Non è un elogio tecnico dopo la vittoria. A Roma si sarebbe potuto anche pareggiare o perdere, giocando la stessa partita, gli episodi contano, per quanto la vittoria nostra sia limpida e ampiamente meritata (Martinez praticamente è uscito dal campo coi guanti puliti).
Io vorrei fare un elogio all'uomo. Ho seguito con attenzione le sue conferenze stampa pre e post-partita, sia con la Fiorentina che con la Lazio.
Sempre equilibrato, lucido, gentile, umile e concentrato.
Non fa il fenomeno, non si prende meriti non suoi, non scarica colpe sugli altri, non cerca scuse, non cerca riflettori.
Le stesse caratteristiche che lo hanno reso uno dei più importanti attaccanti italiani di sempre, in alto nella classifica dei marcatori all time, 300 goal da professionista in tutte le competizioni (e non è che giocasse nell'Entella, con tutto il rispetto).
Anche a me certe scelte hanno stupito nella partita con la Fiorentina, come mi ha lasciato un po' preoccupato quella mancanza di reazione ai due cazzottoni iniziali nei primi 10 minuti, però ci sono molte attenuanti da considerare.
La squadra ancora largamente incompleta, tanti ragazzi a Pegli con le valigie in mano, alcuni reparti in cui non ci sono cambi all'altezza. Esordio in casa, con tantissimo entusiasmo e tantissimo pubblico, primi due tiri prendi due goal, dopo 10 minuti sei sotto 2-0. Ci sta andare un po' in bambola e fare una partita incolore, a prescindere da avere in campo Vasquez o Biraschi, difendere a 3 o a 4.
Io a Roma avrei firmato per tornare sconfitto ma dopo una prestazione gagliarda, in cui la squadra avesse mostrato le palle che con la Viola non si erano viste (non tanto per mancanza di corsa o abnegazione, ma perché tutti sembravano girare in tondo come pesci rossi nel boccione).
A Roma, con in campo in gran parte la gente della B, salvo Malinovsky per Aramu e Retegui per Coda, si è rivisto almeno per un tempo il Genoa che controlla il gioco, che esce con coraggio palla al piede e che castiga quando ha l'occasione.
Poi è chiaro che da un lato subentra la fatica, dall'altro la Lazio mette dentro dalla panchina gente che da noi sarebbe titolare inamovibile, mentre noi mettiamo Ekbuan, con tutto il massimo rispetto per tutti, e che finire nel fortino a soffrire è ampiamente nella normalità.
Ripeto, al di la dei giudizi tecnici, come non sopportavo il tiro al piccione immotivato su Blessin, meno ancora lo sopporto su Gilardino, che è un uomo maiuscolo ed è ormai un pezzo consistente della storia del Genoa, per quel che ha fatto da calciatore e da allenatore.
Lasciamogli, non dico tanto, ma dieci giornate di campionato, aspettiamo che il mercato sia chiuso, la squadra (si spera) completata, che possa creare quello spirito che abbiamo visto ieri nel primo tempo anche nei nuovi e vediamo di che pasta è fatto.
Per fare un lungo cammino insieme, che è l'unico modo poi per costruire qualcosa. Se no torniamo ai tempi in cui tutto era costruito sulla sabbia e non si riusciva mai a vedere una squadra consolidata e ogni progetto aveva il fiato cortissimo.
Forza Gila!