mashiro
“E questo mi porta a dire che Spors ha fatto una scelta da persona che non conosce(e non vuole conoscere) la serie A, Genova e il Genoa.”
Ciao.
Comprendo in parte la tua analisi, ma non la condivido del tutto.
In premessa, cosa abbiano deciso e/o sbagliato Spors ed eventualmente Ottolini non lo so perchè non mi trovavo nelle “stanze” in cui discutevano e prendevano decisioni nell’estate scorsa.
In pratica, se Ekuban, piuttosto che Miretti o altri siano stati confermati o acquisiti per loro precisa volontà o imposizione, sulla base degli imput dagli Usa, o se, diversamente, siano stati concordati con Gilardino, che magari si potrebbe essere espresso a loro favore.
Ma andiamo oltre.
Comprendo la tua analisi perchè siamo in emergenza, sia riguardo la variabile proprietà, sia riguardo la classifica.
Per cui in situazioni simili va gestito tutto con cura, tenendo conto di ogni parte o dettaglio, compreso e non ultimo il famoso “ambiente Genoa”, di cui si discute da 80 anni a questa parte.
Ed è la medesima ragione per la quale, personalmente,anche la scorsa settimana, ero contrario ad ipotesi di esonero di Gilardino, pur considerandolo non propriamente un fenomeno e più responsabile di quanto lo ritenga la maggioranza di Qdm.
Cioè considerare tutto, anche conseguenze e fattori divisivi per il contesto presente, a beneficio di salvezza ( che ritenevo e ritengo piuttosto raggiungibile per questa rosa) e quant’altro attendiamo con ansia.
Se invece usciamo un momento dal contesto presente, dai nomi attuali di cui si discute,e si immagina di tornare alle speranze di tre anni fa, quando giunsero i 777, con una nuova proprietà, possibilmente capiente e mediamente intelligente, è necessario, a mio avviso spezzare questo cappio e ragionare finalmente in modo diverso.
Le dinamiche del sistema calcio italiano e soprattutto quelle genovesi e genoane, vanno superate e mutate radicalmente, perchè a nulla di buono hanno mai portato.
In pratica, non è possibile che chiunque venga chiamato ad operare, in qualsiasi ruolo, debba “normalizzarsi”, uniformandosi ad idee,desiderata e paturnie delle varie combriccole di “veri genoani”, gazzettieri e gruppi social.
Per cui le scelte non possano avvenire a 360º, secondo la professionalità e/o la filosofia e/o la nazionalità di chi sta operando, ma che debbano essere limitate, perchè esistono allenatori e calciatori “da Genoa” ed altri che diversamente sono inaffidabili, perchè non sono conosciuti, quì rischiano, sono troppo giovani,non hanno il tempo, non sono “esperti”,non vengono accettati dal contesto.
Non esistono i dirigenti, tecnici, calciatori da Genoa, esistono dirigenti, tecnici, calciatori bravi o comunque positivi ed altri mediocri o scarsi.
Se nel nostro contesto alcuni fra i bravi e/o positivi non hanno potuto costruire e far valere le proprie potenzialità, come hanno invece fatto altrove, ci si dovrebbe porre qualche domanda e trarne anche le conclusioni ,al fine di mutare nettamente rispetto al passato.
Uscire fuori da questo cappio o limite, significa, uscendo dalla costante emergenzialità, imporre un progetto,consentendo a chi lo porta avanti di lavorare come crede, di portare le proprie idee e dare giudizi di medio-lungo periodo sull’operato.
E, soprattutto, evitare come la peste i condizionamenti dell’ambiente, con tutti i limiti che si porta dietro, creando una sorta di impermeabilità fra gestione,decisioni e tutto quel che sta attorno al Genoa.
Questo naturalmente se abbiamo ancora l’ambizione di crescere rispetto al passato, remoto e recente.