Bortolazzi
Ciao Borto. Rispondo a te ed anche ad altri di cui rispetto le opinioni. Malvolentieri perché l'argomento mi sembra risibile, ma rispondo.
Capisco il tuo ragionamento. Io però sono piuttosto estremo, dentro una visione personale del costume che non ammette moralismi e atteggiamenti repressivi travestiti da garantismo ugualitario. Certi episodi vanno valutati per quel che sono e non per dare facili lezioni, che cavalcano la moda senza scalfire le cause profonde della parità tra uomo e donna.
Nel caso specifico ammetto che si possa discutere su opportunità e misura, ma è assurdo tirare in ballo argomenti come la manifestazione del potere maschile nei confronti di una ragazza inerme.
Un uomo, con famiglia o comunque un suo mondo affettivo, non approfitta di un momento di festa in mondovisione per ribadire, attraverso un bacio, che lui è dominante.
Attenzione, parliamo di un bacio senza lingua, in una circostanza in cui c'è un clima di entusiasmo, di partecipazione e anche un po' di adrenalina. Passano le ragazze vincitrici davanti alle autorità. Strette di mano e baci. Baci a tutte. Due metri alla destra del presidente incriminato c'è una donna bionda, non so chi sia, comunque un'autorità, e anche lei bacia tutte le ragazze che passano in fila. Nessuno scandalo. Lo scandalo nasce solo dal fatto che uno dei 20 e passa baci del presidente finisce sulle labbra anziché sulle guance. Come sempre il lecito e l'illecito per molte persone sono questioni di centimetri. Vedete una così profonda differenza tra un bacio senza lingua sulla guancia e un bacio senza lingua sulle labbra? Una differenza così grande da scomodare temi quali il potere dell'uomo sulla donna da una prospettiva (oltre tutto) di moralismo oscurantista? Ripeto, si può discutere sull'opportunità, ma senza sollevare polveroni di convenienza, che nascondono la vocazione repressiva della parte più conservatrice della società. Nel mio mondo, o si ritiene inopportuno ogni tipo di bacio o non si misurano in centimetri, perché il rispetto del corpo vale per tutto il corpo e non solo per certe sue parti selezionate dai repressori religiosi del passato nello stesso modo con cui il macellaio suddivide i tagli di carne di un manzo.
A me non piace essere toccato o baciato. Eppure ogni giorno ricevo baci di benvenuto o di commiato e anche baci da sconosciuti che mi vengono presentati, uomini e donne. È una moda. Può non piacere, cerco di evitarlo o scoraggiarlo, ma non mi sento leso da qualcuno che vuole esercitare un potere su di me.
L'altra cosa che non sopporto è il modo diverso di giudicare lo stesso tipo di episodio se vede coinvolte due donne, due uomini o un uomo e una donna. Se vogliamo farne questione di rispetto della persona, non si discrimina il genere. Guardate i mondiali di atletica. C'è uno spreco incredibile di baci e di abbracci, anche molto prolungati. Ragazze o ragazzi che cadono a terra dopo il traguardo e vengono abbracciati e baciati da avversari festanti che si coricano sopra di loro. Ci vedete qualcosa di male? Io vedo la liberazione del traguardo, la gioia, la fatica, l'adrenalina. Ma sono sicuro che se il gesto di entusiasmo avesse luogo tra un uomo e una donna che si rotolano avvinghiati sulla pista, anziché tra due uomini o due donne, qualcuno lo recepirebbe in modo diverso.
E torniamo daccapo. O un abbraccio è lecito o è illecito, indipendentemente dal fatto che avvenga tra persone dello stesso sesso o di sesso diverso. La verità è che c'è gente ossessionata che vede sensualità anche nei gesti più spontanei ed empatici. È il loro modo malato di vedere che genera repressione e la repressione genera violenza.
Nella grande spiaggia davanti a casa mia, come in quasi tutta l'isola, è lecito stare nudi piuttosto che vestiti. Ognuno si atteggia come vuole e puoi vedere gente nuda che prende il sole accanto a famigliole che preferiscono indossare il costume. Non c'è nessun ingrediente di sessualità. Il nudo non ha niente a che vedere col sesso, salvo nella mente malata di chi usa il potere per condizionare i comportamenti umani. Il nudo è la condizione naturale dell'uomo. Fa scandalo solo nelle menti represse o condizionate, che poi capiscono che non morde e che è solo una questione di libertà. Si dice: ma accanto a una persona nuda ci può essere qualcuno che si turba e che si eccita. Cavoli suoi. Libero di turbarsi o di eccitarsi e libero di allontanarsi o di restare a casa. Libertà e nessun pregiudizio.
Il grande alpinista ed esploratore Carlo Mauri mi parlò di una sua esperienza in un villaggio d'Amazzonia, dove non avevano mai visto l'uomo bianco. Tutte le persone del villaggio, a turno, si avvicinavano a lui e lo toccavano, in ogni parte del corpo. Era il loro modo di stabilire un contatto. Essendo impossibile quello verbale, utilizzavano il contatto fisico per entrare in una relazione di conoscenza. Quei tocchi, anche intimi, erano sesso? Probabilmente nella testa dei conquistatori spagnoli, condizionati dalle regole criminali dell'associazione a delinquere cristiana del loro tempo sì. Ma in realtà non c'era niente di ambiguo e Mauri, grande persona, lo sapeva. Io ho sperimentato qualcosa di simile in certe regioni selvagge dell'Africa. Abbracci e tocchi, per tornare a bomba, non necessariamente sono invasivi. Ma se lo sono, devono esserlo sempre, tra due donne, tra due uomini, tra uomini e donne.
I falsi paladini dell'uguaglianza e della parità osservano al microscopio presunte violazioni del codice su cui si basa il rispetto interpersonale, ma in realtà hanno alimentato e continuano ad alimentare le radici della disuguaglianza da cui si generano comportamenti frustrati.
Voi in palestra o al tennis accettate senza scandalizzarvi che ci siano docce e spogliatoi separati per uomini e donne. Io mi scandalizzo. Nella gestualità del lavarsi o del vestirsi in principio non c'è niente di morboso, a meno di volerlo vedere. Creare delle barriere divisorie è lo stesso principio in base al quale si impone il burqa o si nega alle donne di esercitare la professione medica. Nel nord della Svezia o in Finlandia in un primo momento può disorientare trovarsi in spogliatoi e docce comuni. Io ne ho fatto esperienza nel 1968, quando da noi si rischiava la galera per una minigonna o un bacio d'addio alla stazione (vedi pretore Salmeri, Palermo). Dopo 5 minuti capisci che è un normale fattore di libertà, di parità, di rispetto. Per inciso, in Finlandia c'erano cessi comuni, vale a dire una sola sala con 7 o 8 WC. Lì è più dura concentrarsi.
E comunque, alla fine, anziché andare a vivisezionare comportamenti tutt'al più un po' esagerati, ma certamente non coercitivi nelle intenzioni, dato il luogo e le circostanze, sarebbe il caso di fissare alcuni punti fermi. Altrimenti si continua ad accreditare il topico per cui se un uomo prova a sedurre cento donne è un playboy, ma se una donna prova a sedurre cento uomini è una troia. E per converso, se una donna allunga le mani sotto il tavolo e un uomo si ritrae, quell'uomo non è una persona che difende la sua libertà e la sua dignità fisica, ma è semplicemente un culattone. Se tracciate una bella linea di demarcazione tra amore (sentimento) e sesso (divertimento), così come tra amicizia e sesso, tutto diventa più chiaro. Ma per farlo bisogna fare capire che il sesso è un bellissimo gioco, gratis, che non deve implicare complicazioni sentimentali (altrimenti è amore), né prevaricazioni, né soprattutto pregudizi se l'iniziativa viene presa da uomini piuttosto che da donne. Se queste differenze sono chiare e vengono digerite, nessuno può equivocare le intenzioni di un bacio dato o ricevuto. Un uomo libero e civile non approfitta di una circostanza pubblica per scroccare un bacio a una ragazza rischiando la carriera e le proteste della sua compagna. E una ragazza libera da pregiudizi reagisce lì per lì, dicendo "Sei impazzito o cosa vuoi da me?". Lì, subito, senza inibirsi e reagire a distanza. Ma occorre tendere alla reale libertà, non alla conservazione di una perenne disuguaglianza nel giudicare le relazioni tra uomini e donne (e non semplicemente tra persone) giocando con facili moralismi di varia natura e ispirazione.
Qui mi taccio, sicuro che pochi capiranno e saranno d'accordo.