Impossibile eliminare le polemiche, ammesso si intenda farlo in quanto parte essenziale dello “spettacolo” e seguite da un pubblico affezionato, trasversale alle tifoserie.
Esiste una vera e propria corrente di pensiero, la definirei per comodità “complottista” che ritiene il VAR uno strumento per agevolare l’alterazione dei risultati. Sono da sempre molto freddo sull’argomento (pur non mettendo la testa sotto la sabbia rispetto a certe “gestioni”, periodi storici e ben noti scandali italici ma non solo), quindi mi limito a confrontare la situazione attuale con il passato:
gli errori clamorosi sugli episodi determinanti, di cui i fuorigioco inesistenti rappresentavano il 40/50%, sono drasticamente ridotti e si limitano a interpretazioni sull’intensità dei contatti ed i falli di mano.
Non ritenendo possibile eliminare completamente la casualità e la soggettività di interpretazione, rimango convinto che le telecamere siano in qualche caso addirittura fuorvianti rispetto alla reale interferenza in alcuni contatti. Trattandosi di casi limite il VAR ha migliorato decisamente la situazione e ridotto gli spazi alle speculazioni sugli episodi (se vogliamo ha reso più difficile la vita a eventuali delinquenti). Non penso sia difficile, per chi ne avesse voglia, dimostralo a livello numerico ed il fatto non abbiano provveduto la dice lunga sulla volontà si spegnere l’interesse sul tema.
Di contro il VAR ha modificato, di fatto, le regole del gioco rendendo ulteriormente più complicato difendere in ragione del maggiore rischio di interventi al limite, più spesso puniti rispetto al metro a cui eravamo abituati. In maniera molto abile, non so se in buona fede ma non mi interessa in questo contesto, Balzaretti ha usato argomenti comprensibili partendo da un esempio sbagliato. Quello di Lucca era un fallo evidente ma è pur vero che abbiamo visto troppi contatti “televisivi” puniti con rigori e ammonizioni assurde.
Per la gioia dei dietrologi le polemiche non finiranno mai, anche perché un arbitro in malafede ha altri modi per influenzare la partita attraverso la gestione dei falli a centrocampo e la permissività rispetto a certe marcature a corrente alternata nella stessa partita oltre alla gestione dei cartellini.
Il tema delle carriere e le dinamiche corporative nel mondo arbitrale esula da ragionamento prettamente tecnico e meriterebbe considerazioni a parte, fermo restando che purtroppo gli arbitri sono persino troppo consapevoli come sbagliare contro alcune squadre espone a gogne mediatiche inesistenti per errori anche più evidenti se commessi in partite tra squadre di media o bassa classifica.
Difficile se non impossibile cancellare queste influenze indirette perché legate a dinamiche mediatiche di ascolti e vendita di articoli, contatti internet di cui siamo involontariamente complici in quanto spettatori paganti (più o meno consapevoli).
É un tema anche culturale su cui davvero trovo ci sia poco da fare.
Scignoria!