Berto
Vista da fuori e con gli occhiali da ignorante, la mia impressione è che Zangrillo impersoni una tendenza inconscia del mondo genovese, che si riflette spesso anche sul mondo genoano. Una sorta di campanilismo basato sulla diffidenza verso chi viene da fuori.
Quando qualcuno viene da fuori a levare castagne dal fuoco che nessuno in loco vuole toccare a rischio di scottarsi, si pretende che il nuovo arrivato si adegui alla mentalità dell'ambiente e si adegui a pascolare nel recinto di casa, anche se ormai produce solo erba guasta.
Grandi osanna a Preziosi che evita il fallimento da tutti quelli che preferivano stare a guardare. Salvo poi normalizzare Preziosi sulla musichetta dei piccoli potentati locali, perdonandogli ogni nefandezza a patto che ballasse su quel ritmo.
Figurati gli americani! E figurati i tedeschi!
Da ignorante, ripeto, ho l'impressione che, sull'orlo del precipizio di qualsiasi decisione, Zangrillo è di quelli che preferirebbe un inciucio con quelli a strisce, ce la vediamo tra noi, piuttosto che la prospettiva di un progetto guidato da gente di fuori. È stato scelto per fare da garante coi potentati locali, ma è il tipo che, se i progetti del Genoa confliggessero con gli indirizzi dei potentati locali, non sia mai!, o si trova un accordo o fuori lo straniero.
Questa è la mia idea.
Chi lo abbia scelto o consigliato ai 777 non lo so, ma penso che provenga dalla stessa fonte avvelenata che ha ritardato l'arrivo di un DS lasciando ancora scorazzare Preziosi, che ha avallato il licenziamento di Ballardini, che ha ingaggiato Shevchenko con fanfare e che solo alla fine di questo festival del dilettantismo ha dovuto ingoiare il boccone amaro dell'arrivo di Spors e di dirigenti tecnici stranieri. Ai quali, appena possibile, è stata fatta una guerra aperta con il supporto della stampa e quello nemmeno tanto mascherato del Presidente.
Qui non è questione di genovesi e non genovesi. Si affacciasse all'orizzonte una proprietà genovese con soldi, passione e un progetto serio, saremmo tutti in prima fila ad applaudire. Ma è insopportabile che, quando si fa avanti solo gente foresta, ci sia una corrente che trama nell'ombra per ricondurla nel carrugio dell'impotenza cronica di chi pretende che niente cambi, a costo di ripetere all'infinito gli errori del passato.
Martelliamo pure americani, tedeschi, arabi e cinesi, quando sbagliano. Ma martelliamoli per eventuali errori in nome del Genoa, non in nome di un provincialismo senza prospettive.
Ripeto, le mie sono considerazioni da ignorante che guarda da fuori. Non voglio urtare la suscettibilità di nessuno, quindi la chiudo qui.