Vedo che appassiona molto il discorso sul futuro, che era la specialità dell'Inter di Moratti, quando, dopo 5 giornate andate maluccio, si cominciava a speculare sugli acquisti del successivo mercato.
Io ragiono su quello che c'è e parto da quello che siamo per capire cosa funziona e cosa no.
Tattica. La tattica la fai coi fenomeni allo stesso modo che coi brocchi. Si suppone che sia concepita per esaltare le doti della squadra. Molti hanno osservato che lasciare palla a loro e lanciare lungo dopo averla recuperata era una scelta studiata. In effetti nel primo tempo di Venezia non ho visto niente di diverso. Lancio lungo e gli attaccanti ad inseguire.
Saltare il centrocampo speculando sulle amnesie della difesa di Di Francesco poteva avere senso, ma non ha pagato. E quando hai voluto mettere la testa fuori dal buco sei stato infilato. Era il caso di replicare la stessa tattica contro la Samp che prevedibilmente non avrebbe sguarnito la difesa? Non ne sono per niente convinto, ma facciamo finta di si.
Lanciare e giocare sulla seconda palla prevede che sul lancio la squadra si alzi e riempia il centrocampo per aggredire la seconda palla e schiacciare l'avversario nella sua metà campo. Era il gioco di Blessin ed è un gioco che prescinde dalla qualità dei singoli ed anzi mortifica la qualità dei singoli privilegiando la fisicità. Bene, questa aggressione e la salita di centrocampisti e difensori per schiacciare l'avversario dopo aver conquistato la seconda palla non l'ho visto nemmeno con il binocolo. Ho solo visto palle sparate verso le punte abbandonate a se stesse e nelle grinfie di difensori mannari.
La difesa rimaneva bassa e passiva, come sempre; il centrocampo sembrava più motivato a contenere che a costruire. Non si sono visti due passaggi consecutivi palla a terra né un triangolo. E soprattutto il vizio di tornare sempre indietro una rara volta che si gestiva palla ai limiti dell'area avversaria. Un vizio talmente imputabile agli allenamenti più che ai singoli che nel finale ha prodotto il regalo al contropiede avversario, prima di Matturro, poi di Miretti, due che certamente nella confusione mentale del finale di un derby non si sono inventati la giocata, ma hanno applicato il credo.
Quindi c'è stato un errore nella scelta della tattica che ha messo la partita su un binario sfavorevole. Nonostante il regalo del gol, quando c'era bisogno di sfruttare le circostanze con il sangue agli occhi, niente. Tutti a difendere come niente fosse. E sottolineo: il torto non è difendere, ma con quale mentalità lo fai. Difendere ha senso se hai un progetto e la giusta rabbia per ripartire, non per buttarla a caso. E sono anche mancate le correzioni tempestive. Sulla nostra fascia sinistra c'era Martin in confusione, con Vasquez che quasi se lo mangia, ma non c'è stata nessuna contromisura, salvo quella (udite udite!) di costringere la nostra unica punta di qualità ad abbassarsi improvvisandosi terzino e aumentare la confusione. Avesse impostato una tattica simile Ballardini sarebbero pernacchie e accuse di pansalamismo, ma Ballardini non avrebbe mai impostato una tattica difensiva che non prevedesse ripartenze rese pericolose dall'inserimento da dietro.
Poi c'è da fare una riflessione anche sul finale, quando sono entrati in campo 4 giocatori praticamente esordienti. Vero gli infortuni, ma almeno tre di loro, a causa di scelte esageratamente conservative, non hanno visto il campo anche quando sarebbe stato saggio farlo. Semiesordienti nel finale allucinato di un derby, con avversari che giocano alla morte, non sono e non possono essere una garanzia. Infatti hanno fatto tutti errori che potevano essere fatali e nel caso di Miretti e Zanoli in effetti fatali sono stati, suppur ai rigori.
E veniamo ai rigori.
Nel calcio non si inventa niente e Gilardino se ne deve fare una ragione. Non ha letto i testi classici del calcio? Osvaldo Soriano per esempio?
Il primo rigore lo tira il capitano, anche se ha i piedi montati al contrario. Perché il primo rigore indirizza tutti gli altri. E a seguire i più esperti e calati nello spirito di squadra. Quindi la sequenza corretta era: Bani, Vasquez, Vogliacco, Frendrup, Miretti. O addirittura Bohinen quinto, considerando che in carriera nelle squadre derelitte qualche rigore lo aveva pure tirato mentre Miretti, nella Juve stellare, un rigore in partita non lo ha mai tirato e non lo tirerà mai.
A Venezia e ieri sera Gilardino è sembrato piuttosto confuso. Confuso anche nei fondamentali o nella valutazione degli episodi. Può darsi che più dei giocatori soffra la situazione sociale. Ottolini e BlaBla dovrebbero aiutarlo a rasserenarsi e a fare valutazioni e scelte razionali.
Tutto il chiasso, anche qua sopra, su nuovi arrivi e fenomeni che trasformano la squadra in uno squadrone sono solo ALIBI serviti su un piatto d'argento all'allenatore e alla squadra.
Ci si deve salvare per non fallire. E bisogna farlo con Bani, Vasquez, Vogliacco, Frendrup, Sabelli e con tutti i restanti brocchi a disposizione. Se poi cade in mare qualcuno con la grinta dei suddetti e un po' più di qualità ben venga, purché non lo si aspetti come il Messia. Il piano per la salvezza deve basarsi sugli sporchi e cattivi che già ci sono, trovando l'impianto che ne esalti le caratteristiche.
Buon lavoro, altro che menarselo con il supplemento del calcio mercato degli scarti.