"Beati coloro che la domenica sera sono a casa", disse Padre Ralph in Uccelli di Rovo quando guardò Meggie Raquel Ward.
E beati gli Statali tutti che hanno potuto vedersi comodamente in divano, Lazio-Genoa su Dazn, Sky e il pizzotto che so molto in voga in quel di Genova e provincia.😀
Chi invece come me aveva il turno nel pomeriggio di domenica ,equivaleva a volersi affidarsi alle visioni di Gisella Cardia e quindi ha optato per gli Aficiodanos dell' usato sicuro, ai "miti" genoani prossimi ai Pulitzer al pesto Novella.
Dopo aver visto a spezzoni e spezzetti un bel primo tempo del Genoa sulla mia personalissima BBC, maledetto quella rumenta di Zaccagni e lo Stalinista Sarri, tra un badge, una chiave e la maledetta aria condizionata che non funziona mai sempre dopo le 20, arriva il cambio turno e via di corsa a collegarmi per un secondo tempo al volo in tutti i sensi.
Invece di sintonizzarmi con qualche sito pirata di cui sono a conoscenza_ i bengalesi di Mestre , i Veneziani di Marghera e gli impuniti napoletani di ogni ordine e grado, chissà come mai, sarà stata l' afa, mi viene in mente Brenzy The Voice e quella specie di radio Nostalghia che alla prima volta mi sembrava potesse essere la rivisitazione radiofonica del film del maestro Targovskij.
Ho pensato che li trasudasse Genonaita' pura, invece di ascoltare gli interventi da non più di un minuto di un asettico telecronista Rai dall'accento romano e con casacca celeste.
Avevo letto da qualche parte ,forse sulla Bibbia che era "come viverla allo stadio",che era trascinante, trasmetteva un pathos incredibile e coinvolgente per i Grifoni nel Mondo,i quali come me a quattro passi dalla Fincantieri, volessero respirare aria di Genoa.
E cosa di meglio quindi del Anchorman di Telesotuttoio?
Gli ho dato fiducia, ma si siamo Genoani" i stesso" diceva Totò ,ed invece il nulla come il partito di Gene Gnocchi.
Inizia il secondo tempo e se deve essere radiocronaca, radiocronaca sia belin!
Un soggetto non identificato da studio con la voce alla Loquenzi di Radiouno, si è messo a discernere su Mancini, il suo approdo in Arabia ,che a noi ce ne fotte come le vacanza in Albania di Giorgia.
E mentre le squadre giocavano e si presupponeva che la Lazio all'inizio attaccasse, lo si capiva dal sottofondo del pubblico, in studio mentre ci si cagava sotto strada facendo, ci si soffermava sugli schemi adottabili ,fino a ricordare che la squadra di Lo Tirchio, in casa aveva spesso vinto e Ciruzzo a' papà ci aveva sempre purgato.
Quando la linea poi passava a Pino O'Rey ,non si capiva mai chi avesse la palla dei nostri:
Le possibilità erano solo due:
La nostra fase d'attacco e la nostra retroguardia.
Un nome da quel microfono non usciva mai fuori, tanto è che mi sono chiesto da dove trasmettesse:
Dall'ultima fila del settore ospiti, oppure in mezzo ad aquilotti laziali che appena parlavi lo guardavano e lo minacciavano con lo sguardo?
Esilarante per non dire altro,quando nel bel mezzo delle fasi di gioco la linea passava all' esperto in studio per la lettura tattica delle mosse e contromosse dei due allenatori.
È come se il collegamento da un condomino isolato in periferia passasse in studio da uno che se intende più di tutti!
Ti aspettavi Galimberti?
Usciva Salvo Sottile!
Ti aspettavi Arrigo Sacchi ed arrivava Eziolino Capuano!
Non lo ho mai visto, solo sentito ma credo non si discosti molto da Mauro Corona ospite da Bianca fu Berlinguer.
Era lui o forse no, Lino de Linis famosissimo per le pronunce in spagnolo e un inglese Oxfordiano.
Quando parlava per lunghi minuti, sembrava che a fianco del microfono ,avesse qualche ombra de vin quello bon, specie quando si incartava in discernazioni tecnico tattiche che avrebbero fatto impallidire Grifondoro.
Capisco ora perche lo copiava abilmente con qualche virgola in più.
In tutto questo bailamme di interventi da studio ,dagli spalti ,dall'osteria di fronte,arrivavo sotto casa a 10 dalla fine escluso il recupero.
Tradizione e statistiche in più di 30 anni vedono che appena suono il citofono arriva il pari, appena entro è già replay e il Var non lo avevano inventato ancora.
Anche io dovevo fare una mossa tattica alla Gila o che meritava il commento tecnico di Lino de Linis.
Sulla mia bici traballante, senza luci,con solo le cuffie a farmi compagnia, mi sono fatto sette condomini e un rettilineo fino al calcio d'angolo finale dove stavo andando addosso al cane di una signora e ad un passo dal pari della Lazio .
Quando ho aperto la porta di casa dell'Aquila nessun volo notturno, della maglietta di Hitlerson per fortuna nessuna traccia e allora via ai pianti greci di Sarri e di quelli ben nascosti in un italiano incomprensibile di Marchegiani.
E i Pulitzer al pesto?
Mai più.
A costo di collegarmi con la pagina 777 di televideo Rai dopo la mezzanotte
IannA