Esiste una vecchia filastrocca secondo cui i torti e le ragioni, alla fine del campionato, si compensano.
Naturalmente sappiamo tutti che per il Genoa non vale, e in quasi 70 anni che seguo il Grifone i conti non hanno mai quadrato.
Tra l’altro ci spetterebbero 2 o 3 vittorie al 95°.
Detto questo, addebitare a sfiga e sviste arbitrali il cancro dei goal presi nel finale, è un po’ banale, sicuramente comodo, e non fa il tanto decantato “bene del Genoa”.
Secondo me, e sottolineo me, la stortura o nel migliore dei casi l’equivoco consiste nell’isolare mentalmente il fotogramma dell’azione fatale, riducendolo a un errore del difensore, a un’incomprensione della difesa, a una leggerezza del portiere… insomma, per poi concludere: “che colpa ne ha Gilardino se il terzino prende una giostra? E che colpa ne ha se un attaccante sbaglia il goal da un metro?”.
Ma certo, messa così non fa una piega: “lo sbaglio di un singolo ci costa la partita e la responsabilità è tutta sua, assolvete l’allenatore che sarà arrabbiato ancor più di noi”.
E invece, la ripetitività di questi episodi, le partite perse nel recupero, o nei finali, le modifiche del modulo all’85°, i cambi sbagliati e ripetuti sempre tardivi o effettuati nel momento sbagliato, ma soprattutto la sensazione di non saper tenere salde le redini quando arriva il traguardo, e il crollo della concentrazione quando ne servirebbe di più, vanno addebitate a chi sta in panchina perchè subisce passivamente o addirittura provoca la disfatta.
In più, e questo lo sostengo già dalla serie B (se pur vincente), non ha mai creato schemi efficaci o un’identità di gioco riconoscibile che consentisse agli attori in campo di eseguire lo spartito.
Anzi, siamo nel Jazz, nell’improvvisazione, sperando che i solisti, per la verità uno solo, Gud, inventi qualcosa.
Giusto confermargli il contratto dopo la promozione, va bene, ma poi bisogna capire, interpretare, e intervenire.
Inutile cominciare adesso, con un’azione preventiva, a denigrare i possibili sostituti perché questo vorrebbe dire confermare l’esistente.
Sia chiaro, le possibilità di salvarci ci sono anche con Gilardino in panchina, vista la bassa caratura di certe squadre avversarie, ma trovo sbagliato raccontarsi la favola di Calimero o del brutto anatroccolo bistrattato ingiustamente.
E chi pensa che cambiare allenatore a Gennaio sia un autogoal, si vada a sfogliare la storia del Genoa, e scoprirà quante volte è invece stato salutare e decisivo.