4Mazzi
Caro Massimo,
dopo un periodo leggermente incasinato, come avevo scritto qualche giorno fa, riesco finalmente a ritrovare la possibilità (ed il piacere) di poter svolgere un post un pó articolato.
Prendo spunto dal tuo ultimo, ma vado anche un pó indietro, tenendo conto di vari interessanti post, tuoi e di altri, sulla situazione globale del Genoa ad oggi.
Piccolo inciso personale.
Caratterialmente sono portato a dissentire spesso da qualsiasi immagine esteriore su diversi temi che mi stanno a cuore.
A volte dissento persino da me stesso!😱😂
Diciamo, prendendo in prestito le parole di Rosa Luxemburg che la libertà è sempre la libertà di dissentire.Ovvero, in sintesi, mettere in discussione significa applicare la dialettica, decomporre le argomentazioni e ricostruirle tramite il pensiero ed il confronto con gli altri ( naturalmente con chi merita il confronto).
Premesso questo inciso personale veniamo al Genoa.
Ti diró, per iniziare, cosa NON penso.
-Non penso per nulla che si possa anche solo ipotizzare un confronto fra 777 con il precedente proprietario.
L’ho già scritto, e ripeto,i fini personali che aveva( la società di servizi calcistici) non erano compatibili con nessuna prospettiva di futuro per la società.
-Non penso che i 777 non abbiano messo una lira.
Se siamo vivi, hanno messo soldi.
-Non penso, e non sono preoccupato delle notizie che corrono anche in questi giorni, riguardo le capacità economiche del fondo statunitense.
Hanno deciso di entrare nel calcio,lo hanno certamente fatto per interesse, non credo siano finanziariamente sprovveduti.
Mi sbagliassi, sorgerebbe una domanda, tutto sommato molto semplice:
ai 777 l’ha ordinato il medico di imbarcarsi in questa operazione calcistica internazionale senza poterla o saperla gestire?
Oppure anche: cui prodest?
Se mi sbagliassi, saremmo nel mondo della fantascienza, con imbecilli che estinguono capitali senza ottenere business.
Per cui penso che, se comunque risultassero per noi genoani una ulteriore delusione, potremmo in ogni caso affermare che la società sarà molto più appetibile a futuri interessati all’acquisto ( meno debiti, meno costi, qualche struttura, stadio, merchandising migliorato, numeri di spettatori e seguito interessanti).
Riguardo alle necessità del bilancio attuale, esigenze e tempistiche comprese, seguo totalmente i tuoi ( vostri) approfondimenti sui numeri disponibili, per stima nelle persone del muretto che hanno competenze molto più alte delle mie.
Per cui concordo e ti seguo come un fedele apostolo 😉 nel non criticare a priori una fase di transizione economica con quello che comporta.
Detto tutto ció, c’è qualcosa che peró non mi torna ( il mio cazzo di dissenso!).
Provo a spiegare.
Mentre si realizza una fase di transizione economica ( anni), a scopo di risanamento, esiste la parte sportiva che non si ferma e prosegue.
Non possiamo oggi pensare e sognare viaggi europei, nè di poter competere per trattenere i talenti che si sono messi in evidenza.
Tutto chiaro!
Ma questi anni non possono e non debbono rifursi solo una gestione di ogni singolo campionato, rimandando la costruzione di un progetto sportivo ad un domani risanato.
Non esiste, per nessuna attività di investimento!
È palese che fosse indispensabile tornare in A e restarci. Comprensibile e lo hanno realizzato!
Ma è condizione necessaria, ma non sufficiente!
Mentre ti occupi della condizione necessaria, devi portare avanti un progetto sportivo preciso, commisurato sul presente, ma con un occhio attento al futuro, e non fatto di avvenimenti a spot e comportamenti contraddittori fra loro.
Diversamente sprechi tempo, opportunità e soldi.
Entrando nel dettaglio.
Martinez, De Winter, Spence, Frendrup, Albert, Vithina, Retegui.
Questi sono i calciatori che per età, tasso tecnico e/o potenzialità, oggi potrebbero rappresentare una prospettiva futura all’interno di un progetto post risanamento.
Qualcuno dovrà/vorrà lasciarci.
Ma di tutti quei nomi esiste ad oggi un giocatore di cui siamo certi che farà parte del futuro del Genoa?
Non dirmi/ ditemi che non si possono avere queste certezze, perchè il calcio, i procuratori, i soldi, ecc.
Perchè se non si possono avere, non esiste alcuna programmazione possibile. Cioè non c’è solo la necessità di venderne qualcuno, ma manca l’autorevolezza per blindarne qualcun’altro.
Per fare un esempio di chi è piú avanti di noi, a Bologna, a Bergamo puó essere vendano qualcuno nonostante abbiano bilanci più sani, ma hanno un blocco di talenti che non si muovono e lo sanno già ora questo, non è casuale!
Mashiro, con la consueta precisione, alcuni giorni fa ha scritto un post sul
“modello di business" a cui si sarebbero ispirati i 777 (Red Bull,ecc.)
Ecco, se si rilegge quel post, cosa fanno le multiproprietà e come si organizzano, si comprende meglio la contraddittorietà di cui parlo, questo “vivere alla giornata” ( sempre sportivamente parlando).
E quest’incertezza fa il pari con altre situazioni passate e presenti.
L’allontanamento dei tedeschi ( soprattutto di Spors), per la spinta di quattro “autorevoli” imbecilli.
La campagna acquisti successiva, con gli Aramu, i Coda, gli Strotman, ecc.
Ora, come hai/ avete ben spiegato nei post, abbiamo nuovamente l’ombra del genietto-isterico-orobico, cioè l’antitesi della programmazione.
Anche non dovesse arrivare, il solo fatto che se ne parli, che vengano appesi nuovamente striscioni del cazzo,senza una smentita, una presa di distanza, non dice molto bene.
Perchè non si tratta neppure di disquisire sulle capacità di quel tecnico o di Gila ( ottengono entrambi dei risultati, ognuno con le proprie modalità).
Nè delle mie/ nostre eventuali “antipatie”, che non contano nulla.
Si tratta di comprendere se, come nelle organizzazioni che funzionano, il tecnico è un dirigente competente, che INSIEME ad altri dirigenti competenti realizza non solo il risultato minimo di una stagione, ma un progetto di crescita, che poi diviene essenziale anche per gli aspetti di sostenibilità finanziaria.
Non il “Deus ex machina”, il mito, che ti costruisce il futuro, come accade nell’immaginario del mediocre calcio italico.
Allora, se questa organizzazione è essenziale e non viene perseguita, i casi mi pare siano due.
-Non hanno particolari ambizioni sportive, al di là di quello che raccontano.
Sistemano i bilanci e, al momento giusto, venderanno.
-Sono magari capaci a creare business, ma non capiscono nulla di calcio e si affidano a personaggi che realizzano altri interessi.
Personalmente, al di là dei miei gusti estetici, va bene tutto, escluso il Deus ex machina.
Giochisti o non giochisti.
L’importante è che siano parte di un progetto, che preveda un tipo di calcio, costruisca squadre adeguate alla filosofia scelta, con allenatore e giocatori che questo progetto lo abbraccino ed il Genoa non torni ad essere, per loro, solo il trampolino di lancio per i propri interessi personali.
Cioè, concludendo, questi interessi dovrebbero essere compatibili con quelli del Genoa e dell’organizzazione che si è data ( se ce ne fosse davvero una)!
Un abbraccio a te ed a tutti!