L'iscrizione al campionato è l'obiettivo principale, e non dovrebbere essere in dubbio.
Quanto al mercato, leggo e trasecolo. Compriamo di qua, compriamo di là. A volte ho l'impressione che stiamo ballando sull'orlo del baratro. Ce la suoniamo come l'orchestrina del Titanic.
Una cosa dobbiamo averla chiara: siamo in vendita. Il traguardo della dirigenza non può essere diverso dal mantenimento dello status quo, che significa iscriversi, mantenere la categoria, fare un mercato che assicuri un attivo e non gravi sul bilancio. Cosa che è assolutamente vincolante finché siamo in una sorta di amministrazione controllata e che probabilmente sarebbe uguale se un compratore si facesse vivo durante il mercato.
In pratica, il progetto di sviluppo subirebbe, nella migliore delle ipotesi, una battuta di arresto. Per sopravvivere e a maggior ragione per favorire la vendita, bisogna evitare di aggravare i conti. E da questo vincolo prende corpo la strategia.
Una volta assicurata l'iscrizione, si deve evitare di pesare sull'esercizio con contratti onerosi di due o più anni che si proietterebbero sulla (eventuale) nuova gestione. Significa lottare per la salvezza partendo dall'organico attuale, sgravare il bilancio piazzando tutti gli esuberi, rafforzare la rosa con prestiti con diritto, acquistare solo giovani a basso costo con ingaggi leggeri.
Perché prestiti con diritto? Perché è corretto evitare di legare le mani alla futura gestione. Se il futuro è miscio, non si esercita il diritto e amen. Se il futuro è ambizioso, chissà che si preferirebbe puntare su elementi di maggiore qualità e di maggior costo, confermando solo chi ha fatto davvero bene.
Nella peggiore delle ipotesi lotteremo dunque con la stessa rosa di quet'anno, che è comunque un punto di partenza.
Ma alcuni adeguamenti sono inevitabili.
La chiave di tutto il ragionamento è quella che si riferisce a Gudmundsson.
Se andrà via, procurerà un attivo calcolabile, alla luce dei recenti avvenimenti, tra i 15 e i 30 milioni.
Ma le probabilità che rimanga sono in incremento, soprattutto se le vicende giudiziarie innescheranno un'asta al ribasso.
In tal caso si dovrebbe cercare di produrre un saldo attivo di almeno una ventina di milioni attraverso la cessione di altri giocatori.
Circa 10 milioni potrebbero entrare dalla cessione della ventina di esuberi e dal rispramio sui loro ingaggi, un'altra trentina di milioni deve essere prodotta dalla cessione di altri elementi in rosa. Ragionevolmente, col minimo di sacrificio tecnico, si può sperare di incassare 15 milioni dalla cessione di Martinez e almeno una ventina dalla vendita di Retegui, sostituendoli col minimo esborso.
Qui subentra l'altra chiave. Ovvero il prolungamento del prestito di Vitinha, con diritto o con obbligo di riscatto in caso di salvezza.
Se Gudmundsson restasse a Genova, Vitinha (con Messias, Ekuban e un giovane come sue riserve) potrebbe bastare per mettere in campo un attacco credibile in ottica salvezza. Va da sé che, senza l'islandese, la presenza di Vitinha sarebbe ancor più indispensabile.
In entrata non dovrebbe risultare difficile trovare un esterno destro di qualità, in prestito con diritto, o rinnovare con Spence, sempre con la medesima formula. A sinistra servirebbe un soggetto analogo, ma ci si potrebbe accontentare di ripartire con Martin e Matturro (se Gilardino considerasse Matturro esterno a tutta fascia anziché centrale di difesa), puntando in alternativa su un giovane.
La difesa potrebbe, nella peggiore delle ipotesi, restare com'è. Un innesto giovane sarebbe augurabile, anche se personalmente preferirei un panchinaro esperto.
Anche a centrocampo potrebbe bastare un giovane vice-Frendrup, ma la speranza è poter ingaggiare un prospetto di buona qualità migliore di Thorsby.
Sia se rimanesse Gudmundsson sia che se ne andasse, ammesso e non concesso di confermare Vitinha, sarebbe importante sostituire Retegui con un attaccante sperimentato nel campionato italiano, con saldo attivo di almeno 10 milioni. Tra quelli non soggetti a infortuni a catena, in grado di fornire un contributo come titolari (oggi) e come riserve di lusso domani, io lo cambierei subito con Simeone o con Sanabria, gente che conosce l'ambiente e può entrare senza fatica negli schemi del Gila.
Comunque, al di là degli auspici e dei gusti personali, dobbiamo avere sempre presente il quadro in cui ci muoviamo.
La cosa peggiore, nella nebbia della situazione societaria, è coltivare pericolose illusioni. Il prezzo da pagare, in termini di disaffezione, sarebbe altissimo. Diciamo chiaro che dovremo fare di necessità virtù in attesa di tempi migliori, evitando di svendere ma anche di sobbarcarci ingaggi lunghi ed onerosi.
È una strada obbligata. Bisogna che ne siamo consapevoli, restando vicini alla squadra ed evitando voli pindarici.
Per una volta trasformiamo il Vecchio Balordo in un Vecchio Saggio.