Namaskar61
Namaskar61 Ho citato il Bologna.
Ciao Alfredo. Senza piaggeria discuto volentieri con te cercando di non cadere in tentazione estraniarmi dal contenuto specifico dei tuoi ragionamenti per rispondere, in realtà, all’idea generale che traspare da considerazioni altrui. Non è banale farlo per modalità proprie del mezzo che stiamo utilizzando.
Saputo ha preso il Bologna nel 2014, dieci anni fa nell’ambito di un gruppo americano di cui faceva parte Jacopina.
Per arrivare dove lo troviamo adesso ha impiegato dieci anni, partendo da una situazione (per quanto ricordo) ben meno complicata rispetto al nostro punto di partenza.
Come dice correttamente Edo, il calcio è un ambito imprenditoriale particolare e insidioso con un coefficiente di rischio particolarmente elevato. In questi contesti, come sempre altrove ma a maggior ragione, solo mettendo insieme una serie di decisioni corrette ed evitando di sbagliare quelle fondamentali ottieni risultati.
Condivido il tema degli errori di comunicazione, se ricordi fin dai tempi di Sheva e successivamente dell’O1Y, perché l’eccesso di ottimismo immaginifico (tipicamente americano) si trasforma in eccesso di aspettative che, se non corrispondenti alla realtà, operano al contrario contribuendo a deprimere invece di esaltare. Tanto più nel Genoa, uno degli ambienti più umorali e sclerotici nel panorama calcistico italiano.
Detto questo alcuni fatti, fondamentali per generare un aspettativa positiva, sono inoppugnabili. Dei sei giocatori da te citati solo uno é stato ereditato (Vasquez che ho aggiunto io) e sarebbe stato sbolognato senza che (quasi) nessun genoano battesse ciglio tanto da ricordare benissimo chi lagnava il suo ritorno dopo il prestito, (tra l’altro operato in un momento di estremo bisogno economico dopo la retrocessione). Così come Dragusin veniva bollato come retrocessore e gli stessi scugnizzi (Frendrup e Gondone) come scommesse; in particolare il secondo un segagrilli nemmeno troppo giovane per essere considerato un prospetto. Bani alla stregua di Dragusin, ma vecchio e via discorrendo.
Non capisco perché, pronto ad essere smentito dai fatti, dovremmo aspettarci ne vendano quattro senza riscattarne due. La verità (lo scrivo dal primo giorno) è scritta in un business plan chiuso in cassaforte. Il mio timore risiede piuttosto in fatti esogeni in grado di fare scattare l’esigenza, anti economica ma indotta da vincoli estremi, di disinvestire.
Purtroppo abbiamo un problema strutturale importante legato ad impegni differiti che assorbiranno risorse senza aggiungere molto. Però c’è un concetto fondamentale nella gestione economica di qualsiasi società che sfugge ai più: la competenza. Se una vendita copre le esigenze dell’esercizio in corso e i numeri in prospettiva sono buoni (grazie al taglio del debito e la crescita dei ricavi), posso permettermi investimenti superiori alle entrate a patto siano attribuiti a esercizi futuri. In pratica quello che ha consentito di mantenere l’ossatura della squadra quest’anno sacrificando due pedine e non quattro o cinque.
A questo bisogna aggiungere il meccanismo dei calciatori e procuratori, ma anche qui con tutti i limiti i segnali non sono negativi grazie, ad esempio, ai rinnovi di quanti hanno mercato. Nella consapevolezza di dover agire sul numero complessivo dei giocatori in rosa per aumentare gli ingaggi a parità di uscite.
Rispetto al passato non cambierà la difficoltà di trattenere un prospetto a cui viene promesso di triplicare gli emolumenti, però te lo devono pagare quanto pesa sennò puoi trattenerlo. E hai dimostrato di farlo.
Queste cose non garantiscono in automatico i risultati ma ne costituiscono il presupposto. Dopodiché vale il discorso del miglioramento effettivo da riscontrare sul campo e non nei discorsi.
Namaskar61 A meno che la continuità e la programmazione non siano riferite solo a Bani, Sabelli, Badelj, Strotman, Messias, Malinoski!
Paradossalmente la dorsale dei trentenni è il fatto più negativo, nel senso che sono loro a tenere in piedi la squadra consentendo ai giovani di esprimersi ed è qui che scaturiscono i limiti tecnici imputati al mister (con tutti i difetti).
Nulla da dire su professionalità e mentalità (solo grazie) ma troppo poco dinamici per un gioco diverso da quello speculativo e redditizio messo in mostra quest’anno.
Eppure me li vedo già li strali se dovessimo, ad esempio, vendere Gudmunsson per acquistare un paio di centrocampisti e difensori di esperienza. Perché con i giovani, con questa dorsale, rischi di peggiorare e dopo due risultati negativi partirebbe il solito sclero collettivo in cui siamo impareggiabili.
Namaskar61 Cioè, sempre in concreto, il Genoa dovrebbe smettere di essere il “trampolino di lancio”, ma una società dove, almeno potenzialmente, si puó anche pensare di restare, cioè “competitiva”, almeno a certi livelli!
E dovrebbe essere anche la società a valutare se il singolo va bene, non solo il contrario.
Questa “autorevolezza”, riguardo ai fatti accaduti e che accadono, io non riesco ( ancora) a vederla!
Tu sei tranquillo su questo?
L’autorevolezza devono conquistarla passo dopo passo. Pagando puntualmente, non svendendo per qualsiasi motivo, ottenendo reciprocità dai ragazzi e dai loro procuratori. Tutte cose da consolidare ma supportate dai fatti fino ad oggi a meno che non si consideri svenduto il Drago oppure, come sembra a qualcuno, negativo aver resistito alle sirene per il Gondone come se potessimo cancellare in un amen quindici anni di supermarket a Gennaio.
Dal mio punto di vista anche la conferma di Gilardino sarebbe un segnale di autorevolezza, a meno che non si confonda (oppure si confermi profezia auto avverante) il riconoscimento di pilastri dello spogliatoio come Sabelli o KS o lo stesso Badelj con la considerazione degli stessi come fondamentali per lo sviluppo della squadra da parte del tecnico. Questo accanimento caricaturale secondo il quale dovremmo andare tutti avanti con dei gatti di marmo per mandare tutto a puttane e retrocedere come se si fosse potuto vendere quei pochi affidabili, anche se compassati, che rimanevano dopo la doverosa diaspora (costosissima campagna dismissioni dell’abnorme quantità di ravatti ereditata dal merda). E mi fermo perché non sei certo tu il portatore di determinate teorie.
Il tutto lo sostengo non per fideismo o dabbenaggine, almeno spero… pur nella consapevolezza di rischiare di vederlo sempre “mezzo pieno” quando parlo di Genoa, non intravedo grandissime puttanate nelle azioni messe in atto finora al netto della vis declaratoria.
Sono consapevole di immaginare una continuità non affatto scontata e basare previsioni future guardando al passato, alternative? (non di proprietari ben inteso come da litania preziosana che ho sempre odiato ed esorcizzo sperando il risanamento ci emancipi da salvatori improvvisati ma di ragionamento)… io ne vedo poche. Mi tocco i coglioni e vado avanti.
Con stima e affetto.