava di suo come un lampione a Dakar, ora guardo Ddr sperando che sulla panchina ci sia Honecker, ed invece c'è un povero romano de ostia lido per giunta pure bostero.
"Che s'adda fà" per digerire il Genoa.
Ebbene durante una delle mirabolanti partite del Genoa 1893 tardato Dan Misciu, quando l'abbiocco faceva capolino e mi strizzava l'occhio, mi è parso di vedere in queste memorabili partite, una sequenza quasi pedissequa di passaggi all'indietro di Aaron Martin , che da come lo pronunciano i vari telecronisti inglesi e indonesiani che si susseguono sui link di mezzo mondo, sembrava davvero essere come si dice a Napoli "Uno bbuono."
Però a dire il vero, io che guardo il calcio come il Tg di Mentana e le sue maratone di una volta (su Gaza non ha fatto nemmeno un centro metri ad ostacoli), vedevo che lo spagnolo dal nome di una macchina di Formula Uno, passava sempre la palla indietro.
Certo che era colpa della mia sveglia alle 4.15, che il divano si affloscia sempre più, un giorno mi sono avvicinato alla Tv e l'ho capovolta:
Anche in quella posizione anomala, Martin passava la palla indietro.
Convinto, certo che non potesse passare la palle indietro 3 volte su quattro come la percentuale dei tiri da tre della Pertitudo, mi sono superato, per la disperazione della Segretaria che pensava volessi suicidarmi per una bolletta persa al 99 su autorete del campionato bulgaro.
Ho rimesso il televisore in posizione normale, sono salito sugli scaffali del mobile e mi sono messo a testa in giù guardando la tv e le azioni della partita, dall'alto verso il basso.
E anche in quella occasione belin , stranamente , in quella posizione che almeno avrebbe dovuto mostrare un passaggio in avanti dello spagnolo , l'immagine mi ha mostrato che lo stesso calciatore di sempre passava la palla indietro ad un compagno.
In preda ad un giramento di testa e di coglioni, ho desistito.
Ritornando sul luogo presidenziale del mio divano con la coda dell'occhio, ho notato che sulla libreria alla mia sinistra sporgeva un libro abbastanza voluminoso , anche quello in posizione verticale e che forse l'autore da lì a poco avrebbe fatto un passaggio indietro.
Mi sono alzato e ho visto il titolo:
L'Uomo che sussurrava ai Cavalli di Nicholas Evans, da cui è stato tratto il film bellissimo con il formidabile Robert Redford.
Appurato che non si trattava di una riunione a Marseille Borely , e nemmeno di una a Kempton Park, ho capito e focalizzato il tutto:
Il titolo del libro non era quello e ne tanto meno l'autore ,ma bensi un altro:
"L'uomo che la passava sempre indietro." di Aaron Martin.
Ianna