Il “progetto” era di rientrare in più anni come sarebbe stato corretto per non compromettere il risultato sportivo (o rischiare pesantemente di farlo) come sta accadendo.
Il Genoa sarebbe stato venduto comunque ma guadagnando o rientrando completamente dall’investimento con un beneficio d’immagine notevole necessario per chi investe risorse altrui.
Uno dei lavori fondamentali per gestire grandi esposizioni debitorie è quello di allungare il debito per minimizzare l’impatto di cassa nel breve periodo che drena risorse e comporta l’esigenza di finanziare il circolante con altro debito.
Ricordiamoci che il Genoa CFC ha ancora perso negli anni precedenti (sempre meno fortunatamente) e le perdite vanno finanziate perché vuol dire che in precedenza hai speso più di quanto hai incassato e devi provvedere.
Gli effetti economici di queste dinamiche dipendono molto dalla capacità del CFO nella gestione del credito (banche) e dalla solidità dell’azionista per consentirgli di minimizzare il costo del denaro.
Nell’ultimo bilancio abbiamo già riscontrato come il debito sia sceso meno rispetto all’effetto nominale del taglio dovuto alla transazione erariale.
Per questioni di natura contabile (attribuzione delle operazioni all’esercizio, la cosiddetta “competenza”) tutte operazioni in uscita, inizieranno ad avere effetto da gennaio 2024, a partire da Dragusin. Stesso dicasi per Retegui e le residue dismissioni degli esuberi mentre Gudmunsson è un “obbligo”.
Non sono in grado di prevedere con precisione l’evoluzione del debito netto del Genoa CFC che dovremmo poter analizzare a Giugno: grossolanamente si può azzardare una discesa di una sessantina di milioni per attestarsi a circa 100/110 milioni di euro. Il rischio di errore è elevato perché la liquidità disponibile - necessaria per calcolare il debito netto - dipende da dati di cui non ho disponibilità (ad esempio gli incassi legati alle condizioni di pagamento per le operazioni di mercato, eventuali anticipi ricevuti per i diritti TV da scontare, eccetera).
Nel caso questa stima dovesse essere corretta, proponendo 60 milioni come leggo sopra e supponendo ne siano stati immessi precedentemente 150/160 il compratore assumerebbe un onere complessivo di circa 160/170 milioni e il venditore ne perderebbe circa 90/100.
Tanti? pochi? come sempre dipende dal valore relativo che queste risorse hanno per gli attori in gioco. Dal momento in cui A-CAP dovesse rientrare dall’esposizione sull’Everton e levarsi dalle pastoie processuali con i relativi danni d’immagine, potrebbe considerare equa una perdita rilevante piuttosto di uscire senza ulteriormente compromettere la capacità di raccolta (diciamo clienti) che per un ente finanziario è fondamentale.
Per il compratore dovrebbe essere un affare perché, come non mi stancherò mai di dire, i numeri che rappresento sono fotografie statiche di una situazione dinamica perché nei dati che vi ho grossolanamente stimato non c’è, come detto, Gudmunsson che sarà riscattato nel ‘25 (si è arrivati a definire “prestiti” queste operazioni quando le abbiamo fatte in entrata, con il piacere di mistificare per partito preso).
Di segno contrario è la faccenda degli ammortamenti sospesi che avrà effetti incerti, dipendenti dal legislatore, ma certamente negativi sugli esercizi futuri.
La cosa fondamentale da capire quando analizziamo il mercato di quest’estate (ad esempio la scelta del prestito di Miretti) è che hanno voluto fare all-in sulla vendita immediata cercando di presentare ai potenziali acquirenti una situazione il più possibile attraente, nella situazione data, per smammare in fretta. Per questo, seguendo la narrazione di Zangrillo a mio modo di vedere verosimile, hanno imposto dagli States lo stop del mercato in ingresso a luglio per evitare ulteriori oneri futuri, ritenendo la squadra in grado di barcamenarsi almeno fino a gennaio.
Se hanno deciso di giocarsi tutto in una puntata significa che vogliono vendere e sono disposti a perdere molto. A meno che Dransfield e Spors non abbiano preso una cantonata enorme ritenendo la squadra in grado di fare bene comunque; anche in questo caso rischiando parecchio, almeno quello…
Nei prossimi tre mesi ci giochiamo molto perché se cade il palco (incertezza sulla categoria conclamata) chi controlla il Genoa (?) avrà compromesso molte delle possibilità di minimizzare le perdite e sarà di fronte alla decisione se investire ancora o gettare il bambino con l’acqua sporca capitalizzando tutta la perdita piuttosto di uscire.
La risposta non la conoscono nemmeno i protagonisti. Per quanto ci riguarda dovremmo evitare isterismi, congetture e tafazzismi facendo l’unica cosa che sappiamo fare, ovvero sostenere la squadra, intendo l’intero settore tecnico, facendo presente a chi rappresenta l’azionista che custodire il Genoa è una responsabilità sociale a cui devono rispondere senza scuse o piagnistei verso una comunità che non deve essere presa in giro.
Se in tutto questo volete metterla su contro Gilardino, Sabelli o Miretti vi rispetto moltissimo ma, scusate, come lo farei con un povero cristo che ha bisogno di grande aiuto perché non trova la strada di casa in preda a grandissima confusione; c’è bisogno di tanta solidarietà e pazienza per capire dove cazzo sono finite le chiavi ma sopratutto i documenti per trovare almeno l’indirizzo.