Una Opel nera aspetta sotto un balcone.
Fa caldo e lui ne approfitta per fumare l'ennesima sigaretta.
Da un autoradio esce una musichetta suadente, coinvolgente:
"E donne strette dentro scialli neri vennero a reclamare scelte chiare.
stavano i vecchi accovacciati ai muri"
Fu così che tanti anni fa che li scoprii.
Un immenso cortile con al centro una Trabant , un altoparlante e forse anche una torretta , mi fanno ritornare con la mente a Bernauer Strasse e ancora anni prima quando in pieno Novembre '89 presi un treno di notte da Praga per Berlino, per dare il mio personale colpo di martello alla caduta del Muro con tanto di scalpello e portar via a un pezzo di Storia e di Mauer gelosamente custodito.
Sembro Gunter Liftin dall'altra parte della barricata, e la voce tanto inconfondibile quanto tetra e sonora di Lindo, mi ricorda che sono a Reggio e non a Berlino Est.
Tutto intorno all'immenso cortile in alto dei chiostri ,scritte uguali a tabelloni pubblicitari con una sola immensa e ripetitiva frase:
"E' una questione di qualità"
In fondo è proprio cosi:
Tutto potrebbe essere una questione di qualità, come essere di Sinistra, avere la Donna giusta, tifare Genoa, amare alla follia Lindo ed essere del 2 %.
Su due piani di questo vecchio edificio che sembra essere stato sotto il bombardamento di Dresda, ci sono tante stanze piccole e grandi dove entro con la memoria, con i ricordi della prima volta ("fa sempre male" )dei versi che sembrano essere stati scritti per te o che te avresti voluto scrivere, le situazioni ideali ed emozionanti che hanno costruito e costituito la tua vita.
Vorrei tanto che ce ne fosse una di stanza, e quando la trovo è come se mi avesse ascoltato ed esaudito il desiderio, tanto da sembrare di essere in una nicchia a guardare che il " Nuovo Mondo " è già realtà.
Con sfondo verde, sottotitoli anche in portoghese, Lindo canta "Madre", rivolgendosi a quel cordone ombelicale indelebile ancora saldo anche quando non c'è più.
Una stanza che sa di psichedelico mi riporta indietro nel tempo, con tanti di titoli bianchi di giornali dell'epoca su sfondi neri.
Tra titoli irriverenti "Tra liscio e Stalin ecco il rock dei Cccp" e fantasmagorici " I Cccp fedeli a Maria", si entra in una stanza gigante dove da una parte viene irradiato il video dei funerali di Mao con la musica rimbombante e ossessiva, e dall'altra un giovane dell'epoca che improvvisa "Non ricordo più bene, una formalità" in cinese , in una piazza semideserta e dal clima uggioso.
E' tempo di Inni, di Storia, di tuffi nel passato, di rivivere emozioni illusioni e utopie , e quando entri in un lungo corridoio tappezzato di gigantografie di uomini politici dell'epoca, le favolose noti musicali dell'Inno Sovietico ti accompagnano per mano in un mondo che non c'è più e che ha tradito pure se stesso.
Niculae, Leonida. Honecker, Andropov e una miriade di generali e l'inno altisonante e roboante è un salto nel passato, un bagno freddo nell'utopia.
Un bellissimo quadro con una giovane Nilde Jotti con la mano sulla Costituzione ci riporta alla realtà dei giorni nostri.
Diamo tempo al tempo al tempo e vedremo che la Ducetta tra poco ci cambia pure l'atto fondativo della Repubblica se non ci svegliamo.
Poi d'un tratto si entra nell'attualità, nella redenzione accennata e mai accantonata, fonte di polemiche come se non potesse appartenere a nessuno di noi.
"Come l'oscurità si arrende alla luce così l'anima umana deve arrendersi a Dio. Egli ,Iddio , è uno, Dio, l'assoluto non generò ne fu generato e nessuno gli è pari. Avverti dunque o Maometto gli infedeli:
Tu non sei per grazie del tuo Signore, un divinatore, né un posseduto del demonio.
O diranno è forse un poeta"
Sembrano i versi di Charlie Hebdo scritti tanti lustri prima.
E' vero non è la National Gallery e non si vede nemmeno un Girasole.
Non è nemmeno il luogo per ammirare l'immortale Gioconda ne la Golconda di Magritte, ma come in altri Musei in cui ti annoi e non fai altro che cercare la via di uscita , qui invece vorresti girare un'altra volta ancora e ancora,
perché in fondo è come sentirsi a casa tua, è un pezzo della tua vita che ti scorre davanti , non hai rimpianti , anzi è bello rivederla ripercorrerla nel "presente che non hai".
Ed è anche vero, inconfutabile che la riconversione di Lindo prima ai Csi poi come solista e ora con il ritorno alla base con tanto di merchandising, passando per Ratzinger e strizzando ahinoi l'occhio alla Ducetta, fa male al cuore e provoca dolori di stomaco, ma come ha detto e cantato "che vuoi farci, è la vita".
Restano il suo percorso, le sue parole in messaggi, la sua musica, i suoi versi eterni quanto estremi, rappresentativi di una generazione che sta passando di moda e di età, che si aggrappa al passato senza cadere nel paternalismo, seguendolo ancora, amandolo per quel che è stato e non necessariamente per quel che potrebbe essere diventato agli occhi e alle menti di nostalgici revanscisti.
Pazienza se non è più quello di 70 anni fa e Amen a coloro che lo preferivano ortodosso non poliedrico e reprobo ai cambiamenti.
Giovanni Lindo Ferretti lo si ama a prescindere e non per questo bisogna seguirlo nelle cabine elettorali o quando scriveva per Avvenire.
Se non piace più si guarda altrove o si fruga e si resta nel passato che non torna.
Immancabile con il passo dei tempi è lo shop che trovi nell'ultima stanza, con vinili, poster e mega libri fino all'uscita che si confonde con l'entrata e vorresti rifare il giro senza però ripagare il biglietto.
In un androne pieno di bandiere, mi piazzo sotto quella Jugoslava e mi sovviene Underground di Kusturica, Drazen Petrovic e Toni Kukoc fino a Sergio Taucer.
Un elogio all'Emilia e a Reggio è il preludio finale:
"Emilia di notti d'attesa di non so più quale amor mio che non muore e non sei tu e non sei tu."
Emilia paranoica non lo è , e non è nemmeno la Berlino di questi giorni dove sono ritornati insieme, per "un emozione sempre più indefinibile sempre più indefinibile" con la bandiera del Pci con tanto di falce e martello a dimenticare Bianca su Retequattro ma con Annarella eterna nella sua bellezza come la sua canzone.
"Il mondo è vostro la situazione è eccellente. Cccp è con voi"
Anzi con me in una questione davvero d'amore.
E di qualità.
Ianna