Nick fornendo alibi su alibi a quella che è oggi la peggiore squadra e soprattutto peggio allenata della Serie A 24-25.
Alibi é il sostantivo più alla moda per sostenere (appunto) le responsabilità più variegate da attribuirsi a Gilardino nella situazione attuale.
Da avvocato difensore, determinato quanto disinteressato, faccio notare come gli stessi accusatori dicevano le medesime cose in tempi non sospetti, mentre l’imputato portava a casa abbondantemente la pagnotta.
“Alibi” é di derivazione latina e significa “altrove”. Viene utilizzato in ambito giuridico per indicare, una prova o un argomento, che il soggetto accusato di un reato si trovava in altro luogo al momento del crimine, quindi non poteva averlo commesso.
Nel caso specifico l’imputato si trovava nel luogo del “delitto” ma é innocente dapprima per non aver commesso il fatto (fino all’anno scorso accusarlo di aver allenato male é, a mia opinione, smentito dai fatti) e successivamente non costituisce reato perché messo in condizione oggettiva di non poter fare molto per allenare, punto.
Tra i sinonimi di alibi troviamo “attenuante” (diminuzio della situazione reale patita), giustificazione (me cojoni se ha giustificazioni), scusa e pretesto.
Queste ultime due sono le architravi dell’accusa, in particolare la seconda.
Difendere Gilardino sarebbe pretestuoso rispetto a professori che spiegano come si dovrebbe o potrebbe allenare, con chissà quale interesse a difendere un incapace.
Rifiuto in toto la tesi dell’accusa e mi infastidisco parecchio per la supponenza di tale teorema, capzioso e falso, indipendentemente da chi lo sostiene.
Perché sottende malafede rispetto a un presunto dato oggettivo (l’incapacità di Gilardino) smentito dai fatti che si vorrebbe far passare, da due anni, come dogma assoluto.
Amen