Se l'idea era mantenere lo stesso impianto sostituendo Albert con Messias è da ricovero.
Il problema è guadagnare campo quando hai palla tra i piedi e questo lo fai con i centrocampisti che accorciano e i difensori che salgono (ammesso di avere almeno un difensore veloce). Se non porti almeno 4/5 uomini ai limiti dell'area avversaria non segnerai mai. Se quando arrivi ai limiti dell'area avversaria tutti, fateci caso, tutti invece di provare la giocata o il tiro cercano affannosamente un compagno libero per passarla indietro, è anche una questione mentale.
La quadra che va trovata sono movimenti efficaci anche nella metà campo avversaria, non solo nella nostra. Altrimenti si invoca Messias, Messias si degna di scendere in campo e che fa? Per un paio di volte prima di accusare la bua ti fa uno splendido 50 metri, dopo di che o crossa per la sola punta che ha seguito l'azione, circondata da 1200 avversari, o... la passa indietro e si ricomincia tale e quale.
Gilardino credo che sappia cosa non va, ma mi stupisce che abbia creduto di poter mantenere il vecchio impianto sostituendo Albert con il lancio lungo. Aveva tempo per organizzarsi, ma forse ha creduto a BlaBla e si è illuso che Albert restasse, o forse ha sopravvalutato se stesso. Fatto sta che siamo ritornati a Torino-Genoa del campionato scorso.
Vitinha non ha mai giocato punta finora, vuole palla tra i piedi ma a 50 metri dalla porta avversaria anche se dribbla non va da nessuna parte, corre e si sbatte al punto che tra poco sarà infortunato per overdose di sbattimento o distrutto dalla frustrazione. Le volte che ha giocato Messias non cambiava tanto. La distanza tra i reparti non variava, con la difesa sempre inchiodata là dietro e il lancio lungo inevitabile, a parte una o due sgroppate di Messias più per la platea che per l'efficacia. Infatti a tiri in porta stavamo sempre tra i peggiori del lotto. E la statistica impietosa dice: 4 gol (uno su papera del portiere e ribattuta, uno su rigore sbagliato e ribattuta e due di testa su cross da fuori area). Su azione manovrata o penetrazione niente. Se ci mettiamo il gol del derby, anche qui un regalo della difesa.
Ci attacchiamo ai singoli, pia illusione. Da molti il ragazzino schierato oggi è stato giudicato tra i migliori in campo. Nella fase difensiva è stato allucinante, come spesso lo è Martin. Una volta si inchiodava (giustamente) Sampirisi, oggi si osanna il ragazzino, a cui è comunque giusto dare entro certi limiti incoraggiamento, e si crocifigge Vasquez che non sa più che pesci pigliare in quella parte di campo dove tutti scorazzano indisturbati e dove oggi il supercelebrato Miretti (riserva in una Juve che non è più la Juve di Platini) non ha fatto un raddoppio che è uno, lasciando un 16enne solo e abbandonato a prendere bambole da Gonzalez. Sfiga che poi Vasquez, giocando male, per tutto il primo tempo abbia salvato capra e cavoli. Sul secondo gol manca la mentalità di recuperare palla a qualsiasi costo, perché centrocampo e difesa rimangono bassi ma larghi, così anche un qualsiasi pischello si infila in verticale come nel burro e cosa si vede? Bani in 1 contro 1 a 14 metri dalla porta. Già nell'1 contro 1 fa fatica, ma a 30 metri c'è speranza di recuperare o stendere l'attaccante o spingerlo verso l'esterno, ma praticamente in area non può più fare niente. È inconcepibile che una squadra superdifensiva lasci Bani 1 contro 1 perdendo totalmente le distanze, ma è successo. Il terzo gol non lo conto perché ormai, nella foga di fare almeno 3 tiri in porta per salvare la media ognuno provava a giocare per sé, come all'oratorio e si aprivano buchi colossali, sempre per palle perse in fase di (tentato) attacco non accompagnato coralmente. E allora tutti a correre a mettere una pezza sulla destra, Matturro che si fa 50 metri in apnea, Vasquez che stringe, e intanto uno sornione va a piazzarsi nella zona scoperta e si trova incredibilmente libero. Ammetto che sullo 0-0 probabilmente non sarebbe successo. Ma non sarebbe successo perché nessuno avrebbe messo il naso fuori dalla propria metà campo, non perché sapevano cosa fare quando la palla la si giocava nella metà campo avversaria. Insomma, Gilardino dovrà piano piano trovare delle soluzioni, mica può vivere di sola difesa e di colpacci miracolosi nel finale dopo essere passati in svantaggio. Con tutto che mi fa male vedere il Como, già in vantaggio, portare 7 giocatori 7 nell'area atalantina in trasferta e un attimo dopo difendere in 7 nella propria metà campo. Come mi fa male vedere l'Empoli arrivare al gol triangolando come se ci fosse ancora Sarri e Colombo/Esposito dialogare di fino come fossero Gullit e VanBasten redivivi. Sarà l'effetto dell'Intelligenza Artificiale.
Le colpe di Gilardino? Forse quella di aver dato retta a chi, colpevolmente, sopravvalutava il suo ruolo e aver creduto di avere creato il giocattolo perfetto. E forse di non aver insistito abbastanza per ricevere rinforzi adeguati, perlomeno numericamente, sempre per un errore di sopravvalutazione delle proprie forze. Inesperienza e adulatori intorno. Con questo, Gilardino non è un genio e non è scarso. È un lavoratore, educato, applicato. È esattamente il prodotto medio della scuola italiana, identico ad almeno una ventina di allenatori usciti da Coverciano. A suo merito va ascritto che, quando è stato buttato in mare senza aver fatto corsi di nuoto, invece di strafare ha cercato una misura compatibile con le forze a disposizione e piano piano, studiando da allenatore, ha perfino allenato e ottenuto risultati. Adesso deve fare vedere di che pasta è fatto nelle difficoltà. Non era colpa sua essere buttato alla ribalta due anni fa e non è colpa sua essere condannato a cavare le castagne dal fuoco dopo un mercato di svendite. Forse ha solo sbagliato a non andarsene, come dice MisterNo. E forse ha solo sbagliato a scommettere sulla tenuta fisica di Messias e a convincere la società a crederci. Finché Gessi, Marchetti e Calafiori non ne chiederanno la testa, non vedo chi può far meglio. Sperando che Criscito non trami nell'ombra, dato che è l'unico ad avere presa indubbia sull'entourage dirigenziale e sugli indegni nipoti di Gutenberg che insozzano i giornali e il web. Ma credo sia abbastnza intelligente da aspettare il suo tempo.
C'è solo da salvarsi, basta crederci. Per quanto la Lega non sia più quella di una volta, non credo che possa tollerare 5 lombarde in A. Una tra Como e Monza verrà inevitabilmente affondata. Bisogna fare la corsa su altre 2 e non mollare mai, nemmeno se alla fine del girone di andata si resta a 15 punti.
Evitate la spirale della depressione, ragazzi.
Quanto a noi, ci rimane sempre l'opzione di delirare per i cavalli di Ianna.