Zatopek però fa parte del discorso che facevo prima: se oggi fatichi a tirare la fine del mese o peggio non hai un lavoro in una quota parte dei casi, senza voler generalizzare situazioni problematiche in genere, è perché non ti guardi al di là del naso.
Come dici giustamente c'è pieno di tatuatori ma determinati lavori non li fa più nessuno(dal muratore al marinaio, dall'elettricista al saldatore) il che vale per me che faccio un mestiere privilegiato e varrà magari per mio figlio che domani avrà le spalle coperte per poter fare quel cazzo che gli pare come per altro è valso per me nei confronti dei miei genitori.
Non di meno proprio perché in determinati mestieri c'è una fame nera, c'è anche opportunità di crescere e togliersi dalla condizione di non tirare la cinghia.
Per altro non è che il settore che funziona è uno e devi per forza fare qualcosa che è lontano anni luce da qualcosa che può interessarti: c'è bisogno di OSS come di autisti, di artigiani come di marinai, di meccanici come di gruisti.
C'è abbastanza spazio per trovare un settore che ti interessi e migliorare il tuo status, se vuoi.
Certo ci sono sempre quelli che per fare l'esperienza di vita vanno a fare i camerieri in Inghilterra come se la stagione in Riviera romagnola fosse meno chic. 🙂
Poi appunto c'è il rovescio della medaglia: in Inghilterra ti pagano per quanto pesi tutto in regola, in Italia non sempre e non proprio.
Ma, volente o nolente in certi casi resti imprenditore di te stesso con tutti i pro e i contro.

    mashiro
    "A parte lo choc generazionale di chi ha passato la maggior parte della sua vita incastonato dentro ad un modello sociale che così l'ha cresciuto, e che farebbe una fatica boia nel qual caso a ripensare una nuova professionalità,visto che per questioni psicofisiche e generazionali,manco tanto facili da attuare sarebbe(..c'è probabilmente bisogno di scarichini al mercato della frutta, ma vai un po' a competere con gente più giovane e che per molto meno lavorerebbe..),hai centrato il punto:comunque anche se cinquantenne quasi,se perdo la mia attuale fonte di sussistenza, non è che non riprovo a lavorare.Mi ricordo ancora cosa significhi farsi il culo per altre situazioni del mio passato(zappare, spaccare e camallare legna per scaldarsi,sbalzare come un grilllo tra i tavoli di una trattoria a fare il cameriere..),basta solo fare una breve full immersion d'accettazione della qual cosa.Ma bisogna vedere cosa ricevi in cambio per tanta entusiasmante flessibilità all'americana. Dubito, come hai detto alla fin fine, un'adeguata remunerazione, altrimenti al netto di tante frodi e di mancanza della cosidetta stabilità progettuale, che poi fa' la differenza, il cosidetto RDC,manco sarebbe mai stato concepito.E comunque, sai che ti dico?..meno male che sabato ricominciamo e Retegui farà gol😉"

    mashiro se oggi fatichi a tirare la fine del mese o peggio non hai un lavoro in una quota parte dei casi, senza voler generalizzare situazioni problematiche in genere, è perché non ti guardi al di là del naso.

    Ciao Mashi, su questo non sono d'accordo.
    Avevo letto un po' di tempo fa un articolo dove si mostrava come l'ascensore sociale in Italia al giorno d'oggi non funziona più, o funziona notevolmente peggio rispetto al passato e all'UE in generale. Peccato non averlo tenuto per potervi citare la fonte. Questo per dire che se uno nasce povero in Italia è più facile che muoia povero. Poi ci sono anche indicazioni che dicono il contrario, ma l'analisi dei grandi numeri dice che è difficile cambiare il proprio status.
    Questo perchè la strada per trovare il proprio indirizzo può essere costellata da fallimenti, e i fallimenti costano e non tutti possono permetterseli. Come dicevi tu nel post precedente uno si può comprare un microfono professionale o prendere due patenti per migliorare il suo livello lavorativo. Ma sono cose che hanno un prezzo e non tutti possono permettersele, o se possono però poi non possono permettersi di sbagliare. Invece mio figlio e tuo figlio probabilmente potranno permeetersi di fare anche un paio di errori e la terza o la quarta volta trovare la loro strada.

    Per parlare di cose reali, non possiamo prendere ad esempio Khaby Lame che è diventato uno dei TikToker più influenti partendo da semplice operaio o di Maradona, che è diventato il miglior calciatore al mondo da povero cristo dei sobborghi argentini. Sono esempi unici e quasi irripetibili. Per uno che ce la fa ce ne sono milioni che falliscono o quasi. E, come ho scritto sopra, i fallimenti "costano" e non tutti possono permetterseli. E non mi piace il messaggio che se vuoi puoi. Io avrei potuto applicarmi al massimo delle mie possibilità ed oltre per diventare un calciatore, ma magari non ci riuscivo perchè non ne avevo le qualità. Certo quella del calciatore probabilmente non era la mia strada, e ho dovuto cercarla altrove. E l'ho trovata grazie agli studi che i miei genitori mi hanno permesso di avere. E l'ascensore sociale è basso ma non completamente assente, quindi è ovvio che qualcuno "ce la fa", un po' per fortuna, un po' per bravura, un po' per intraprendenza. Ma purtroppo molto meno del passato e meno rispetto alla media UE.

    • mashiro ha risposto a questo messaggio

      Bortolazzi detto che è un'argomento complesso e che le soluzioni non sono da bacchetta magica e nemmeno tutte uguali per tutti i territori.
      @Zatopek cita il RdC ma il RdC in Italia andrebbe diviso per territori se vuoi ottenere qualcosa di buono: 500€ a Milano non sono 500€ a Palermo.
      Una laurea a Genova non è una laurea a Bari, non ci sono le stesse opportunità e questo è fuor di dubbio.
      Così come quando penso all'ascensore sociale penso anche e soprattutto al fatto che per la "carriera" che posso fare io è probabile che il rapporto costi/benefici sia a mio svantaggio.
      Quindi non è che si è rotto, proprio non funziona.
      Io ho almeno 30 anni di lavoro davanti e sono già professionalmente giunto a un punto morto o quasi.
      Potrei cominciare a fare la stecca degli anni che mancano alla pensione.
      Ma se immagino una piramide con 10 scalini io immagino di essere verso metà scala, mentre qui si parla di persone che sono spesso al 10imo scalino.
      E con tutto il bene se escludi quelle persone che han dei problemi passare da non sapere come mettere insieme il pranzo con la cena a vivere una vita dignitosa tanto spesso è questione di buona volontà.
      Nessuno pensa che da operaio puoi diventare con uno schiocco di dita un fenomeno della rete, però ti bastano una patente e un'attestato da 100€ per poter fare l'autista con una macchina non tua.
      La Regione Liguria finanzia corsi da OSS a ciclo continuo e non bastano mai le persone formate per soddisfare la necessità.
      Nell'ottica di americanizzazione del lavoro è un pò finito il tempo del cugino che ti piazza, o del prelato o del politico.
      Però hai la via di cercarti una strada passando da un lavoro del cazzo all'altro.
      Il che non ti porta in alto nella scala sociale ma stiamo parlando di mettere qualche decina di euro di margine tra te e la fine del mese non di diventare Bill Gates.
      Poi certo questa è la parte che posso fare io, poi c'è la parte che può fare la mia azienda( per dirla con Joe Biden: pay them more) e quella che può fare lo Stato abbassando le tasse o ancora più semplicemente evitando di fare gare al massimo ribasso che finiscono sotto costo.

      mashiro Secondo me il problema è che la politica ATTRAE solo il peggio del peggio. I motivi sono molti, ma mi è capitato di notare che le persone veramente mosse da idealismo e "capaci" (scusate la semplificazione) alla fine restano al massimo in "sala macchine", nei quadri, nelle strutture, in cima arrivano solo gli "arrivisti" quelli che vogliono fare carriera, quelli disposti a tutto, purtroppo è così e siccome si è creata una casta che va avanti per cooptazione, appena ti percepiscono "idealista" ti piazzano in basso a sgobbare e fine. L'ultimo tentativo, maldestro ed assurdo da molti punti di vista, di scardinare il sistema ha prodotto quello che abbiamo visto; per come la vedo io è stato il canto del cigno della nostra democrazia, da lì per me fine, the end, adios (come direbbe cannavacciuolo 🤣)
      Per quanto riguarda il RdC penso che quegli stessi soldi sarebbero finiti in mille rivoli alle solite mafie/mafiette degli amici degli amici, alla sponsorizzazione della sagra di qualcosa, etc...etc... ed allora - francamente - preferisco buttarli a pioggia su persone comunque NON RICCHE, tanto li spendevano uguale a modo loro e per i soliti porci comodi loro, quindi tanto vale...
      Sul discorso "se ti sbatti lavoro lo trovi" sono parzialmente d'accordo... in certe zone d'italia l'analfabetismo è ai massimi. Se non sai neanche scrivere un CV al pc come pensi di trovare un lavoro ? se non sai tra un pò leggere o scrivere le varie patenti-patentine non le prendi ... o finisci per farti sfruttare perché non conosci minimamente quali sono i tuoi diritti.
      Tanto per cominciare bisognerebbe lavorare sulla scuola e sull'abbandono scolastico, e poi sulla formazione professionale, ma nessuno lo farà mai, meglio avere delle masse ignoranti da manipolare.

        Criscitalebano per me l'esperienza dei 5 Stelle è esattamente la plastificazione del concetto per cui tra la signora di Voghera e Obama non c'è differenza.
        Però la politica è anche visione del futuro, è capacità di mediare tra gli interessi delle parti e anche quando si parla di un paese del G8 gestire ed amministrare cifre che fai fatica a pronunciare.
        Già il bilancio del Genoa e i trasferimenti del nostro mercato sono vicini a ingestibili, figurati un ministero che movimenta budget in miliardi.

        Criscitalebano
        Ma tutto questo bel dibattito cosa c'entra con il lavoro "usurante "dell'Allenatore della Nazionale ?🤣
        Qua si rischia facilmente di andare Ot entrando in tematiche scivolose come il RDC.
        Io sulla mia pelle ho scoperto, due cose tristi che pensavo fossero figli dei tempi passati:
        Che ad una certa età entrare nel mondo del lavoro,non ce la fai nemmeno se conosci il Padreterno.
        Quella è l'età e quella ti resta.
        Secondo che puoi avere tutti i titoli del mondo, il miglior lavoro e le migliori referenze, ma senza non raccomandazione, ma la conoscenza al posto giusto e al momento giusto non vai da nessunissima parte.

        Se poi Romagnoli mi scrive oggi e domani che fare il Ct è usurante ,io non sarò mai d'accordo con lui e non trovo nemmeno il modo di farglielo leggere il post che ha dato origine alla vostra bella discussione.
        Il lavoro più bello del mondo insieme allo scrittore (per me), essere chiuso al confronto senza contradditorio, è ai limiti della vergogna.
        Ianna

          Belin ragazzi 😁 rispetto allo stress correlato (non sempre agli euro) siete andati un po’ oltre.

          Dal mio punto di vista avete ragione sia quando sostenete l’esistenza di opportunità per chi è in condizione di coglierle sia sul blocco dell’ascensore sociale.

          Il problema dell’Occidente, ed in particolare dei paesi manifatturieri , è che determinati lavori non sono più ritenuti in grado di generare auto-realizzazione. Argomento che va al di là della retribuzione.

          Un saldatore con determinati patentini guadagna 4k€ al mese, ma non lo vuole fare più quasi nessuno. Ho lavorato con centinaia di ingegneri frustrati da mansioni impiegatizie dov’è vedono rendere maggiormente ragazzini svegli col PC. L’industria é compressa da trent’anni dalla concorrenza asiatica e “regala” marginalità bassissime al netto di poche eccellenze che riescono a far pagare i prodotti non per l’uso ma per brand (in Italia Ferrari, Brembo e pochissimi altri marchi).

          Costruire un ponte, una nave, una strada, un impianto di produzione di energia elettrica, una turbina richiede enormi competenze tecniche e gestionali ma non remunera.

          Peccato rappresenti comparti che danno occupazione.

          Turismo e commercio, seppur remunerativi, richiedono competenze inferiori ed assumono extracomunitari. In qualche modo il problema di certe mansioni (cuochi, camerieri, etc) soffre il medesimo problema dei saldatori con l’aggravante di non garantire il reddito dovuto.

          Il problema non è solo italiano, da noi è più grave per il peso relativo più alto di manifattura e turismo rispetto a finanza e digitale, nonché dalle casse disastrate dello stato. Ma si tratta di un mero anticipo di qualche anno rispetto alla situazione di paesi come Francia e Germania, mentre negli States il cinquanta percento dei votanti sostiene Trump non per caso. Sono i contadini e gli operai del midwest seppur aiutati da un economia di sussidio che riesce (ancora) a compensare con trilioni di investimenti pubblici.

          È un mondo in trasformazione rapidissima con il problema di non aver individuato una meta ma solo la consapevolezza di dover cambiare.

          Riguardo ai social ed ai nuovi lavori quali lo youtuber, l’influencer, etc, sono lavori di marketing (chiedete a un produttore di vino se è più importante farlo buono o affidarsi al “branding”), che non creano valore ma generano provvigioni.

          Dove può andare un mondo dove chi urla “venghino siori venghino” guadagna dieci volte chi ha prodotto il bene che i “siori” corrono ad acquistare? qualcosa non torna…

          Ianna se ianna dice di chiudere gli OT. Chiudiamo gli OT vuol dire che ho esagerato 😃

          4Mazzi L’usura lavorativa è determinata da elementi non correlati alla retribuzione.

          L'usura è propria di tutti i lavori che sono lontani dalle aspirazioni, dai sogni e dalle inclinazioni dei cittadini che lavorano.
          Questo è il dato certo da cui partire.
          L'abolizione della schiavitù è stata una bella dichiarazione di principio, dopo di che è stata reintrodotta legando i destini dei cittadini a un salario commisurato, nella gran parte dei casi, alla sopravvivenza, misurata sulla base del reddito medio di ciascun paese. 1500 euro laddove per avere un tetto sopra la testa, pagare le spese essenziali (elettricità, acqua, eccetera), vestirsi e sfamarsi, ne servono 1400; 500 euro, laddove per sopravvivere ne occorrono 450. La dipendenza da un salario che garantisce la sopravvivenza induce quasi tutti a perseverare nella difesa del posto di lavoro, senza competere per opportunità migliori ma incerte e spesso anche a rinunciare a battaglie che potrebbero mettere a rischio il miserabile status quo.
          La sintonia tra la personalità individuale e il proprio lavoro è sempre stata alla base del pensiero sociale, quando ancora queste tematiche erano devolute ai filosofi invece che ad economisti miopi o, peggio, a ignoranti prestati alla politica.
          La Repubblica di Platone forniva una parziale risposta, auspicando che ciascuno svolgesse i compiti per i quali si sentisse portato, arrivando all'estremo (apparente) di affermare che le donne e gli uomini sani e belli facessero tanti figli, ma che poi venissero allevati in strutture dove agivano donne portate a prendersi cura dei minori e uomini in grado di educarli con la cultura e con l'esempio.
          Poteva essere una base su cui interrogarsi, immaginando quale tipo di Stato potesse garantire un modello sociale di questo tipo. Ma l'Europa, e più tardi la colonia fondata in America dai fondamentalisti espulsi e dagli avventurieri che si sono impossessati con la forza delle terre, non ha attinto dalla cultura classica, greca o latina, ma piuttosto dal modello oscurantista del monoteismo ebraico, più funzionale, coi diversi aggiustamenti, a supportare una visione autoritaria del potere.
          Marx ha affrontato il tema, prefigurando una società comunista, al culmine del processo di realizzazione del socialismo, dove, garantite in modo egualitario le risorse essenziali, i cittadini lavorasseso per loro gusto e in base alle loro inclinazioni in un contesto solidale. Purtroppo non si è mai potuto verificare se l'ipotesi fosse concretamente realizzabile perché storicamente non si è mai superata la fase del socialismo reale, che si è poi quasi sempre trasformato in un dominio autoritario e tirannico della cosiddettà avanguardia che avrebbe invece dovuto assicurare l'evoluzione del processo.
          Il liberalismo, paradossalmente, non era molto lontano da un modello vistuoso. Quando la teoria liberale apparve, in contrapposizione all'autoritarismo conservatore, propugnò un principio rivoluzionario: l'uguaglianza dei punti di partenza, vale a dire la competizione per collocarsi nella scala sociale in base ai propri meriti. Anche questo principio, come quello dell'abolizione della schiavitù, divenne presto un'utopia, spogliato di ogni valore proprio da coloro che si sono fatti paladini delle idee liberali. Perché funzionasse bisognava infatti avvalersi di regole che azzerassero i privilegi acquisti e trasmessi dalle generazioni precedenti, in modo che i figli scemi dei ricchi cominciassero da zero (o quasi) competendo con i migliori virgulti della loro generazione nei vari campi. Diciamo che il principio liberale dell'uguaglianza dei punti di partenza avrebbe avuto bisogno, per funzionare, di un'avanguardia leninista al potere che fissasse e facesse rispettare in modo virtuoso le regole della meritocrazia.
          Si potrebbe disquisire all'infinito. Ma torniamo alla bassa attualità,
          La situazione attuale è senza vie d'uscita. La rivoluzione è impossibile laddove non ci sono simboli viventi del potere, che in molti casi sono solo prestanome o prestafaccia dei potentati reali occulti. Il lavoro è disumano, nel senso che è legato al profitto. E finché il lavoro è una componente del meccanismo che genera profitto, il lavoratore è una pedina intercambiabile senza identità. La miopia politica continua a enfatizzare il lavoro rivestendolo di significati insensati. Addirittura l'Italia continua a mantenere nella Costituzione il fondamento della "repubblica fondata sul lavoro", anziché, per esempio, sulla solidarietà o sul perseguimento della felicità dei propri cittadini. I padri fondatori sono assolti, dato che si ispiravano al tardo positivismo dell'industrializzazione e della riconversione delle masse in una tipologia di lavoro modellata sulla vecchia civiltà contadina. Ma, per scarsa attitudine alla filosofia, trascuravano un elemento: che il lavoro è da sempre la maledizione della specie umana, che deve assicurarsi con sacrificio e sudore i mezzi di sussistenza. Il progresso, mitizzato e sbandierato da più parti, avrebbe dovuto tendere all'abbassamento dei sacrifici necessari per garantire la sopravvivenza e a riscattare il maggior numero possibile di persone dalla maledizione del lavoro, a cominciare da quello usurante. Cosa che in parte è stata fatta, ma con lo sguardo orientato sul profitto e non sul concetto filosofico, umanistico e sociale del riscatto dal lavoro. E così si continua a santificare il lavoro anche se il lavoro non c'è più. Nel 700 due soli paesi lungimiranti, la Svizzera e la Repubblica Veneta, avevano concepito di assicurare una paga a chi non lavorava, o perché non trovava lavoro o semplicemente perché non aveva voglia di lavorare. Una specie di reddito di cittadinanza motivato da due considerazioni: che se venivano finanziati, questi soggetti non delinquevano, ma soprattutto che, se ricevevano una paga, diventavano, in pace e in guerra, i principali sostenitori e difensori della Repubblica.
          Sarebbe il caso che gli Stati cosiddetti "democratici" cominciassero a prendere seriamente in considerazione la necessità di pagare i propri cittadini per non lavorare. Da una ricerca del Politecnico di Zurigo, risalente agli anni 90, emergeva che le grandi aziende obbligate a non ridurre il personale per evitare problemi occupazionali allo Stato (e di conseguenza remunerate dallo Stato) applicavano la tecnologia industriale in una misura inferiore al 30%, perché se avessero applicato il 100% della tecnologia disponibile (e aumentato di conseguenza i profitti) avrebbero dovuto licenziare più dell'80% del personale, soprattutto la manodopera. Nella stessa circostanza ho personalmente assistito alla dimostrazione di un industriale tessile che, con un semplice modem, controllava tre complessi industriali, uno in Italia, due in Asia, dove operava un solo dipendente per fungere da guardiano e ovviare a qualche possibile panne elettrica. Il rapporto d'impiego della manodopera nell'industria tessile, dagli anni 60 (1960) agli anni 90 (1990), era di 2000 a 1. Duemila a uno. Il lavoro è un entità che in gran parte sopravvive, per esigenze politiche, regolato sui parametri tecnologici e sociali del secolo scorso. Implementando la tecnologia, il lavoro, che già scarseggia, si ridurrebbe in misura esponenziale, mentre aumenterebbe a dismisura il profitto. In società fortemente basate sui consumi sarebbe dunque ragionevole agire sui profitti per pagare la gente facendola rimanere a casa, con tutte le conseguenze sociali e culturali conseguenti. Nessuno ha per ora la forza di abbozzare una riforma globale di questo genere. Così gli immensi profitti generati dalla rivoluzione tecnologica "controllata" finiscono nelle tasche di pochi e la disoccupazione conseguente viene gestita con "qualcosa ci inventeremo" in modo che non superi il 25% che gli studiosi indicano come limite oltre il quale l'ordine sociale è a rischio.
          Aggiungo, in questa disperante analisi d'impotenza e di sudditanza, che l'Italia vergognosamente tende ad accreditarsi come potenza europea, al pari di Francia e Germania, con un economia disastrata basata sullo sfruttamento dei lavoratori di ogni ordine e grado. Negli ultimi 20 anni, in Francia i salari sono aumentati del 33%, in Germania del 24%, in Spagna del 22%. In Italia sono diminuiti dello 0,5%. Non ci sono medici per coprire le esigenze dei Pronto Soccorso. A Ventimiglia, per un servizio logorante di 8+4 ore, un medico di Pronto Soccorso viene pagato 1500 euro. A Mentone 3000. Perché mai dovrei farmi sfruttare in Italia, quando, con buona pace di Ianna, a Mentone guadagno il doppio per lo stesso mestiere e a Montecarlo ancora di più? Perché fare l'insegnante a Varese, guadagnando fuori ruolo 1400 euro, quando a mezzora di strada, in Svizzera, ne guadagno 6000? E perché, in possesso di un Master, dovrei fare il ricercatore universitario a Milano, per 1200 euro coi quali neppure mi pago l'affitto, quando in Olanda, Danimarca, Israele, Canada, si attivano per offrirmi molto di più (Olanda: appartamento, 3500 euro, partecipazione a pubblicazioni e convegni, percentuale sui proventi delle ricerche, quando in Italia i baroni neppure mettono il tuo nome in calce alle pubblicazioni)?
          Come l'eroina mise fine alle contestazioni di fine anni 60, oggi si usa la realtà virtuale per tenere a cuccia la gente. Ne inventano sempre una. Nel Candido di Voltaire, sul quale bisognerebbe giurare anziché su quel libraccio assemblato da seminalfabeti, la Bibbia, adottata, come il Corano, dagli idolatri di mezzo mondo, al termine di un excursus sugli ideali e sulle illusioni ottimistiche dell'umanità, si conclude che la cosa migliore da fare è "occuparsi del proprio giardino". Una conclusione che appare consolatoria, ma che è anche fondamentalmente disperante.

            edoardo777 L'usura è propria di tutti i lavori che sono lontani dalle aspirazioni, dai sogni e dalle inclinazioni dei cittadini che lavorano.

            Non sono convinto Edo, nel senso che io consideravo letteralmente le conseguenze dirette di un determinato lavoro escludendo esplicitamente la frustrazione di non sentirsi realizzati.

            In questo senso retribuire la gente per stare a casa non li porterà a dipingere o scrivere ma in larga parte ad ubriacarsi e picchiare le mogli. L’auto-realizzazione al vertice della piramide necessità di consapevolezza e riconoscimento sociale.

            Questo non per smentire la tua mirabile ricostruzione ma per rappresentare la complessità di modelli alternativi al capitalismo in merito al quale mi unisco con entusiasmo alla tua analisi sul fallimento delle pari opportunità in partenza, sempre meglio della frustrazione dittatoriale di qualsiasi opportunità (tolta quella di scalare la piramide burocratica per pochissimi) del socialismo reale.

            Come quasi sempre non ho risposte “pret a poter”… mi limito a constatare la crisi esistenziale del modello novecentesco occidentale senza alternative plausibili (a mio modo di vedere ndr)

              Criscitalebano Ianna ha detto stop, l'ultima volta che ha parlato di Genoa ci allenava Scoglio 😛 se dice che abbiamo toccato dolenti note, abbiamo toccato dolenti note.

                Zatopek

                Menin belino 😁 ha scritto bene Balbotin: 130 anni di fatiche alla Sisifo.

                Uno si fa imbertare da Mashiro 😁 e pensa di fare un anno tranquillo, dopo cinque minuti della prima in casa si rende conto che il masso è rotolato a valle ed averlo camallato in vetta è stato l’ennesimo sforzo inutile.

                In compenso si prova una certa gioia a camallare ma soprattutto nel rendersi conto di farlo in compagnia di un centinaio di migliaia di masochisti uguali a te. Ho letto di uno che si fa chiamare Zapotek 😁 una belina che levati 😁😁

                Dovremmo ottenere la pensione anticipata a 42 anni come ai bei tempi dalle parti di Avellino o Benevento… così continueremmo a camallare con la consolazione di essere camallati dai belinoni costretti a lavorare fino a 67;

                manco quello 😉

                  mashiro non ho mai detto di chiudere Ot sarebbe un suicidio per me che mi nutro di ot🙂
                  Mashi sono in debito con te per scrivere che non è vero che non parlo di Genoa.
                  Da domani scorteccio parole e mi faccio un vademecum..
                  Una delle ultime volte fui lapidato virtualmente dal Censore😁
                  Fu apripista e altri ne seguirono e seguiranno 😘
                  Edo domani mattina 435 mi leggo il tuo post intanto guarda sta belin di posta🙂
                  Mi perdo Barbero e soprattutto Eziolino Capuano ma la sveglia per gli usuranti suona sempre alle 430.
                  Notte Figgeu
                  IannA

                  • mashiro ha risposto a questo messaggio

                    edoardo777
                    Come sempre, politicamente parlando, la penso come te. Il lavoro svuotato di alcune sue componenti non diventa più tale e nemmeno valutabile. Lo youtuber che cita Mashi, è un semi-lavoratore nel senso vero di lavoratore. Ciò che ha creato o gli è stato possibile creare era a portata di intelligenza e acume. Ma non riesco a fare paragoni con i tuoi esempi di remunerazioni differenti tra Italia e altri paesi.