“Ora vi dico perché sono genoano. Avevo 8 anni (è nato a Genova nel 1930) e un mio zio fanatico del Genoa mi portò allo stadio per la prima volta: il Genoa incassò un gol balordo, perse e scoppiò un casino terrificante. Mio zio si dimenticò di me per litigare e aspettare che uscisse l’arbitro, così rimasi solo per ore nello stadio vuoto mentre il sole calava. Giunsero due assistenti con un’enorme bandiera del Genoa, mi coprirono dal freddo e lì impazzii dalla gioia. Non potevo che essere genoano. Viva il Genoa!»
riferendosi probabilmente a Genoa-Liguria 0-1 (8′ Peretti) del 16 dicembre 1938.
“Il Genoa è un virus. Alle elementari i bambini scelgono di tifare per le squadre che vincono. Chi si “iscrive”al Genoa compie un atto di fede, si abbona ai patimenti. Noi siamo gente che ha bisogno di passione, di entusiasmo. Ci nutriamo di adrenalina”.
Che la terra ti sia lieve, bella persona, grande regista e fratello genoano!
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